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03/04/2014 06:05:00

Voto di scambio ad Alcamo, indagini chiuse. Sette indagati, c'è anche Papania

Adesso è ufficiale. Ci sono sette indagati ad Alcamo nell’inchiesta che cerca di fare luce su un possibile caso di voto di cambio per le elezioni amministrative del 2012, vinte dal Sindaco Sebastiano Bonventre per un soffio di voti rispetto allo sfidante Nicla Solina: 33 voti di differenza.

Sono stati notificati sette avvisi di conclusione delle indagini. L’ipotesi contestata è appunto il reato di associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio. L’indagine è condotta dai carabinieri di Alcamo, e vede insieme personaggi di spicco della politica locale insieme ad altre persone che avrebbero fatto da trait d’union nel mercato dei voti. Gli indagati sono Antonio Nicolosi, 51 anni, carabiniere in pensione,oggi consigliere comunale, l'ex senatore del Partito democratico, Antonino Papania, 53 anni, Massimiliano Ciccia, 42 anni, una delle persone più vicine a Papania (e che ha detto di essere stato consulente del deputato regionale Baldo Gucciardi). E ancora l'operaio Giuseppe Bambina, 57 anni, il bracciante agricolo Filippo Renda, 59 anni, il geometra Giuseppe Galbo, 61 anni e Giuseppe Milana, pensionato di 61 anni.

Nicolosi, candidato nella lista di Italia dei Valori, alla sua prima esperienza politica, ottenne 410 preferenze. Si candidò anche elezioni regionali con un altro partito e, alcuni mesi fa, con altri quattro consiglieri comunali ha formato il gruppo «Unione centro democratico». Prima però ha fatto un salto in Futuro e Libertà. “Ho lasciato Italia dei Valori perchè non c’erano legalità e trasparenza” disse per giustificare il suo cambio di casacca.

Le indagini sono coordinate dal procuratore della Repubblica di Trapani Marcello Viola e dal sostituto procuratore Rossana Penna.

Il meccanismo dell’acquisto del voto, secondo le ipotesi della Procura, sarebbe incentrato su due fronti: da un lato la promessa di posti di lavoro ad Aimeri Ambiente, la società che cura ad Alcamo la raccolta dei rifiuti. Dall’altro lato, invece, ci sarebbe un grande classico: la distribuzione di pacchi di pasta alle famiglie indigenti in cambio del loro voto. L’attenzione dei carabinieri è infatti stata puntata su due associazioni di Alcamo che sarebbero state fondate da Giuseppe Bambina, Giuseppe Milana e Filippo Renda, secondo i carabinieri, sostenitori di Antonio Nicolosi, da dove sarebbero partite varie dazioni soprattutto di generi alimentari a persone in gravi difficoltà economiche. Si tratta dell' "Associazione italiana distribuzione Alimentare" e l'"Associazione il senso della vita Onlus". Sempore secondo le indagini Massimiliano Ciccia, su ordine di Antonino Papania avrebbe fatto avere alle due associazioni l'accreditamento presso il "Banco delle opere di carità Sicilia" necessario per avere il nulla osta per ritirare gratuitamente i generi alimentari. La successiva distribuzione "del pacco di pasta" sarebbe stata finalizzata a far ottenere voti ad Antonio Nicolosi.

ALCAMO BENE COMUNE. "Emergono dalle indagini nuovi sconcertanti scenari sul voto di scambio ad Alcamo". E' il commento dell'associazione Alcamo Bene Comune. L'indagine "la dice lunga sul metodo che utilizzato ad Alcamo per anni e anni: voti in cambio di denaro, di generi alimentari, di posti di lavoro". E ancora:  "Tutte quelle che i politicanti chiamavano dicerie popolari stanno divenendo storia triste ed indegna di una generazione di politici che non vuole ancora mollare. Associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio è la gravissima accusa, analoga a quella contestata all'ex Presidente della Regione Lombardo. Quando si ritireranno dall'attività politica? Quando prenderanno le distanze da questi metodi, i componenti dell'attuale maggioranza al Comune di Alcamo?"