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12/02/2014 06:55:00

Salemi. Con “Lo sportello H Polivalente” di Paola Gandolfo si accende una speranza

Capita che una domenica uggiosa, flagellata incessantemente da una sottile pioggia, possa regalarti al calare della sera un inatteso raggio di sole. A donarcelo questa volta ci ha pensato Paola Gandolfo, presidente dell’Associazione “Spazio Libero Onlus”, in un occasione del l’inaugurazione di “Sportello H Polivalente”.”. Una creatura, questa, tutta sua e frutto di un ambizioso progetto, meditato per circa otto anni. Uno spazio che vuole essere un punto di riferimento certo per la comunità salemitana, e non solo, attraverso un’offerta diversificata d’interventi di volontariato. Un ampio ventaglio di tematiche che va dal sociale, ai diritti spesso negati, quando se non addirittura calpestati; dal turismo, alla rivalutazione delle tradizioni popolari; dall’informazione attraverso i mezzi dell’ informatica, all’abbattimento di ogni forma di barriere, architettoniche, sociali, sia morali. Queste ultime, le più difficili da rimuovere perché subdolamente invisibili. Ha colpito la frase ricorrente del discorso di presentazione di Paola. “Dobbiamo pensare in grande”, ha ripetuto più volte. Un leitmotiv pronunciato senza falsa modestia, e con una sottile e seducente punta di ironia. Conquista chi la sta a sentire. Con una tesi di laurea (ne ha due, una in Scienze dell’Educazione e l’altra in Scienze Sociali) dal titolo “Il sapore amaro dell’integrazione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro” ha acquisito le cognizioni scientifiche necessarie per affrontare le problematiche che affliggono molti dei soggetti svantaggiati. Oggi, dopo una lunga maturazione, è venuto il momento di metterle a frutto nella vita reale quotidiana, mi dice con fermezza. Partendo dalla convinzione che a Salemi è assente la “Polis”, si sente spinta dall’imperativo categorico di ridare agli altri quanto ricevuto dagli studi e dai libri, ma anche dalla famiglia e da strutture sanitarie d’eccellenza. Già. Perché si dà il caso che la persona di cui stiamo parlando, da quel fatale pomeriggio in cui la moto su cui procedeva improvvisamente s’imbizzarrì scaraventandola paurosamente sull’asfalto, da sedici vive, come direbbero gli inglesi, con la “mano sul cappello” ( il significato letterale di “handicap”, nato nell’ambiente inglese delle corse di cavalli, un artifizio con il quale si obbligava il fantino, che cavalcava un cavallo dotato di qualità superiori, a gareggiare con la mano sinistra a contatto con la visiera del cappello, un svantaggio per equilibrare le sue prestazioni rispetto a quelle degli altri concorrenti). Status che, contrariamente a quanto di possa immaginare, ha amplificato in meglio le doti umane, caratteriali e intellettive di cui è in possesso. Non prima però di avere attraversato un percorso di vita dantesco. Dopo l’Inferno di Palermo, in coma soporifero per tre giorni, durato ben due mesi durante i quali ogni decisione sembrava non essere quella adeguata e dove sovrana regnava l’incertezza, ecco aprirsi un varco all’orizzonte. L’uscita dal tunnel portava direttamente al Purgatorio, che come insegne aveva quelle dell’Ospedale Niguarda di Milano. Vi sosterà per un lunghissimo anno. Fino a quando si apriranno le porte del Paradiso sotto forma di una struttura di riabilitazione di altissimo livello. Sarà, come ella stessa ci dice “l’inizio di una nuova vita”, che la porterà ad accentuare gli aspetti dominanti del suo aspetto caratteriale. Più “tosta, testarda, combattiva”. E, aggiungeremmo noi, più consapevole e più bella. Ecco la genesi di “Sportello H Polivalente”. “Acca”, la lettera muta dell’alfabeto, diventa in questo caso emblematica e più eloquente di un qualsiasi vuoto e retorico discorso. Essere al servizio degli altri per combattere le tante disabilità, anche quelle culturali, questa la missione. Il tutto, assicura, verrà fatto non in sostituzione del Comune o di altri Enti. Semmai in sinergia con essi. Cercando partenariati con altre associazioni, quali la “Bovarella” o l’”Hermes”, che si occupano delle persone con disabilità. Un servizio a vasto raggio d’azione che vedrà all’opera un agguerrito team di esperti. Come assistenti sociali opererà, oltre alla stessa Paola, anche Marzia Catalano di Santa Ninfa. Sebastiano Cipolla si alternerà allo sportello anche come consulente tecnico, mentre per le questioni di carattere giuridico-legale ci penserà l’avvocato Rosaria De Simone. Sarà, infine, la psicologa e psicoterapeuta Anna Zinerco di Mazara del Vallo a dare un sostegno a quanti chiederanno interventi di entità diverse, dal modesto disadattamento al disagio personale e, nei casi di sintomatologia grave, l’avviamento verso le idonee strutture pubbliche. Per l’apertura del Sportello, nessun finanziamento è stato richiesto. Le spese d’impianto sono state possibili, grazie ad un piccolo fondo di cui è dotato l’Associazione “Spazio Libero Onlus”. E’ nato in occasione della sua laurea, quando Paola chiese il “regalo in busta”. Aveva già in mente il progetto. Che oggi finalmente diventa realtà. Con un’apertura prevista a giorni alterni: martedì, giovedì e sabato dalle 10;00 alle 13;00. Lo Sportello è incentrato in una sorta di “formula delle cinque D”, dove “D” sta per diritto: Diritto della persona, Diritto alle pari opportunità, Diritto di famiglia, Diritto ai servizi, Diritto al lavoro. In contemporanea stanno pensando all’organizzazione di un Corso, che partirà il prossimo 5 marzo e che si prefigge di mettere un tassello sulla via accidentata dell’integrazione nel mondo del lavoro di chi è svantaggiato anche da una disabilità. I risultati dimostrativi del corso verranno poi illustrati a maggio nel corso di apposito convegno. Non si crea facili illusioni, Paola. Sa che il percorso, appena iniziato, sarà lungo, irto di barriere da abbattere e che vi vorrà del tempo per vedere i primi risultati. “Ma occorre iniziare-mi dice con il dolce sorriso che la identifica-“pensando in grande e con grandi ideali. Sperare è un dovere, non un lusso. Sperare non è sognare, ma è la capacità di trasformare un sogno in realtà”. E, se lo dice lei, c’è da crederlo. Calvino scriveva che "Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone". Il nostro deserto, aggiungo io, è fatto da amministrazioni cieche e sorde ,succedutesi in tutti questi anni, che non hanno avuto mai un orizzonte di ampio respiro e che non hanno mai “pensato in grande spinti da grandi ideali” per costruire una proposta di grande spessore

Franco Lo Re