E’ entrata in vigore la nuova norma sulla cedolare secca per gli affitti di abitazioni a canone concordato o a studenti. Il testo è stato varato dal Governo Renzi nelle scorse settimane, e con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è entrato in vigore il primo aprile. Permette il pagamento dell’imposta al 10% per i proprietari sugli affitti a canone concordato o agli studenti. E questo contro il pagamento di un’imposta che con contratto normale va dal 21% a salire. Una novità per portare un risparmio ai proprietari di immobili che decidono di darli in affitto per civile abitazione, per incentivare a stipulare un contratto piuttosto che il nero, soprattutto per i contratti agli studenti fuori sede. Il contratto a canone concordato, a cui viene sottoposto il regime della cedolare ridotta al 10%, è quello che ha una durata di tre anni con rinnovo di altri due: il 3+2, diverso dal classico 4+4 con tassazione completa. In sostanza con il canone concordato il proprietario si impegna a rispettare i parametri stabiliti dalla convenzione tra Comune e associazioni di categoria, in cambio ottiene un regime fiscale più morbido. La norma ha tanti vantaggi. Come ha spiegato qualche giorno fa Il Sole 24 Ore.
“Ma il vero cambiamento interessa anche chi ha un contratto a canone di mercato, perché potrebbe essere invogliato a passare a quello concordato. Infatti, la differenza tra i due regimi di cedolare è ormai molto forte: tra il 21% e il 10 % la differenza è dell'11% e in parecchie città la linea che separa il canone concordato (un tempo assai più basso) da quello di mercato (che negli ultimi anni ha subìto un crollo generale) è minima”.
La norma appena varata indica alcuni parametri, come ad esempio che la cedolare al 10% può essere applicata in comuni con una densità abitativa consistente. Nella legge vi è anche la lista dei Comuni, molti in provincia di Trapani. E tra questi anche Marsala. Ma nonostante ciò non è ancora possibile usufruire del regime fisso agevolato del 10%. Questo perchè deve essere fatta una convenzione, per la stipula del contratto a canone concordato, tra il Comune di Marsala e le associazioni di categoria. Questa convenzione ancora non c’è, e all’Ufficio delle Entrate sono in molti a chiedere se si possono depositare contratti del genere, se nella dichiarazione dei redditi è possibile specificare l’imposta del 10 anziché quella maggiorata, tipica dei contratti 4+4. Il contratto 3+2 al 10% pare che al momento si possa registrare, viene accettato, ma non essendoci il contratto concordato tra associazioni e Comune, in caso di controlli le sanzioni, per dichiarazioni che a questo punto sarebbero sottodimensionate, sarebbero consistenti. E all’Ufficio delle entrate non vogliono correre rischi, non assicurano niente. Il contratto depositato senza l’accordo tra Comune e Associazioni di categoria potrebbe essere quindi nullo e ricondotto a un contratto normale, con conseguenti sanzioni per chi dichiara il falso. Le conseguenze ci sarebbero sia per il commercialista che nella dichiarazione dei redditi inserisce una percentuale d’imposta al 10%, sia per il proprietario, sia per le agenzie immobiliari che fanno da intermediari e fanno stipulare questo tipo di contratto per venire incontro a esigenze dettate dal momento di crisi. Insomma la situazione sembra essere molto incerta, davanti a una falla del sistema. Perchè al Comune pare che non sapessero nulla di questa possibilità e della necessità di stipulare la convenzione con i sindacati. In molti, proprietari, consulenti e agenzie immobiliari, si chiedono: si può stipulare questo tipo di contratto di locazione in attesa dell’accordo? Come mai ancora l’amministrazione comunale, e gli uffici, non hanno stipulato la convenzione con le associazioni di categoria? E’ possibile che al Comune non sapessero niente dell’arrivo di questo nuovo regime agevolato?