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21/11/2013 12:20:00

“Riscossione Sicilia rischia di saltare” . Buco da 60 milioni euro

 Rischia di saltare Riscossione Sicilia Spa soffocata da debiti pari a 60 milioni di euro accumulati fino al 2012 con alcuni fornitori a fronte di 220 milioni di crediti “bloccati” e perdite annue per circa 20 milioni di euro. La società controllata dalla Regione siciliana (99,8%), e in quota minore da Equitalia (0,1%), si occupa di gestire la raccolta dei tributi e delle altre entrate nell’Isola.
Questa mattina in commissione Bilancio all’Ars, i dirigenti di Riscossione Sicilia hanno tracciato un quadro finanziario della società abbastanza complesso. Il governo Crocetta cerca di metterci una pezza: l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, sta aprendo una interlocuzione con lo Stato per arrivare ad una soluzione tampone entro qualche giorno, in attesa che il governo Letta completi la normativa di settore che riguarda appunto le società di riscossione per quanto riguarda la remunerazione delle attività, al momento basate sull’aggio calcolato sul riscosso.
Il rischio che si vuole scongiurare è che qualche creditore possa adire le vie legali, facendo precipitare la situazione. “Abbiamo un progetto e alcune idee, dobbiamo però prima discutere con lo Stato sul percorso individuato”, affermano dall’assessorato all’Economia della Regione siciliana. Nella relazione ai commissari del Bilancio, Lucia Di Salvo, presidente del Cda della società, ed Ermanno Sorce, direttore generale di Riscossione Sicilia, hanno fatto il punto sulle difficoltà in cui si trova a operare la società, che fino a qualche tempo fa aveva in organico circa mille dipendenti e che al primo gennaio del prossimo anno ne avrà 715.
Riscossione Sicilia Spa avrebbe un problema strutturale finanziario calcolato in circa 10 milioni di euro, con una differenza tra incassi derivanti dall’agio sul riscosso e costi di gestione pari a circa 16 mln. Una situazione che ha prodotto sofferenze a cominciare dal 2009, cioè da quando è venuta meno la clausola di salvaguardia che aveva garantito un budget di circa 40 mln. Da allora la società avrebbe eroso il plafond, scrivendo in bilancio perdite per 20 mln all’anno, con un debito ora a quota 60 mln. La quota più consitente del debito è nei riguardi di grossi fornitori nazionali, tra i creditori ci sono pure alcuni avvocati e la proprietà dell’immobile dove ha sede la società. Dall’assessorato all’Economia assicurano che al momento Riscossione Sicilia Spa continua ad assicurare il servizio seppure con grandi difficoltà. La commissione Bilancio, presieduta da Nino Dina (Udc), tornerà a occuparsi della questione prossima settimana con una nuova audizione.