E’ stato smantellato il gazebo (esteticamente non proprio il massimo) piazzato nel viale che porta alla Torre Ligny a Trapani. Si parlava di movida etica, di installazioni per riqualificare “zone degradate”. Ma la torre, quel posto, più che degradato e da riqualificare è da proteggere e ammirare. E allora via la struttura smontabile.
Ha avuto vita breve e un po’ lo avevano immaginato i trapanesi. La marcia indietro l’ha fatta in consiglio comunale lo stesso sindaco di Trapani Vito Damiano, incalzato dalla maggior parte dei consiglieri a spostare il gazebo altrove. Così venerdì pomeriggio un camion ha imbracato il gazebo e l’ha portato temporaneamente in un magazzino. E in effetti era un pugno in un occhio. "Che cos'è quella struttura precaria in un contesto paesaggistico di assoluta bellezza e vicino ad un edificio, la Torre di Ligny, che è il simbolo di Trapani?" aveva chiesto a Damiano e alla Soprintendenza ai Beni Culturali il consigliere Pd Nino Grignano.
Il "gazebo" per aperitivi e cocktail era stato autorizzato da Comune e Soprintendenza. Il tutto rientrava in un progetto di "Movida etica". Ossia uno strumento per "riqualificare un’area oramai percepita come malsana con un tocco lieve e non repressivo". Ma, come dicevamo, a Torre di Ligny c'è una zona da proteggere, non esattamente da "riqualificare".
Un pugno in un occhio che ha colpito un po’ tutti. Tra i più indignati l’associazione Trapani Cambia: “Una vista mozzafiato della punta occidentale della Sicilia rovinata da una incomprensibile scelta”. Adesso, missione compiuta, Sabrina Rocca, di Trapani Cambia si chiede dove andrà a finire quel gazebo (si parla di una possibile collocazione in via delle Sirene: “speriamo che non vada a rovinare altre bellezze della nostra città, noi comunque vigileremo su eventuali nuove collocazioni non idonee. Resta il mistero di come, nel 2013, una cosa come quella senza autorizzazioni possa essere collocata lì e, solo dopo, la campagna on line spontanea, l'amministrazione pare accorgersene. Trapani cambia ringrazia i consiglieri Salone e Grignano per avere prontamente accolto il nostro allarme e avere, di conseguenza, agito in consiglio comunale”. E proprio in consiglio comunale Francesco Salone aveva detto che quel gazebo era completamente abusivo, senza alcuna autorizzazione. La rimozione avviene anche dopo il tam tam sui social network e le proteste del web. Intanto il sindaco Damiano in consiglio comunale, dopo aver fatto il passo indietro, ha puntualizzato che quel gazebo non serviva a vendere bibite ma “una struttura moderna che fa parte di un progetto presentato da una società di Milano. Nulla a che fare con l’attività commerciale, ma promozione culturale e valorizzare le zone della città che non sono interessate ad altri eventi”.