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01/11/2013 07:00:00

I capannoni di "Vigna Verde" dei cugini Marino all'Ente Luglio Musicale di Trapani

La sua storia è quella di una grande truffa. Quella di milioni di euro pubblici finiti in fumo. Adesso Vigna Verde sarà un centro per la cultura. Vanno all’Ente Luglio Musicale di Trapani i capannoni di “Vigna Verde”, quella che doveva essere la cantina vinicola più grande del Mediterraneo. E’ stata concessa all’Ente luglio in comodato d’uso gratuito. L’area è stata sequestrata nel corso delle indagini sui cugini Vito e Salvatore Marino, di Paceco, entrambi in carcere per l’omicidio del ragionier Cottarelli e della sua famiglia a Brescia. Le indagini sui due cugini imparentati con eccellenti boss avevano scoperchiato un giro di fatture false e trucchetti vari per ottenere finanziamenti agevolati. Poi tutto è rimasto abbandonato. I soldi sono spariti. Si doveva creare sviluppo, si dovevano creare posti di lavoro.
“L’impianto - come spiega L’Esercito della Truffa, di Francesco Appari e Giacomo Di Girolamo, la prima inchiesta che racconta come le frodi in Sicilia siano diventate sistema - è stato finanziato con la 488 grazie al patto territoriale Trapani Sviluppo Nord. È costato allo Stato, come contributi, circa 12 milioni di euro. I Marino sono riusciti a guadagnarne, puliti puliti, sei. Come? Facevano “triangolare” i mezzi che dovevano comprare per lavorare, facendoli passare dall’azienda di Cottarelli, che faceva da intermediario. È quella che noi chiamiamo “società cartiera”, perché gonfia le fatture che poi vengono portate allo Stato. I mezzi di cui si servivano i Marino sono stati prodotti dall’industria Guarnotta, a Mazara del Vallo. Ma invece di venderli direttamente ai Marino e a Vigna Verde, venivano venduti alla Dolma di Cottarelli, che poi li rivendeva per il doppio del valore ai Marino. Erano false le fatture, erano falsi i lavoratori, anche se figuravano operai con buste paga da 1200 euro al mese. Nessun controllava. Addirittura Cottarelli, in base alla sua partita Iva, si occupava di produzione di confezioni per fette biscottate, mica di macchinari per la produzione di vino biologico. Ma nessuno controllava. Non controllavano gli amministratori pubblici, non controllavano le banche, non controllava l’ente Trapani Sviluppo Nord”.
La società Vigna Verde adesso non esiste più, è in fallimento. Rimane la struttura, come un totem della truffa, come un totem della criminalità organizzata in terra di Sicilia. Comprende due magazzini, con una superficie complessiva di oltre 10 mila metri quadrati. Da anni è abbandonata ed è stata più volte saccheggiata.
L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa dallo stesso delegato del Luglio Musicale Trapanese, l’avvocato Gino Bosco. “Nasce tutto dal fatto che abbiamo attrezzature sceniche della lirica molto grandi e sparsi per magazzini della città che sono in pessime condizioni. In questi anni questo lavoro è andato perduto quindi abbiamo voluto trovare questo spazio che è adatto ad un utilizzo multifunzionale”. Bosco ha detto che nei magazzini di Vigna Verde si possono portare per intero le scene che man mano si costruiscono, ma non sarebbe soltanto un magazzino. Le attrezzature non verrebbero depositate, e basta, e lasciate a marcire. “Vogliamo fare al coperto un teatro, quello che noi d’estate facciamo alla Villa Margherita”. L’idea di Bosco è anche quella di creare laboratori teatrali dedicati ai giovani e ai disabili. Vigna verde si vuole valorizzare, ma è anche ridotto male. In questa prima fase il Luglio Musicale lo sistemerà un po’, pulendolo e rendendolo fruibile. Poi si installerà un impianto di videosorveglianza. Il bene è stato sequestrato e si attende la conclusione del procedimento di confisca. Una volta diventato bene dello Stato su Vigna verde si potranno avviare progetti di ristrutturazione più ampi. Bosco ha anche detto che si sta contattando i Ministeri degli Interni, Giustizia e Sanità per ottenere i 200-300 mila euro necessari ai primi lavori. Alla conferenza stampa c’era anche il sindaco di Trapani Vito Damiano. “Utilizzare i beni confiscati alla mafia per fini culturali – ha detto il sindaco - è un segnale forte per questo territorio. Tutti i trapanesi devono sostenere questa iniziativa”. Soddisfatto anche Luigi Miserendino, l’amministratore giudiziario di Vigna Verde: “Vigileremo per la riuscita del progetto. I tempi sono lunghi ma l’accordo di comodato d’uso non ha nemmeno una breve scadenza”. Infatti è a lungo termine, sempre che il bene non venga dissequestrato. Miserendino è contento che un bene come questo “possa essere riutilizzato per un fine culturale e non lasciato in totale abbandono”.