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26/12/2013 06:45:00

Ardizzone difende l'Ars: "Lavoro di qualità, tagli reali ai costi della politica"

 Ha dovuto giocare in difesa il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, incontrando la stampa per il bilancio di fine anno. Molte le polemiche sui "finti" tagli agli stipendi dei deputati e sull'inattività dell'Ars stessa. C'è inoltre il timore concreto che entro il 31 non si arrivi all'approvazione della finanzaria. 

"Entro il 31 dicembre bilancio e finanziaria verranno incardinati, è indispensabile per mettere al sicuro questi provvedimenti e tutelare i cittadini siciliani. Niente allarmismi, siamo in attesa del provvedimento definitivo sui precari dal governo nazionale». 
Il presidente dell'Ars ha rivendicato l'approvazione del disegno di legge sulla spending review del Parlamento siciliano. «A molti media e alla stampa nazionale - ha aggiunto Ardizzone - non è andata giù che abbiamo approvato il "decreto Monti", si aspettavano che non ci allineassimo alle altre regioni d'Italia. Non è vero che costiamo di più, che abbiamo fatto i trucchi. C'è un attacco concentrico, volevano quasi che non contenessimo i costi della politica per continuare a denigrare la Sicilia e la sua classe dirigente».
Dopo i tagli previsti con il recepimento del «decreto Monti», «il bilancio dell'Ars - ha rilevato Ardizzone - è attualmente in fase di elaborazione, c'è una indicazione forte dell'Aula che riguarda una riduzione sul funzionamento e costi del personale che si aggira sul 10% da spalmare in tre anni. Sulla riduzione effettiva dell'indennità parlamentare non mi sento di dare cifre. Un'ipotesi di carattere generale c'è, bisognerà verificare i contratti in essere e differenziare la parte tassabile da quella non tassabile. Credo che la parte non tassabile sarà quella che spetterà per le spese di segreteria e la diaria, circa 4.500 euro, come per le altre regioni». Con la spending review, l'indennità parlamentare è passata da circa 19 mila euro a 11.800 euro lordi.
Sul numero esiguo di disegni di legge approvati dall'Ars nel 2013, Ardizzone ha replicato che ciò che conta è la qualità. Alcuni disegni di legge sono pronti per l'Aula, come il «ddl Zito», dal nome dell'ex questo di Palermo, Nicola Zito, sull'utilizzo dei beni confiscati alla mafia.
«Una mia grossa soddisfazione - ha continuato il presidente dell'Ars - è avere fatto mio quanto la burocrazia di questo palazzo sosteneva da anni: ho inviato una nota al governo, dicendo che tutti i ddl devono essere obbligatoriamente accompagnati da una relazione tecnica. Sono stato fortemente critica per questo, come se avessi voluto fermare l'attività del governo. Invece, ne vado fiero perché abbiamo così inaugurato una nuova stagione di trasparenza ed efficacia delle leggi. Tanti disegni di legge del governo sono stati rimandati indietro per mancanza di relazione tecnica e tante norme ho stralciato in finanziaria. Questo procedimentio ha salvato diverse norme dall'impugnativa del Commissario dello Stato. Abbiamo anche salvato dal dissesto tanti comuni. La burocrazia segnalava questo problema da tempo e si è sentita assecondata dal mio atteggiamento. Ho anche detto mai più leggi senza relazione tecnica, così come mai più leggi approvate di notte e in sordina».
Ma per Ardizzone, «la legge più importante approvata in questa legislatura, che è sfuggita a tutti, è stata l'approvazione del rendiconto 2011. C'era un problema serio sulle entrate e non c'entra niente ovviamente il governo Crocetta. L'allarme era stato lanciato da questo Parlamento e non dalla Corte dei conti o da altri: di questo devo ringraziare i dirigenti e i funzionari dell'Ars. Fu chiesto al governo di fare chiarezza perché c'era il rischio che il rendiconto 2011, con 15 miliardi di residui attivi, fosse bocciato».