C'era anche Nicola Ribolla ieri all'assemblea organizzata da Sonia Alfano, eurodeputato, con i lavoratori del Gruppo 6Gdo, per capire il da farsi rispetto ad una situazione che va verso il fallimento dell'azienda, fondata da Giuseppe Grigoli, prestanome di Matteo Messina Denaro. Poi l'azienda è stata sequestrata, è arrivato un amministratore giudiziario, da qualche mese è di proprietà dell'Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati, ma i lavoratori non sono pagati, gli scaffali sono vuoti, i supermercati della catena chiudono inesorabilmente. A Ribolla gli oltre 200 lavoratori imputato delle responsabilità nella gestione di un complesso aziendale che, raccontano, "quando c'era il signor Pino Grigoli era davvero una bella realtà". Dopo le denunce del Prefetto Caruso - da qualche giorno in pensione - su posizioni di potere che molti amministratori di beni conquistati avrebbero creato negli anni, sull'operato di Ribolla si è avanzato più di un dubbio. Ed è per questo che il commercialista palermitano ha tenuto ieri ad incontrare, in un clima di forte tensione, ma sempre civile, gli operai e gli impiegati dell'azienda. "Dovete sapere che sono arrivato io, nel Dicembre 2007 - ha detto Ribolla - i debiti ammontavano a 81 milioni fra fornitori e banche sia per il Gruppo 6Gdo che per la Grigoli Distribuzione". E adesso? "I debiti ammontano a 76 milioni. Io ho lavorato sempre con la massima onestà e trasparenza. Capisco che chi oggi perde il lavoro censura l'operato degli amministratori, ma è un atteggiamento semplicistico. Ci saranno i luoghi e i modi per verificare il mio operato, e tutto quello che è stato fatto è documentato, non si scappa. Le carte sono lì, e quando sarà il momento verranno guardate". Di fronte ai mugugni dei lavoratori Ribolla ha detto: "Guardate alle prospettive, io ho lavorato, e voi lo sapete, per dare un futuro a questa azienda, e voi sapete quante difficoltà abbiamo avuto, e di come informavo costantemente l'autorità giudiziaria di tutto".
SONIA ALFANO. “Il premier Matteo Renzi assuma l'impegno finanziario necessario e urgente per salvare l'azienda Gruppo 6 Gdo di Castelvetrano, confiscata per mafia all'imprenditore Giuseppe Grigoli, prestanome del boss Matteo Messina Denaro, e che in regime di amministrazione giudiziaria rischia il fallimento. Accertato che è necessaria la revisione della legge che norrma l'Agenzia dei beni sequestrati e confiscati e il suo funzionamento, oggi è emersa la necessità di assicurare e garantire il mantenimento dei posti di lavoro dei dipendenti della Gruppo 6 Gdo, soprattutto in un contesto come quello di Castelvetrano, roccaforte del latitante Matteo Messina Denaro”. L'invito ad un intervento immediato del premier Renzi è partito dal presidente della Commissione Antimafia Europea, l'eurodeputato Sonia Alfano; dal senatore Giuseppe Lumia; dal commissario della Provincia di Trapani, Antonio Ingroia; dal sindaco Felice Errante. “La situazione dell'azienda e dei lavoratori è gravissima; ecco perché chiediamo al presidente del Consiglio e all'Agenzia dei beni sequestrati e confiscati, un intervento immediato”. “Il prefetto Laganà ha riferito oggi di una serie di trattative in corso con aziende della grande distribuzione che potrebbero essere interessate a rilevare la Gruppo 6 Gdo e questo potrebbe consentire la salvezza dell'azienda e dei lavoratori. Non può passare altresì il messaggio che un'azienda confiscata al prestanome del boss Matteo Messina Denaro rischi di chiudere dopo essere entrata nel patrimonio dello Stato. Il rilancio della Gruppo 6 Gdo potrebbe rappresentare un'esperienza pilota esemplare per le numerose aziende confiscate alle mafie su tutto il territorio nazionale”. L'eurodeputato Alfano, il senatore Lumia, il commissario Ingroia e il sindaco Errante si rivedranno la prossima settimana nella sede di Palermo Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, per conoscere il contenuto delle proposte di acquisto della Gruppo 6 Gdo che - come ha detto il prefetto Laganà- saranno formalizzate il 6 marzo.
MOGAVERO. Un appello all'unita' per risolvere la vertenza del gruppo 6GdO, azienda confiscata a Giuseppe Grigoli. A lanciarlo e' stato monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, intervenendo all'incontro promosso dall'europarlamentare Sonia Alfano. Al vertice hanno preso parte i dipendenti del gruppo, gli amministratori giudiziari, rappresentanti dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati, sindacati, amministrazione comunale e il commissario della Provincia di Trapani, Antonio Ingroia. ''Quella del gruppo 6GdO e del destino di questi lavoratori -ha detto Mogavero- deve essere un problema a cuore di tutti. Questa consapevolezza deve investire tutti gli organi preposti alla risoluzione di questa vicenda, che se non andra' a buon fine, potrebbe avere risvolti sociali preoccupanti. La mia e' una vicinanza psicologica -ha aggiunto- di sostegno morale nei confronti di questi dipendenti, dei quali sino ad ora ho apprezzato la compostezza nelle proteste, nonostante le difficolta' che riscontrano tutti i giorni''. Per Mogavero il problema ''va risolto e l'unita' di tutte le istituzioni interessate, a partire da questo tavolo di oggi a Castelvetrano, e' la strada da percorrere per la speranzosa soluzione della vicenda''.