Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
26/10/2013 06:35:00

Scrive Nino Rosolia, sulle vicende intorno al porto di Marsala

 

                                                       “ ’A scira squagghia ma..’a pitrissioni ‘un camina!”

 

                                                                                                                 

                                                                                                                Adagio popolare marsalese



Qualche rapida considerazione sulla ‘vexata quaestio’ del porto di Marsala e dei Progetti –  reali o futuribili –  che lo riguardano.

Parto dal rapporto SVIMEZ sull’economia nel Mezzogiorno: dei dati pubblicati di recente( “un quadro inquietante” ha commentato financo  Neapolitanus Rex) vorrei citarne soltanto un paio.

Il primo riguarda l’intero Sud ma, in particolare, la Sicilia.                                                                   

Se nel Mezzogiorno, infatti, si concentrano i più alti livelli di povertà, è nell’isola che si registra il dato più allarmante: il 20% delle famiglie sopravvive con un reddito inferiore a 1000 euro al mese.

Il secondo, è un tristissimo dejà vu: 2 milioni e 700 mila, negli ultimi vent’anni, sono i meridionali emigrati al Nord, molti di loro con studi superiori e universitari alle spalle (cospicua, al riguardo, la quota di‘under 35’: uno su tre ‘inattivo’, nonostante il 33,7% risultino diplomati e il 27,3%laureati).

Ecco:il Progetto della MYR, ove si realizzasse, potrebbe evitare,forse, a non pochi ‘Neet’ marsalesi, di andare ad infoltire le fila di questa sorta di esodo biblico.

Si stenta, quindi, a comprendere, da semplici cittadini, come proprio l’amministrazione comunale, improntando la sua condotta a ‘chiacchiere e distintivo’, continui a far perdere altro tempo prezioso.

Ma come: da decenni a nessuna delle compagini amministrative che hanno guidato Marsala era mai capitato di poter supportare un’iniziativa imprenditoriale di questo livello e l’attuale Sindaca ancora cincischia? Non è chiaro come il sole che, se gestita in modo intelligente e in collaborazione con l’ente pubblico, ‘Marina di Marsala’ potrebbe favorire davvero la rinascita economica della città? Sbalorditivo, al riguardo, quel che accade nella vicina Trapani: flussi turistici costanti omaggiano il suo restaurato e bellissimo centro storico. Il che, al di là delle scorie connesse alle modalità dei molteplici interventi effettuati, costituisce comunque un risultato ragguardevole per l’economia e la società trapanesi. Come sanno bene i giovani del territorio, impegnati nelle mille attività dell’indotto (abbigliamento, ristorazione, strutture recettive: dagli alberghi ai Bed & Breakfast).

Bisogna, dunque, recuperare il tempo perduto, accelerare la realizzazione del progetto.

Prima della buona politica, lo impone la logica.                                                                                                  

E prima della logica, la necessità di dare qualche speranza ai tanti giovani che, nel ventennio berlusconiano, aspettandosi il ‘nuovo’, nel Sud, hanno visto, al contrario, avanzare il deserto:                di investimenti, produzione industriale, rilancio del turismo culturale, opportunità di lavoro.

                                                                                                                                   G. Nino Rosolia