Giulia Adamo è in Spagna. Il sindaco di Marsala è a Jerez de la Frontera a consegnare il testimone, pesantissimo, di Città Europea del Vino.
Nel 2013 la città di Marsala è stata insignita del titolo di città del Vino in Europa. Il compito era quello di organzzare una serie di manifestazioni che avessero come punto centrale il vino, e veicolare l’informazione e la promozione del nettare divino, di cui Marsala è principale produttore. Per fare questo il Comune di Marsala ha stilato lo scorso anno un programma di cose da fare che comprendeva tutto, anche, e soprattutto, eventi che col vino non c’entravano niente. Il costo totale: 800 mila euro. Con l’aiuto della Regione Sicilia che ha co-finanziato alcune manifestazioni con 440 mila euro. La festa è finita, il sindaco Adamo va a Jerez a consegnare la bandiera che aveva a sua volta ricevuto un anno fa a Palmela, in Portogallo.
Intanto cosa rimane di Marsala Città europea del Vino. Poco, o niente. Ci sono sul selciato del centro storico di Marsala alcuni, sbiaditi, graffiti fatti fare con un costo di quasi 5 mila euro dall’Amministrazione Adamo, con tanto di Q-R Code che doveva riportare al sito, ma che non erano funzionanti. Poi niente più. Non c’è più neanche il sito. www.marsala2013.eu era il sito ufficiale fatto fare dal Comune per la manifestazione ma adesso è già offline. Eppure è costatato circa 20 mila euro. Non c’è più, e anche quando era online non era per niente messo a punto a dovere. Mancavano molte cose, grafica che lasciava a desiderare, traduzione paraticamente inesistente. In confronto da Jerez arriva una lezione su come si fanno i siti turistici per questo tipo di avvenimenti. Ci sono tutti i collegamenti possibili ai social network, aggiornamento continuo su Twitter, Facebook e Google+ sugli eventi. Il multilingue, il canale eventi, che dopo una rapida occhiata spiccano eccome. Jerez conta sul fatto di avere anche un gran premio di motociclismo.
A Marsala, di Città europea del vino non è rimasto neanche il sito. Un periodo, quello della manifestazione Recevin, in cui fiorivano i siti turistici. Il sito marsala2013.eu, abbiamo detto, non era un granché. Non si capiva se fosse un sito di informazioni turistiche o un per il booking online, o una semplice vetrina. Perché la sezione dei contatti era riservata alle prenotazioni, e solo le informazioni generiche sulla città erano tradotte nelle varie lingue. Mentre per ogni evento postato, per il programma delle manifestazioni, gli utenti stranieri dovranno tradurre da sé dall’italiano. Al contrario di quanto hanno fatto a Jerez, dove c’è la traduzione di tutti i contenuti del sito, soltanto in inglese, ma c’è.