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06/04/2014 06:57:00

Salemi. Il Movimento 5 Stelle punta su Nicola Trapani per conquistare il Comune

 Non capita tutti i giorni che un meetup del Movimento CInque Stelle apra le porte alla stampa. Lo ha fatto nei giorni scorsi quello di Salemi, ospitando noi di www.marsala.it. E’ stata una lunga, interessante e insolita intervista. Una sorta di forum, una discussione collettiva attorno ad un tavolo, nel corso della quale numerose sono state le tematiche affrontate, senza formalismi e senza rete. Con domande non preconfezionate e senza risposte stereotipate. Anche se il protagonista è rimasto Nicola Trapani, trentunenne e con una laurea in Chimica e Tecnologia farmaceutica, indicato come candidato sindaco dal Movimento, durante l’incontro è stato bandito categoricamente il pronome “Io”. A risuonare piacevolmente alle mie orecchie era il “Noi”. Per qualche ora, confesso di avere rivissuto i miei lontanissimi trascorsi maoisti. Di quando, cioè, eravamo convinti di potere toccare il cielo con un dito. Merito dei toni e del linguaggio usati del nutrito gruppo di militanti, alcuni giovanissimi e privi di esperienze politiche, con cui c’è stata un vivace e consapevole confronto. Presumendo di conoscerli, nemmeno mi azzardo di chiedere con quali alleati affronteranno le elezioni. Rigorosamente da soli. Non solo. Ma hanno deciso di selezionare gli eventuali assessori attraverso un bando pubblico. Tutti i cittadini vi possono partecipare. Le priorità non sono l’appartenenza, o il credo ideologico, ma solo ed esclusivamente le competenze. Lontani quindi dalle vecchie logiche politiche che si basano solo su convenienze, amicizie e bacini elettorali. Risponderanno al bando? Sarebbe un bel segnale, mi dice Ardagna. Chiunque intanto può visionarlo sul sito http://www.meetup.com/salemi1/messages/boards/thread/42916822. Sono quattro le figure fondamentali individuate. Potranno accedere alle selezioni esperti di Urbanistica, Diritto amministrativo, Finanze e Tecniche politiche e sociali. L’altra novità, su cui pongono l’accento è una sostanziale questione di metodo. “Abbiamo spostato l’asticella”- mi dicono-“ dal ‘COSA’ al ‘COME’”. Nel senso che conta molto le cose che si fanno e si realizzano, ma conta ancora di più il “come” si concretizzano. Un esempio? Le opere vanno realizzate, ma si sta a vedere “come” vengono eseguite. Il pensiero va subito, tanto per semplificare, alla scala mobile o alla struttura oggi denominata “Centro Kim”. “Abbiamo lavorato moltissimo”- mi sottolinea Nicola Trapani- “per individuare i veri problemi di cui è afflitta la nostra città, lo renderemo pubblico per esteso quanto prima, ma voglio precisare che non ci limiteremo a fare dichiarazioni d’intenti, lavoreremo anche per riappropriarci dei diritti di rappresentanza, sicuri come siamo di non essere ricattabili e di non avere carriere politiche da sviluppare per il futuro.” Il come è presto detto. Occorre impostare un corretto rapporto tra il cittadino e la pubblica amministrazione. Il cittadino deve essere innanzitutto informato, consapevole delle scelte assunte dall’amministrazione ed avere la possibilità di interagire con essa sia in fase programmatica che attuativa. L’Amministrazione deve a sua volta garantire la massima trasparenza sulle scelte prese, sulle responsabilità, competenze e incarichi del personale e fornire gli strumenti per agevolare la diffusione delle informazioni. Insomma. Legalità associata sempre alla Trasparenza, mi dicono quasi in coro. Che nella città de “Gli Illusi” di Catania sarebbe stata la grande assente. Qualcuno mi cita, con qualche azzardo, addirittura “Germania anno zero”, il titolo del famoso film di Rossellini. Uscire dal tunnel dopo oltre cinque anni di amministrazione anomala, prima con Sgarbi, e dopo con i Commissari: questo l’obiettivo. Per raggiungerlo immaginano “percorsi informativi e di educazione civica per la popolazione, così che tutti conoscano i propri diritti-doveri e gli strumenti partecipativi, ma anche l’utilizzo di assemblee cittadine, consigli comunali aperti e referendum comunali per proporre e modificare norme su materie di competenza del Comune.” Tutte