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03/11/2013 13:15:00

Scrive Salvo, sull'efficienza e la trasparenza del sindaco di Marsala

Gentile Direttore,
Da vostro assiduo lettore non posso non costatare l'atteggiamento contradditorio della sindachessa del comune di Marsala Dott.ssa Giulia Adamo, la signora almeno a parole in tutte le dichiarazioni che rilascia agli organi di stampa si riempie la bocca di due aggettivi “efficienza” e “trasparenza”. Ma in almeno due casi riferiti a soggetti vicini o facenti parte dell’amministrazione questo non è successo:
• Il dott. Sparla suo esperto nonché Presidente del CdA di Marsala Schola viene (giustamente o ingiustamente) attaccato dall’Associazione Llibera, dalla vostra testata e addirittura da RAI 3 durante la trasmissione REPORT, ed il Sindaco (riporto ciò che è stato scritto su marsala.it) dichiara “misera” la notizia del conflitto di interessi sollevato dal servizio di Report alla Camera di Commercio di Trapani. E dichiara anche che il dott. Sparla è stato attaccato perché competente.
• di questi giorni la notizia di una nuova tegola giudiziaria per l'amministrazione Adamo: il vicesindaco Antonio Vinci ed il capo di gabinetto Antonia Maria Zerilli sono indagati dalla Procura della Repubblica di Marsala per peculato continuato, perché avrebbero usato a fini personali auto di proprietà del Comune. La nostra sindachessa esce con un comunicato stampa dove ribadisce “che pur nel pieno e massimo rispetto nei confronti della Procura della Repubblica ripone piena fiducia nell’operato del vice e del capo di gabinetto”.

A questo punto mi sovviene un dubbio: mi sono rincoglionito di colpo, oppure la nostra sindachessa per misurare usa due metri diversi, ed i suoi proclami di legalità e trasparenza vanno a farsi benedire. Secondo la Adamo ai cittadini interessano le notizie pubblicate dai giornalisti sul suo operato, ed è per questo che due testate online si sono beccate ognuna la sua bella querela con richiesta di risarcimento danni morali a nome e per conto di tutti i cittadini marsalesi (con spese legali naturalmente a carico di tutta la comunità); di contro ora, piuttosto che costituirsi parte civile nei confronti dei due collaboratori che, usufruendo della sua fiducia, sono incappati – e quindi ora risultano indagati - in un grave presunto reato quale è quello di peculato, non fa più l’interesse dei cittadini e continua a tenerseli strettamente vicini, uno nella qualità di componente della sua giunta e, ancor più, di vice sindaco, l’altra nella qualità di Dirigente e, ancor più, di Capo di Gabinetto.
Vero è che il reato contestato ai due è da provare in sede processuale, ma è pur vero che anche l’eventuale scorretto uso del potere mediatico da parte delle due testate online è anch’esso da provare nelle aule del Tribunale.
E intanto la nostra cara sindachessa mette da parte i buoni principi – “legalità” e “trasparenza” sui quali, invece, l’azione amministrativa deve basarsi.
C’è tanta confusione nel modo di interpretare “l’ amministrazione della cosa pubblica” da parte della nostra prima cittadina!
Con immutata stima Salvo