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26/07/2013 04:21:40

"Al Cie di Trapani Milo acqua mancante e cibo scadente per i migranti"

 Ed in effetti, il quadro tracciato da Diego Tranchida, penalista marsalese, capo delegazione nella visita al Cie, non è dei migliori: "La struttura è nuovissima, ma i detenuti, perchè così li dobbiamo chiamare, vivono in condizioni pessime". Al carcere di Trapani i detenuti veri stanno meglio rispetto ai "detenuti" forzati del Cie: "La qualità del cibo fa schifo - ci hanno detto i migranti - non ci sono medicine, l'acqua è a temperatura ambiente. Regna la disperazione". Tranchida fa anche delle considerazioni sulla legge Bossi - Fini: "Pensare che nel mondo di oggi le merci girano liberamente e le persone no è un cosa assurda. Noi, come Unione delle Camere penali, ci impegneremo perchè una situazione del genere finisca". Tra l'altro le Camere penali hanno visitato tutti i Cie - manca solo Caltanissetta - e quella di Trapani è solo più nuova strutturalmente, "ma vogliamo far rilevare che la gestione è pessima". La delegazione, tra l'altro, non ha potuto visitare tutti i reparti, perchè alcuni erano chiusi per questione di sicurezza, ma hanno avuto modo di parlare con molti degli uomini che vivono lì dentro. "La gestione - dicono - è al limite della decenza, ed è per questo che va ripensata la normativa, e non si può consentire la permanenza in queste strutture fino a 18 mesi, che è un termine fuori da ogni logica". Inoltre, per i penalisti, le persone che sono state in carcere vanno identificate prima in carcere, e non dovrebbero entrare nei Cie, dove, chiaramente, alimentano la tensione. Infine, non possono essere fatti appalti al ribasso per la gestione di questi centri, perchè se no i migranti vivono in condizioni inumane e viene violata la convenzione europea sui diritti umani. 

Il Cie di Trapani vanta un record: nel corso dell'ultimo anno il 49% degli immigrati passati dalla struttura è fuggito. Gli ultimi quattro appena alcuni giorni fa. Un dato che non ha alcun eguale in nessuno degli altri centri sparsi in Italia. La delegazi da one era composta anche Manuela Deorsola,  da Carmelo Franco e dall'avvocato Antonella Calcaterra dell'Osservatorio carcere Ucpi,  e guidata dal presidente della Camera penale di Marsala Diego Tranchida.