Seconda giornata del “Festival dei beni confiscati alle mafie”, ieri a Marsala. E' stato ricordato Vito Pipitone – cui è dedicato il festival – e del quale proprio ieri ricorreva il 66° anniversario dell’omicidio. Al sindacalista marsalese, assassinato dalla mafia nel 1947, hanno reso omaggio il sindaco Giulia Adamo e gli altri rappresentanti istituzionali intervenuti in contrada Bambina, nel luogo in cui fu ucciso Vito Pipitone. Quest’ultimo e Lea Garofalo - cui è dedicato il concomitante Festival di Milano – sono stati ricordati, con un minuto di raccoglimento, nel corso del Convegno d’apertura che ha registrato diversi interventi, a cominciare da quello del sindaco Adamo che ha sottolineato “il ruolo attivo dei cittadini, della scuola e del volontariato per rilanciare i territori offesi dalla mafia”, evidenziando altresì “l’importanza che la legge sull’utilizzo delle somme di denaro e dei beni mobili sequestrati alla mafia, già approvata dall’ARS, diventi legge dello Stato e sia finalizzata ad assicurare maggiore sostegno alle Forze dell’Ordine nel contrasto alla criminalità organizzata”. A seguire, l’intervento del prefetto di Trapani Leopoldo Falco che, nel concordare con la proposta del sindaco Adamo, ha affermato che “è importante parlare di mafia, crescere nell’utilizzo dei beni confiscati, non isolarsi e stare dalla parte della legalità per contrastare la mafia”. Subito dopo la lettura del messaggio di saluto della presidente della Camera Laura Boldrini, ha preso la parola Salvatore Inguì (coordinatore provinciale di Libera), per il quale “i segnali inquietanti di questi giorni dimostrano ancora una volta che maggiore è la distanza tra cittadini e istituzioni, maggiore è la possibilità di infiltrazioni mafiose”. Sul percorso avviato assieme dai comuni di Marsala e Milano è intervenuto Paolo Preziosa (esperto di tematiche sociali), affermando che “l’impegno nord-sud contro la mafia è fondamentale per poter dire, fra vent’anni, la mafia è esistita”. Poi è stata la volta dell’assessore Benny Musillami che, nell’illustrare gli appuntamenti del festival (si chiuderà domenica), ha sottolineato “il grande entusiasmo che anima l’iniziativa e, assieme a Milano, la proporremo come festa nazionale”. Per un saluto sono pure intervenuti Darco Pellos (commissario straordinario della Provincia di Trapani), Bernardo Triolo (consorzio sviluppo e legalità), nonché i rappresentanti di Associazioni di volontariato che operano nel territorio, molte delle quali assegnatari di immobili e terreni confiscati alla mafia. Ha chiuso i lavori Umberto Di Maggio, presidente regionale di Libera, con un intervento dove ha affermato che “questo è il festival delle responsabilità da cui deve emergere che la mafia è una parentesi aperta ma che vogliamo chiudere, perché siamo geneticamente antimafiosi”.