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15/12/2013 06:50:00

Non solo Sappusi. "Ecco il caso dell'antenna di Pispisia a Marsala"

Vista l’attenzione che si sta muovendo per l’istallazione dell’antenna Telecom nella zona di Via Sappusi a Marsala, vicino il Liceo Scientifico “P. Ruggieri” , mi sorge doveroso porre l’attenzione anche su un altro caso di istallazione di antenna Telecom, più specificatamente chiamate stazione radio base per i sistemi di comunicazione GSM/DCS/UETS/UMTS900, nella zona di C/da Pispisia, a Marsala, all’interno di un centro abitato. Un anno fa circa, la sig.ra Bianchi Monica, si rivolse a me, lamentando che in un terreno, di fronte casa sua, stavano cominciando dei lavori, che non si capiva di che natura fossero, e solo dopo varie indagini, e richieste specifiche della stessa indirizzate al Comune di Marsala, si scoprì che erano diretti all’ istallazione di un’antenna Telecom, consistente in un palo metallico di 24 mt, con appositi ripetitori nel raggio di 500 mt. Tutti i residenti della zona, consapevoli dei pericoli, si allarmarono al punto che decisero di sottoscrivere una Petizione Cittadina, coadiuvata da 336 firme , indirizzata al Comune di Marsala e all’A.R.P.A. Sicilia, e depositata da me medesima in data 03/12/2012 al Comune di Marsala. Con la petizione fu chiesto al Comune di Marsala, nonché all’ A.R.P.A., di bloccare i lavori di istallazione dell’antenna da parte della Telecom spa, valutare quali fossero i rischi alla salute per la popolazione, visto che l’antenna sorgerebbe proprio dentro un centro densamente abitato. Fu chiesto infine che detta antenna fosse collocata fuori dai centri abitati. Questa battaglia iniziata un anno fa, con la richiesta continua dei cittadini di bloccare l’istallazione di quest’antenna, ha sortito il risultato della sospensione dei lavori fino a due mesi fa circa, quando ha ripreso a muoversi il cantiere. Insospettita della cosa, e vista la mancata comunicazione di qualsiasi genere da parte del Comune di Marsala ai cittadini firmatari della petizione di protesta, ho chiesto all’ufficio competente lumi sulla vicenda, e per tutta risposta, trovo un parere positivo dell’A.R.P.A. del 30/09/2013, che AUTORIZZA l’esecuzione dei lavori per la realizzazione dell’antenna, ma con una riduzione dell’altezza della stessa, da 24 mt. a 18 mt.. Sinceramente, non mi spiego come una riduzione di altezza da 24 mt a 18 mt possa non esporre i cittadini ai noti rischi derivanti dalle onde elettromagnetiche, anzi tale riduzione di altezza non fa altro che peggiorare la situazione, sia sotto il profilo della salute dei cittadini, che dell’impatto paesaggistico. E, siccome, ancora nessun studio scientifico ha provato con certezza che i ripetitori di telefonia cellulare non sono assolutamente nocivi per la salute dell’uomo, chiedo all’Amministrazione Comunale di Marsala, che se non può bloccare questa invasione selvaggia di antenne, vista la legislazione vigente volta a favorire gli interessi delle compagnie telefoniche a discapito della salute dei cittadini, che, almeno, ascolti la popolazione. E non credo infatti, sia sufficiente a tal fine la recente presa di posizione del sindaco di Marsala che ha dichiarato che tramite l’ARPA accerterà i livelli di irradiazioni di tutte le installazioni in città. Ritengo che il Comune di Marsala, che fa parte dell’ANCI, e per l’importanza che ha nel panorama dei comuni d’Italia per storia e grandezza , debba invece farsi promotore di una proposta di legge che vieti le istallazioni di antenne di telefonia mobile nei centri abitati ed in prossimità di scuole, e ne riduca fortemente il numero . La liberalizzazione voluta dalla legge Gasparri ha, infatti, prodotto non solo l’indiscriminata istallazione, ma anche la proliferazione selvaggia dovuta al fatto che le compagnie telefoniche anziché appoggiarsi le une sulle altre, edificano le proprie. Tutto ciò, se da un lato determina la perdita di sovranità territoriale da parte dei comuni, in favore delle compagnia telefoniche, dall’altro, ed è soprattutto questa la cosa più grave, espone a gravissimo pericolo la salute di tutti i cittadini anche di quelli che ci governano.

Avv. Giovannella Licari