Dopo il ricorso rigettato dalla Cassazione e la condanna avvenuta anche in Corte d'Appello, si sono aperte le porte del carcere per l'ex consigliere provinciale Pietro Pellerito. Deve scontare una pena di tre anni e sei mesi per falso ideologico. Gli agenti della polizia di Alcamo hanno arrestato l’uomo.
Infermiere professionista presso l’ospedale di Alcamo, è accusato di aver falsificato un referto medico a seguito di un incidente occorso ad un operaio in un cantiere, facendolo risultare come un incidente stradale piuttosto che sul lavoro per evitare conseguenze al titolare dell’impresa Liborio "Popò" Pirrone. Pellerito avrebbe così immediatamente contattato il medico di turno per falsificare il referto. Pellerito si è sempre dichiarato innocente, dichiarando di aver soltanto accompagnato l’amico. Il fatto, ovviamente, non è così semplice, perchè Liborio Pirrone non è un imprenditore qualunque, ma era organico alla cosca mafiosa di Alcamo, tanto da essere stato condannato a 10 anni di carcere per associazione mafiosa. Dopo l'inizio del processo, Pellerito ha subito il licenziamento in tronco da parte dell'Azienda Sanitaria Provinciale. L'Asp ha anche licenziato Arcangelo Calandra, il medico del pronto soccorso di Alcamo che ha sostituito il certificato in questione. All'inizio a Pellerito era contestata pure l'aggravante di aver favorito Cosa nostra, ma è caduta nel corso del processo. “Io sono infermiere - ha raccontato Pellerito nel processo -.Per circa undici anni ho lavorato presso il pronto soccorso dell’ospedale di Alcamo. Un giorno sono stato contattato dall’imprenditore Liborio Pirrone. Mi ha mostrato un referto medico dicendomi che andava modificato perché c’era un errore. Non mi sono stupito. Capita spesso che i pazienti, al momento del ricovero, dichiarano una cosa e poi ci ripensano e chiedono di indicarne un’altra. Il medico non è un poliziotto. L’importante è che venga indicato nel nuovo referto il numero del precedente. Quando mi sono accorto che il nome nel documento non era quello di Liborio Pirrone gli ho detto che doveva esserci il diretto interessato e lui ha fatto arrivare il suo operaio. Li ho accompagnati dal dottore Arcangelo Calandra e non so altro”.
Va ricordato che per un certo periodo Pietro Pellerito - eletto con l'Udc - aveva ricoperto il duplice ruolo di sorvegliato speciale di mafia e di presidente della commissione lavori pubblici della Provincia Regionale di Trapani...
Stessa sorte per il boss mafioso di Alcamo Diego Melodia. Anche per lui la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso. Deve scontare 19 anni e 3 mesi per associazione mafiosa. Diego Melodia è fratello di Cola Melodia e zio di Antonio Melodia, che sta scontando l'ergastolo, ed è ritenuto il capo della cosca mafiosa di Alcamo. Proprio lo scontro tra i due anziani boss fratelli, Cola e Diego, è alla base dell'operazione antimafia chiamata "Dioscuri" e che ha portato, nel 2008, all'arresto dei vertici della cosca di Alcamo.
Il procedimento che riguarda Melodia, Pellerito e altri nasceva da un'operazione dei Carabinieri e della polizia di Alcamo, coordinati dalla Procura antimafia di Palermo.