Raccontavamo qualche giorno di come la famiglia mafiosa di Castelvetrano, in base a quanto emerge dall’attività investigativa che ha portato all’operazione Eden, avesse deciso di puntare, per il continuamento della dinastia criminale dei Messina Denaro, su Ciccio Guttadauro, nipote di Matteo, e chiamato “Cicciu u ranne” o “Cicciu di Rosetta” (la madre è Rosalia Messina Denaro), per distinguerlo da un suo omonimo cugino più piccolo. E’ così presente il fatto che bisogna dare sostentamento al giovane Guttadauro che Giovanni Filardo, imprenditore in carcere perchè ritenuto appunto contiguo ai Messina Denaro, dà disposizione alle figlie e alla moglie, di pensare al suo sostentamento, destinando a lui parte dei proventi dell’attività svolta dalla sua ditta, la BF Costruzioni.
E’ il 13 Settembre del 2010, quando, durante l’ennesimo colloquio in carcere, Giovanni Filardo dà proprio un ordine alla moglie Francesca: “A Ciccio dovete darli….Questi!”. Si parla, ovviamente, di soldi, e di come dividerli.
Ma, nell’intricata ragnatela di parentele dei Messina Denaro, c’è un’altra intercettazione che, in questo senso è molto indicativa. Rosa Santangelo parla con la figlia Giovanna. Si lamenta del fatto che Francesca Barresi e le nipoti Floriana e Valentina Filardo (le abbiamo conosciute l’altra volta, alle prese con la gestione dell’impresa del padre), si erano consapevolmente appopriate di proventi che a loro non era spettanti. E’ il 15 Aprile 2011 e l’anziana Santangelo conosce bene come funzionano le cose in famiglia: “Loro – dice alla figlia – lo sanno bene cosa devono tornare indietro e fanno finta di niente…lo hai capito?”. In pratica, con la BF Costruzioni s.r.l. veniva mantenuta non solo la famiglia di Filardo ma anche la famiglia mafiosa di Castelvetrano. Anche perchè c’è sempre un ospite ingombrante, Matteo, il superlatitante, che ha bisogno di soldi in continuazione per muoversi nell’ombra. Rosa Santangelo lo sa: “Chiddru avi a camminare” dice: lui, Matteo, deve muoversi. E ancora: “Chiddru vola”. Elemento interessante, quest’ultimo. Fa intendere che la signora Rosa sa che Matteo Messina Denaro si sposta con l’aereo, vola, appunto. Non è una novità. Già ai tempi delle stragi del ‘92 – ‘93, Matteo Messina Denaro si muoveva indisturbato per treno e in aereo in Italia utilizzando la carta di identità del suo amico Paolo Forte, da poco scomparso. Ma adesso? Questo si che sarebbe un elemento interessante da approfondire. Adesso chi fa “volare” Matteo Messina Denaro, permettendogli di avere documenti falsi, e comprando per lui i biglietti? E dove va Messina Denaro quando vola? E da dove vola? Palermo ? Trapani? Un aeroporto fuori regione? Tutto fa pensare a dei voli internazionali, per i rapporti che la famiglia mafiosa di Castelvetrano ha avuto da sempre con diversi referenti in Nord America, come nel Sud America e in Africa del Nord. Don Ciccio Messina Denaro, il padre di Matteo, era chiamato “il Ministro degli Esteri di Cosa nostra”, proprio per la sua capacità di aver relazioni con mezzo mondo. Sono queste le relazioni che continua oggi Messina Denaro? E a che scopo? Inoltre va aggiunto un altro aspetto, non secondario: volare in Italia o in Europa è possibile con una carta di identità, e la falsificazione di questo tipo di documento è cosa facile.
Viene in mente Alcamo, dove, in una delle tante operazioni antimafia, finì coinvolto anche il funzionario Giuseppe Indovina, zio del deputato regionale Udc Mimmo Turano.Indovina, funzionario all’anagrafe del Comune di Alcamo, firmava false carte d’identità, a volte anche inverosimili. Una volta ne rilasciò una ad un imprenditore con la foto di Matteo Messina Denaro.
Ma volare fiori dall’Europa significa correre molti rischi, la necessità di un passaporto falso, i controlli da superare. Ci vuole davvero un grande aiuto.
Insomma, un bel rebus.
Tornando a noi, la signora Rosa ha a cuore gli interessi di Matteo, il figliolo latitante. “Senza soldi un po’ volare – spiega alla figlia Giovanna – lo hai capito? E loro…vogliono fare mettere in pericolo tuo fratello!”
Sempre presso l’abitazione di Rosa Santangelo lo scorso 21 Settembre è stato captato un ulteriore dialogo di indubbio interesse. Lorenzo Cimarosa Lorenzo (oggi è indagato, è un altro genero di Rosa Santangelo) si lamenta proprio di come si sia comportato male Giovanni Filardo, e il biasimo è pure di Patrizia Messina Denaro. Cimarosa fa capire chiaramente che la ditta di Filardo esiste grazie all’apporto dei Messina Denaro e che, insomma, lui è un ingrato. Cimarosa riporta un pensiero di Patrizia: “Dice…complimenti, gli dobbiamo fare i complimenti! A questo, secondo me, gli si è spostato il cervello….sette, otto mesi ….e non ha incassato nulla? E casomai nel conto in banca i soldi chi li ha portati? Chi li ha fatti lavorare? Un altro?”.
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