Spunta anche una tangente da sei milioni di euro nel processo, giunto alle battute finali, che vede imputato, tra gli altri, il consigliere provinciale Santo Sacco, vicino a Nicola Cristaldi, Sindaco di Mazara del Vallo. Lui però, Sacco è di Castelvetrano, ed è stato consigliere comunale nella sua città e funzionario della Uil.
Il processo è alle battute finali. Sacco, nell’ordinanza di custodia cautelare, è stato definito “incline alla commissione di reati e dedito alla violenza nonché, come pubblico ufficiale investito di rappresentanza politica, del tutto insensibile all’interesse pubblico e dedito esclusivamente, delle funzioni, a coltivare interessi privati”. L’operazione che lo ha portato prima in galera e poi sotto processo prese il nome di “Mandamento”. Santo Sacco sarebbe stato a disposizione della mafia, consentendo a Matteo Messina Denaro di controllare e gestire numerose iniziative imprenditoriali per la realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici, ma anche sostenendo le famiglie dei mafiosi in carcere, attraverso le fittizie intestazioni dei beni. Un interesse attivo che ha riguardato pure un progetto di realizzazione di un distributore di carburanti su un terreno d’eccezione: quello di Rosalia Messina Denaro, sorella del superboss e moglie di Filippo Guttadauro. Da alcune intercettazioni emergono con chiarezza tutti i contorni di un’intimidazione portata a termine dal politico, in concorso con Girolamo Murania (imprenditore nel campo dell’olivicoltura). Nel dicembre del 2007, i due vanno a Menfi per posizionare un ordigno rudimentale fatto con una bottiglia di liquido infiammabile sulla macchina di Melchiorre Saladino (finito già in manette nell’operazione “Eolo” nel 2009), “reo” di ritardare la consegna dei dati del vento per la realizzazione di un parco eolico. SACCO: Si, si, si, ora ci penso io, tieni stu pezzo di carta, non la toccare con le mani, picchi iddu ci può far fare .. . a mentre ora ci penso io un poco di nafta qua, faccio il fiocco e ci lu metto supra la .. . MURANIA: Ehm SACCO: Supra la machina … (… PAUSA…) MURANIA: Pigghiamu un pezzo di carta … SACCO: Ora ci penso io, ora al rifornimento ci penso io … (.. PAUSA. ..) MURANIA : O l’accattamu una bottiglia nuova, Santo? SACCO: No, ci penso io… SACCO: Iddu è cà, è giusto? .. Vediamo si è idda la machina, fazzi chi è n’avutra …non vorrei sbagliare… (Dopo aver posizionato la bottiglia, i commenti sono molto espliciti, n.d.r). SACCO: Amunì, accussì niavutri subito subito cuminciamu, ci cuminciu a fare capiri che la minchia un mi l’ava a rumpiri, amunì….lnc… un ci scatta lu cori. Ma torniamo al processo. Per Sacco, dai pm della Dda Padova eMarzella, sono stati chiesti 14 anni di reclusione. Il processo con il rito abbreviato dinanzi al gup di Palermo Nicastro. Richieste di condanna sono state avanzate nei confronti di Angelo Andrea (a 8 anni di reclusione), di Angelo Salvatore (ad anni 16 di reclusione), di Italia Antonina (ad anni 4 di reclusione), di Nastasi Antonino (ad anni 4 di reclusione), di Rabito Paolo (ad anni 8 di reclusione), di Spallino Antonino (ad anni 4 di reclusione), di Spallino Raffaella (ad anni 4 di reclusione), di Villa Gioacchino (ad anni 10 di reclusione). La tangente sarebbe quella chiesta ad una multinazionale italo-danese (la Baltic Energy) per un totale di 6 milioni di euro per consentire l’installazione di impianti di produzione di energie rinnovabili.