Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
24/03/2014 07:40:00

Mafia, sequestrato a Castellammare un complesso turistico del valore di 40 milioni

Sequestrato dalla Guardia di finanza un complesso turistico di Scopello del valore di 40 milioni e riconducibile a un imprenditore di 65 anni condannato nel 1998 per associazione mafiosa come esponente della cosca di Castellammare del Golfo. Si tratta di Antonino Palmeri, 65 anni.

Il residence e' composto da 12 mini appartamenti indipendenti a schiera, una sala reception-bar, piscina, terrazze a dislivelli, parcheggi, aiuole e spazi comuni per l'intrattenimento. Il sequestro e' stato disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, che gia' nel 2012 e nel 2013 aveva emesso provvedimenti patrimoniali a carico dell'imprenditore, riguardanti societa' e attivita' di bar-pasticceria in Castellammare del Golfo, intestate ai suoi familiari per un valore complessivo di circa 7 milioni. 


Antonino Palmeri, imprenditore di 65 anni, è stato condannato nel '98 per associazione di stampo mafioso e danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, ed è appartenente alla cosca di Alcamo-Castellammare.
Le indagini dalle Fiamme gialle avevano evidenziato che ''mediante cessioni di rami d'azienda e diversi cambi di gestione delle attività commerciali, i figli dell'imprenditore, pur in presenza di limitate capacità reddituali autonome, avevano negli anni realizzato diversi investimenti, finalizzati anche alla costruzione del complesso turistico sequestrato". Secondo la Gdf il genitore continuava ad esercitare di fatto il controllo sulle aziende.
Dal precedente sequestro - che aveva, tra l'altro, colpito anche la società che gestiva il complesso turistico - erano rimaste escluse le strutture e i fabbricati esistenti sui terreni, perchè non era stata acquisita prova certa della loro illegittima provenienza. Le nuove indagini svolte dal Gico - dice la Gdf - hanno però messo in luce una serie di irregolarità ed artifizi contabili, posti in essere al solo scopo di conseguire indebitamente i fondi pubblici previsti dalla legge n. 488 del 1992, per un ammontare superiore ai 2 milioni di euro, necessari per la costruzione dell'attività ricettiva.

Ecco il comunicato della Guardia di Finanza:

La Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato un complesso turistico sito in località Scopello, in provincia di Trapani, composto da 12 mini appartamenti indipendenti a schiera, una sala reception-bar, piscina, terrazze a dislivelli, parcheggi, aiuole e spazi comuni per l’intrattenimento, del valore complessivo di circa 40 milioni di euro, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione.

Colpito dal provvedimento, un imprenditore di 65 anni, originario di Castellammare del Golfo, condannato nel 1998 per associazione di stampo mafioso e danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, quale appartenente alla “cosca” di Alcamo/Castellammare.

Il sequestro segue altri due provvedimenti del genere emessi dal Tribunale di Trapani nei confronti dello stesso soggetto, tra la fine del 2012 e gli inizi del 2013, riguardanti società ed attività di bar-pasticceria in Castellammare del Golfo, intestate ai familiari dell’imprenditore, a cui quest’ultimo avrebbe trasferito, solo formalmente, la titolarità, per un valore complessivo di circa 7 milioni di euro.

In particolare, le indagini economico – finanziarie eseguite dalle Fiamme Gialle avevano evidenziato che, mediante cessioni di rami d’azienda e diversi cambi di gestione delle predette attività commerciali, i figli dell’imprenditore, pur in presenza di limitate capacità reddituali autonome, avevano negli anni realizzato diversi investimenti, finalizzati anche alla costruzione del complesso turistico ora in sequestro; il tutto però, mentre il genitore continuava ad esercitare di fatto il controllo sulle aziende, attraverso importanti atti di gestione dallo stesso realizzati, che hanno indotto gli investigatori della Guardia di Finanza e l’Autorità Giudiziaria a ritenerlo l’effettivo proprietario del patrimonio societario.

Dal precedente provvedimento di sequestro - che aveva, tra l’altro, colpito anche la società che gestiva il complesso turistico - erano rimaste escluse le strutture fisiche di quest’ultimo ed, in particolare, i fabbricati esistenti sui terreni, in quanto per questi non era stata acquisita prova certa della loro illegittima provenienza.

 

I successivi approfondimenti svolti dal Gruppo d’Investigazioni sulla Criminalità Organizzata - G.I.C.O. - del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo hanno però messo in luce una serie di irregolarità ed artifizi contabili, posti in essere al solo scopo di conseguire indebitamente i fondi pubblici previsti dalla legge n. 488 del 1992, per un ammontare superiore ai 2 milioni di euro, necessari per la costruzione dell’attività ricettiva.

 

Questo ha permesso al Tribunale di Trapani di decretare il sequestro dell’intero complesso residenziale, appunto perché realizzato con finanziamenti fraudolentemente ottenuti, sulla base di quanto previsto dalla normativa in materia di misure di prevenzione, che permette di aggredire, oltre ai proventi derivanti direttamente dai reati commessi, anche quei beni che sono generati da investimenti di natura illecita.