Troppa trasparenza può far male ai cittadini.
La trasparenza, per tutta la campagna elettorale è stata la parola più utilizzata da Giulia Adamo. Peccato che adesso abbia fatto marcia indietro. Da qualche settimana l'albo pretorio on line non tiene in archivio gli atti che pubblica. Anzi se qualcuno è interessato deve chiederli al Segretario. La cosa che fa più riflettere è che il Comune di Marsala va in controtendenza con quello che fanno tutte le Amministrazioni Pubbliche dopo l'introduzione del Codice Digitale. Dice la legge che per Albo Pretorio si intende il luogo e lo spazio dove vengono affissi tutti quegli atti per i quali la norma impone la pubblicazione in quanto debbono essere portati a conoscenza del pubblico. L'Albo pretorio on line diventa un luogo "virtuale" e accessibile a tutti con un semplice collegamento al sito web di riferimento. In questo modo tutti i documenti e gli atti che devono essere divulgati e diffusi per acquisire efficacia, saranno resi pubblici tramite Internet.
Ecco, ad esempio, (venendo alle cose noiose: le leggi) il decreto sulla trasparenza nelle pubbliche amministrazioni (del 13 marzo 2013) dice che è obbligatorio rendere rintracciabili sul sito delle pubbliche amministrazioni, i documenti, tutti, per cinque anni. Cinque anni.
Sembrerebbe che la "troppa informazione" faccia male ai cittadini marsalesi, questo non accade ad esempio nel sito del Comune di Trapani dove vengono pubblicati tutti gli atti e sono consultabili anche in archivio.
Succede infatti che scaduti i quindici giorni gli atti scompaiono dall’Albo pretorio online del Comune di Marsala. C’è anche l’avviso sull’home page dell’Albo pretorio sul sito del Comune. “Ai sensi del regolamento sul funzionamento dell’Albo Pretorio on line, scaduto il periodo di pubblicazione previsto in base alla normativa vigente, la visione e la richiesta di atti dovrà essere fatta alla segreteria generale dell’Ente”. Ma fino a poco tempo fa era possibile visionare anche tutti gli atti precedenti ai 15 giorni della pubblicazione. O della affissione, come si diceva una volta. Ma quella è preistoria, quando gli atti di un ente pubblico rimanevano nascosti al popolo. O forse no. Non è preistoria. E’ presente. Adesso scaduti i 15 giorni scompare tutto, o quasi. Sono presenti alcuni malcapitati avvisi. Sono quelli per i bandi ancora non scaduti, ad esempio. Insomma, viva la trasparenza al Comune di Marsala. E non solo. Perchè c’è anche un altro ente pubblico che pecca nella questione trasparenza. Come l’Ato Tp1 Terra dei Fenici, l’ente che gestisce il ciclo dei rifiuti in mezza provincia di Trapani, di cui fa parte il Comune di Marsala, che è “socio” di maggioranza. Ebbene, l’Ato, per non saper nè leggere nè scrivere, l’albo pretorio online nemmeno ce l’ha. E si è tolto il pensiero della trasparenza. Sul sito c’è una sezione chiamata “trasparenza” ma che di trasparente ha ben poco. Non è possibile guardare le delibere dell’ente. Perchè non ci sono. Ma ci devono essere. Lo dice la legge. E il buon senso. Perchè si tratta di cosa pubblica, se permettono. Durante una delle ultime conferenze stampa con il sindaco di Marsala Giulia Adamo era stato sollevato il problema. “Ma se volete le potete vedere le delibere, fate richiesta e ve le facciamo vedere”, ha detto il sindaco. Invece non funziona così. La legge dice che “trasparenza” deve essere davvero trasparente. Gli atti devono essere accessibili a tutti e in maniera immediata. Altrimenti che ci sta a fare il web.