cose che non sono utilizzate, ad esempio, per la famigerata vicenda del Parco Eolico. Per i pentastellati la questione delle pale eoliche è sintomatica per capire meglio l’andazzo della gestione della cosa pubblica a Salemi. Su questo argomento non hanno dubbi circa le responsabilità delle giunte succedutesi negli ultimi anni e di molti dei consiglieri che anche per questa prossima tornata elettorale si accingono a ripresentarsi. “ Non sono stati tutelati gli interessi della comunità!” -denunciano- “ e noi, da semplici cittadini, ce ne siamo interessati incaricando la cittadina Valentina Palmeri, deputata all’Ars, che ne n’è fatta carico, presentando un’interrogazione al governo regionale. Ancora aspettiamo una risposta.” Alcuni dati è bene pubblicarli. Nel Comune di Salemi, nelle varie centrali eoliche sono installati 63.95 MW di aerogeneratori cosi distribuiti: Società ASJA, n° 7 aerogeneratori da 0.85 MW per un totale di 5,95 MW, Società WINDCO, n° 24 aerogeneratori da 2 MW, n°1 aerogeneratore da 1,5 MW, per un totale di 49,50 MW, Società IVPC, n° 10 aerogeneratori da 0,85 MW, per un totale di 8,5 MW. Nell’interrogazione si quantifica quanta sarebbe stato il mancato introito da parte del comune nel Comune di Salemi. Si tratterebbe, secondo una stima approssimativa, solo per il 2011, di ben 193.976. E’ noto che la Commissione Straordinaria del Comune ha richiesto alla società GDF Suez (la società che nel frattempo ha incorporato WINDCO) il corrispettivo per gli anni 2009 e 2010; nel giugno 2013 la GDF Suez ha trasmesso al Comune una bozza per la Convenzione comprensiva delle misure di compensazione ambientale e territoriale; ad agosto 2013, la Commissione prefettizia ha incaricato un legale per regolare i rapporti tra le parti. Ma fino al momento nessun centesimo è arrivato nelle casse comunali. I diritti di sfruttamento non riconosciuti al Comune di Salemi hanno causato un mancato introito annuo considerevole. Ecco perché, molto correttamente, oggi quelli dei 5Stelle pretendono di sapere di chi siano le responsabilità precise della mancata stipula delle convenzioni con la società. Ma infine Nicola Trapani è sul Piano Cascio che pone con maggiore vigore l’accento. Con una leggere enfasi lo definisce “il simbolo del progetto politico del M5S di Salemi è la battaglia culturale che nessun partito ha mai avuto la volontà ed il coraggio di intraprendere nella nostra città. La rinascita di Piano Cascio, cuore storico di Salemi, per il movimento rappresenta la rinascita dell’intero corpo urbano, dell’intera comunità.” Chiedo se non si tratta di una ripresa del progetto di Sgarbi. Niente affatto, la risposta. “Quella di Piano Cascio” – mi dice l’assessore in pectore all’urbanistica, ma che non vuole per il momento essere citato- “è una zona urbana che è stata oggetto di un complesso intreccio di interessi; alla delimitazione degli anni ’70, a seguito degli effetti del sisma del gennaio del ’68, è infatti seguita la fase progettuale degli anni ’80, poi abbandonata negli anni ’90 per l’incapacità della nuova classe dirigente ascesa al potere di dialogare con il passato e concepire un futuro, infine negli ultimi quindici anni si è assistito alla totale devastazione degli spazi (diventati una sorta di discarica a cielo aperto) e alle timide mosse della giunta Sgarbi che dietro l’idealità del “progetto case ad 1 euro” nascondeva fini meramente speculativi.” Il progetto è abbastanza ambizioso e “visionario”. La creazione di un “polmone” accanto agli spazi pubblici già disponibili o a quelli da acquisire e da rendere agibili grazie all’asse Piazza Alicia-Piano Cascio diventerebbero – per qualità e quantità – la più importante scacchiera monumentale dell’intera provincia. “Il tutto,” -sottolinea ancora una volta Nicola Trapani- “seppur nei limiti consentiti ad un’Amministrazione Comunale, invertendo la rotta e ripristinando la cultura della legalità ad ogni livello, intervenendo con azioni mirate a garantire i diritti di tutti, e combattendo il malcostume e il disprezzo delle regole, dalle elementari norme del vivere civile fino alle situazioni di più grave illegalità che ci hanno visti coinvolti recentemente.”

Franco Lo Re