Ombretta Nizza, titolare dello stabilimento balneare che si trova a San Teodoro, nello Stagnone di Marsala. Lei assieme a suo marito è stata al centro di una vicenda giudiziaria molto particolare. Siete stati accusati di estorsione nei confronti dei camionisti della Sosalt che in maniera del tutto originale trasportavano il sale dall’isola Lunga alla terraferma passando per un lembo di mare meraviglioso. Suo marito è stato anche arrestato nel 2008 per questa vicenda. Tante le vicissitudini, adesso siete stati entrambi assolti. E nel corso del processo si è scoperto che i camion non avrebbero mai avuto l’autorizzazione per passare.
Esattamente. Dobbiamo ricordare che lo Stagnone è una riserva naturale, una Zona a Protezione Speciale e Sito d’Interesse Comunitario. Si è andato sempre contro al codice della navigazione e anche del regolamento della Rno. Tutto questo si è fatto a discapito della riserva e della mia attività. Noi lavoriamo lì dalla bellezza di 15 anni. 15 anni di ingiustizie, di calvario, accusati ingiustamente di un reate molto grave, che è l’estorsione. Ma adesso ne usciamo a testa alta, e ci riprendiamo la nostra dignità.
Secondo l’accusa voi chiedevate il pizzo per il passaggio dei camion. 9 mila euro nel 2007, 7 mila euro nel 2008. Suo marito ci disse: “Guardate che non si può chiedere il pizzo e farsi pagare con assegni bancari”. Quindi è stato acclarato che si trattava di un risarcimento dei danni causati dal passaggio dei camion?
Lo ha sempre detto, lo ha sempre gridato. Solo che non è stato ascoltato. Un camion carico di sale immaginate i danni che crea all’ambiente e all’arenile dato a noi in concessione. La Sosalt non era autorizzata a trasportare il sale con i camion. Avevano una autorizzazione con un foglio senza data, una cosa molto anomala.
Rilasciata nel 2002 quando era presidente della provincia l’attuale sindaco di Marsala, Giulia Adamo.
Esatto.
Voi avete questo lido da tantissimo tempo.
E hanno sempre provato a farci chiudere. In tutti i modi.
Come? Chi?
Da quando abbiamo messo piede là è iniziato il calvario. Purtroppo per colpa delle autorità e delle istituzioni. A mio giudizio tutto nasce per favorire un altro privato che è il signor Giacomo D’Alì Staiti, il proprietario della Sosalt. Ma tutto ciò è stato fatto a discapito dell’ambiente e mio. Ci hanno sempre provato a cacciarci. Con le calunnie, con le menzogne, con le cattiverie, e con accuse molto gravi da cui ce ne usciamo a testa alta perchè il fatto non sussiste. Tant’è che gli autotrasportatori hanno anche ritirato la denuncia nei nostri confronti per estorsione. Io non mi fermerò a denunciare qualsiasi tipo di ente per queste ingiustizie nei nostri confronti.
Il cittadino, fruitore della riserva, si chiede: la provincia regionale di Trapani, che è l’ente gestore della riserve e dovrebbe tutelarla, come autorizzava in maniera molto ambigua - in base a quello che dice lei - il passaggio di questi camion vecchi e mal messi?
Io parto dal presupposto che la Provincia dovrebbe tutelare la riserva. In questa riserva si può camminare solo a piedi, non si può fare vela, non si può navigare con le barchette. Se la Provincia rilascia autorizzazioni del genere saranno cavoli suoi, se la vedrà con la giustizia. Io da quello che ho visto posso solo dire che quel foglio senza data non doveva nemmeno uscire. E’ contro tutto, contro l’ambiente, contro la legge. Lì tutti hanno fatto cose contro la legge. Quel tratto di mare non si capiva più cos’era, se fosse mare o strada o una riserva. Hanno fatto delle cose che non dovevano assolutamente fare.
La Riserva dello Stagnone, passerà probabilmente dalla gestione della Provincia a quella del Comune di Marsala. Tra l’altro questa è stata una richiesta del sindaco Giulia Adamo che ne ha anche fatto un suo cavallo di battaglia in campagna elettorale.
(Ride)
Perchè ride?
Il sindaco vuole prendersi la Riserva. Ma se è stata lei stessa, quando fu presidente della Provincia e quando era a braccetto con D’Alì che rilasciò quell’autorizzazione.... Parliamoci chiaro...
Dica.
Questi camion sono stati sempre abusivi. Da quando sono entrata io con la mia licenza doveva essere inibito il passaggio di questi camion.
Invece?
Invece lei fece il primo nulla osta. Con quale principio si dice che la Riserva Naturale dello Stagnone debba essere affidata oggi proprio a Giulia Adamo? Lei è stata una grande delusione, a me particolarmente mi ha girato le spalle, mi ha tradita. Ma ha fatto delle cose incredibili. Quando era a braccetto con D’Alì autorizzava i camion. Poi hanno litigato, e quando io ho cominciato ad avere problemi di decadenza dei miei titoli concessori, fa l’interrogazione parlamentare all'Ars in mia difesa. Lei, assieme ad Eleonora Lo Curto. Ma lì c’era tutto uno scopo. Perchè io mi dovevo candidare.
Perchè lei, Nizza, si candidò con la lista di Eleonora Lo Curto alle amministrative del 2012 in sostegno del sindaco Adamo....
E presi 37 voti. Hanno fatto tutto questo per prendermi 37 voti, è stata tutta una situazione organizzata da loro. Promettendomi il miracolo. Ossia il ripristino delle mie concessioni, che mi erano state tolte. Allora io mi candido, porto a entrambe i miei 37 voti, faccio scattare un seggio in consiglio comunale, e poi mi girano le spalle.
Quindi lei dice la fecero candidare alle amministrative promettendole che le avrebbero risolto i problemi al lido?
Esatto. Poi non me li hanno più risolti. Ma loro in maniera legale dovevano risolvermi i problemi al lido. La Lo Curto fu chiamata dal pm per la chiusura del lido e ha detto un cumulo di bugie. Che le stavo sempre dietro, che la tartassavo per risolvere la mia situazione, che ero io a pressare su di lei. Ma non è così. Lei una volta ci disse anche che chi ci aveva fatto chiudere il lido era come un “killer”, che non doveva farlo. Abbiamo anche le registrazioni di questa conversazione.
Ma Giulia Adamo aveva fatto una interrogazione parlamentare quando era all'Ars chiedendo una soluzione per voi.
Il 3 agosto 2012 mi arriva l’autorità giudiziaria e mi chiude lo stabilimento balneare. Giulia Adamo, da Sindaco, con una nota ha chiesto al direttore generale di chiudere la struttura. E il direttore le risponde: “Ma lei non era quella che aveva fatto l’interrogazione parlamentare in sua difesa?”. E’ davvero mortificante questa politica marsalese.