''Tra i settori economici che si sono rivelati maggiormente vulnerabili al rischio di infiltrazione delle organizzazioni mafiose c'e' 'in primis' quello degli appalti pubblici, in ragione dei cospiqui stanziamenti e contributi nazionali e comunitari di cui e' destinatario''. L'allarme e' stato lanciatoi dal comandante generale della guardia di Finanza, Saverio Capolupo, nel corso di un'audizione alla Commissione parlamentare antimafia. Lo stesso Capolupo ha poi parlato di ''condizionamento delle gare ad evidenza pubblica anche attraverso il ricorso ad ''imprese inflitrate'' mentre i meccanismi fraudolenti si vanno perfezionando variando ormai dal controllo monopolistico del settore del calcestruzzo ai ribassi di aggiudicazione delle aste pubblica attraverso ''una regia occulta'', senza dimenticare i bandi ''su misura''. Un fenomeno questo, ha denunciato il comandante generale della GdF particolarmente presente nelle Regioni del sud Italia. Per quanto riguarda le ingerenze criminali nel comparto della spesa pubblica, il Rapporto della GdF riferisce che dal punto di vista operativo nel corso del solo 2013, a fronte di circa 4mila controlli, di cui oltre il 50% con esito irregolare, la GdF ha scoperto frodi al bilancio nazionale e all'Ue per circa 1,4 miliardi di euro che hanno condotto alla denuncia all'autorita' giudiziaria di piu' di 9mila responsabili.
Il business delle mafie nel nostro paese ha raggiunto ricavi da capogiro che vanno tra i 17,7 e i 33,7 miliardi di euro. Capolupo ha spiegato che la maggiore fonte di profitti delle mafie, in questo momento, e' costituita dal narcotraffico con in media 7,7 miliardi di euro seguito da estorsioni, sfruttamento della prostituzione e contraffazione. ''Assistiamo - ha poi detto - ad un costante processo di infiltrazione nel mondo dell'economia e della finanza ulteriormente favorito dall'integrazione dei mercati e dalla liberalizzazione dei movimenti dei capitali''. Capolupo ha poi ricordato che nel panorama dell'ue risultano essere attualmente operativi circa 3.600 gruppi criminali con una acceratta maggiore tendenza alla cooperazione. Tra i maggiori e piu' pericolosi sodalizi internazionali appaiono rilevanmti le attivita' condotte da gruppi di etnia cinese, seguiti da albanesi, gruppi dell'Est Europa, del Nord Africa e, in particolare, della Nigeria.
Il comandante delle Fiamme Gialle propone anche correttivi alla gestione dei beni sottratti alle mafie. Sarebbe opportuno, spiega, "anticipare la possibilità di vendita delle aziende all'atto della confisca di primo grado, superando, così le inefficienze dovute al lungo lasso di tempo che, spesso, intercorre tra il provvedimento di sequestro e la confisca definitiva". Serve poi creare, continua il generale Capolupo, "un fondo di rotazione alimentato dallo stanziamento di risorse nell'ambito del Fondo unico giustizia, affinché sia assicurata la continuità dell'accesso al credito bancario delle aziende". Nonchè "l'istituzione di un elenco di manager specializzati nella gestione delle aziende sequestrate e confiscate, da cui l'agenzia (e ancor prima, ove necessario, il giudice) possa attingere specifiche professionalità".
Quanto all'impianto antiriciclaggio, l'ufficiale della Gdf evidenzia "la necessità di disincentivare ulteriormente l'utilizzo del contante, ancora piuttosto diffuso nel nostro Paese rispetto alla media europea, valutando contestualmente un inasprimento delle sanzioni amministrative previste".