Venti anni fa, il 21 Novembre del 1993, i marsalesi eleggevano Sindaco il notaio Salvatore Lombardo, alla guida di una giunta che metteva insieme pezzi importanti della società civile con i partiti e movimenti del centrosinistra. Per la prima volta si votava con il maggioritario: i cittadini potevano scegliere il loro Sindaco. Cominciava così una “primavera” della città ancora oggi rimpianta da molti cittadini, caratterizzata dall’apertura del Teatro Comunale e del Complesso di San Pietro, ad esempio, dal miglioramento dei servizi pubblici, dal lancio di iniziative culturali di spessore.
Salvatore Lombardo, come si può raccontare quella stagione marsalese ad un giovane che oggi ha 20, nato magari il 21 Novembre del 1993…
La raccontiamo per quello che è stato: un gran passo avanti per le istituzioni. Per la prima volta i cittadini potevano votare il loro Sindaco, e il Sindaco stesso era esente da condizionamenti dei partiti, tant’è che io ho potuto lavorare con una Giunta di professionisti di altissimo profilo.
C’era molta fiducia nel rapporto tra cittadini ed amministrazione.
Prima del 1993 un Sindaco durava quindici giorni, alcuni mesi, raramente un anno, perchè era scelto dai partiti ed eletto in consiglio comunale. Noi eravamo scelti direttamente dai cittadini, e la gente si sentiva partecipe dell’amministrazione, controllava i lavori, telefonava se un lavoro non veniva eseguito bene. C’era grande collaborazione tra amministrazione e cittadini.
Il 22 Novembre del '93 è il suo primo giorno da Sindaco di Marsala. Ricordi?
Buona parte dei dipendenti erano preoccupati della novità. Noi invece abbiamo fatto capire che chi faceva il suo dovere non avrebbe avuto nulla da dovere.
E ai cittadini, cosa avete detto per prima cosa?
Abbiamo detto da subito che i servizi comunali erano un diritto e non un favore. Non c’erano sudditi, ma cittadini. Prima era abitudine, per un cittadino, chiedere un favore all’impiegato comunale anche per avere un semplice certificato. Magari spesso c’era quello posizionato vicino la fontana comunale che li distribuiva. Noi abbiamo posto un freno a tutto questo, come prima cosa…
Galfano, Carini, Adamo. Tutti i sindaci che sono venuti dopo di lei la prendono come esempio e cercano di essere vostri “eredi”. Un paragone che pesa?
No, non mi pesa. Mi fa piacere. Vuol dire che il nostro è stato un periodo virtuoso. Ancora oggi molte opere che abbiamo inaugurato noi al centro della vita cittadina. Avevamo trovato somme che nel tempo non erano state spese, e abbiamo fatto investimenti che hanno cambiato il volto della città. Abbiamo completato opere abbandonate, cominciato nuove opere strategiche, tant’è che Marsala era il centro della provincia di Trapani.
Oggi non lo è più, c’è molta malinconia nell’aria. Una stagione come quella non è ripetibile. E d'accordo?
Il periodo economico è difficile per tutti, per chi amministra e per i cittadini. Dobbiamo tifare per Marsala, sempre: è una città che ha tutto, dal punto di vista turistico e ambientale, eppure spesso ce lo dimentichiamo. E credo anche tutti i Comuni della provincia di Trapani dovrebbero fare meno lotte tra loro e mettersi in rete per valorizzare davvero il territorio.
Giulia Adamo, Sindaco di Marsala, ha cominciato a fare politica con lei. Era la sua “assessora” alla pubblica istruzione. Poi si dimise per passare a Forza Italia e candidarsi alla presidenza della provincia. Voi tutti avete smesso di fare politica. Adamo continua. Vede degli elementi di continuità con la sua amministrazione?
Ognuno fa il Sindaco come lo sa fare, tenuto conto delle personalità, degli appoggi politici, delle coalizioni….