La Sicilia si conferma la quarta regione per la produzione di vino in Italia grazie anche a una superficie vitata che raggiunge i 107.000 ettari. Trapani è la provincia che detiene la più grande area coltivata con 61.600 ettari, la maggior produzione di vino con 2.526.000 ettolitri e la maggiore area di coltivazione DOC con 6.800 ettari. La produzione di vini di qualità siciliani resta tuttavia limitata al 12% della produzione totale. Queste sono le risultanze dell’analisi della viticoltura siciliana realizzata in occasione del Convegno espositivo Viticoltura Enologia in programma a Padova il prossimo 12 dicembre.
La Sicilia si conferma la quarta regione per la produzione di vino in Italia dall’analisi delle vendemmie degli ultimi 5 anni con un valore medio produttivo di 5.605.000 ettolitri staccando nettamente il Piemonte, fermo a 2.677.000. La viticoltura siciliana non si distingue per qualità, i vini doc pesano solo per il 12% sulla produzione totali. La gran parte della produzione è rappresentata da vini IGT che con 3.027.000 ettolitri rappresentano il 59% del totale e il 22% dei vini IGT di tutta Italia. A differenza della tendenza presente nel resto d’Italia, in Sicilia l’ultimo anno ha fatto registrare un’impennata dei vini rossi che sono aumentati del 30% salendo a 2,2 milioni di ettolitri quasi pareggiando i 2,3 milioni dei vini bianchi.
“Il settore vitivinicolo siciliano vive una fase di forte dinamismo con una filiera che sta cambiando, sia in risposta a un contesto normativo sempre più complesso e a un mercato sempre più competitivo, sia in virtù della rapida e continua evoluzione di tecniche e tecnologie applicabili in vigneto e in cantina. Il prossimo Convegno Espositivo Viticoltura Enologia di Padova, in programma il 12 dicembre, mette a disposizione a tutti gli operatori del settore una giornata di relazioni tenute da docenti universitari, ricercatori ed esperti del settore per ricevere l’adeguato aggiornamento tecnico sulle sfide che oggi pone il mercato come la sostenibilità, l’internazionalizzazione e la protezione della territorialità del prodotto. Un appuntamento di particolare importanza ed interesse per il mondo vitivinicolo italiano come è attestato dalla presenza ufficiale dell’OIV, (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) e dal patrocinio di numerosi consorzi di tutela” ha commentato Costanza Fregoni, coordinatore tecnico dell’evento.
La vendemmia 2013 ha potuto godere di un buon andamento climatico che si è registrato in tutto l’arco dell’anno: piogge abbondanti nel periodo invernale e temperature regolari durante la fase primaverile ed estiva e, non ultimo, le piogge verificatesi a fine agosto. La produzione finale di vino è data in aumento del 30% rispetto al 2012 secondo Assoenologi e del 17 % secondo le previsioni Ismea e Unione Italiana Vini, per un dato finale che può variare quindi tra 6.760.000 e 6.048.000.
Dal punto di vista delle imprese, Il settore vinicolo siciliano ha visto una notevole riduzione delle aziende sul territorio che, secondo gli ultimi dati ISTAT nel periodo 2000/2010 sono passate da 79.603 a 40.611 con una superficie vitata a disposizione per singola azienda che passa, da 1,5 a 2,7 ettari, rispetto a una media nazionale di 1,6 ettari.
Il vitigno più diffuso è il Catarratto bianco comune che nella rappresenta insieme alla variante Cataratto Bianco Lucido il 33% dei vitigni della regione. Al secondo posto, con il 14%, troviamo invece il Calabrese (Nero d’Avola). Poi è la volta invece di due vitigni bianchi, il Grillo e l’Ansonica con il 6% a testa. Tra i vitigni rossi seguono invece il Syrah, Merlot e Cabernet Sauvignon con 5mila, 4mila e 3mila ettari che precedono il Nerello Mascalese, l’altro grande vitigno rosso siciliano. La provincia di Trapani ospita 1927 ettari di Catarratto bianco comune che è abbondantemente il primo vitigno della provincia; la provincia di Palermo non ha una chiara vocazione per un vitigno e prevale di pochissimo con 375 ettari ancora il Catarratto bianco comune. Il Nerello Mascalese si concentra quasi interamente nella provincia di Catania con 872 ettari mentre il Calabrese prevale nelle province di Agrigento, Siracusa e Caltanissetta con superfici coltivate pari a 271, 385, 354 ettari.