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18/04/2014 06:50:00

Papania, non fu estorsione. Assolti gli imputati

Sono stati assolti dal reato di estorsione nei confronti dell’ex Senatore Nino Papania, Giuseppe De Blasi, Giovanni Renda e Leonardo Vicari. Il Gup di Trapani, Emanuele Cersosimo ha condannato solamente Leonardo De Blasi, per un reato minore, a sei mesi di reclusione, colpevole di aver utilizzato minacce e violenze per costringere a commetere un reato.

L’accusa per tutti gli imputati era quella di aver esercitato pressioni sul Senatore alcamese con la pressante richiesta di essere assunti presso la società Aimeri Ambiente. L’accaduto risale pochi mesi prima delle amministrative del 2012, secondo gli inquirenti, i quattro si sarebbero prodigati, per conto di Papania, a recuperare dei voti in cambio di denaro, per il candidato alle scorse amministrative, l’attuale Sindaco, Sebastiano Bonventre. I quattro soggetti oltre al contributo ricevuto avrebbero fatto delle forti pressioni per ottenere delle assunzioni presso la società Aimeri.

L'ex senatore Nino Papania, dunque,  non fu oggetto di tentata estorsione.
Nello scorso mese di gennaio erano stati già condannati, a due anni ciascuno, Francesco Domingo, Enzo Amato ed Antonio Mistretta, chiamati a rispondere anche di incendio. Anche nei loro confronti era stata disposta la derubricazione dell'accusa di tentata estorsione in un'ipotesi di reato meno grave. Gli imputati erano accusati di avere fatto pressioni all'ex sen. Nino Papania affinché si attivasse per farli assumere presso la Aimeri Ambiente, la società operante nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti. I fatti risalgono alla primavera di due anni fa. Secondo gli inquirenti, in occasione delle elezioni amministrative, su direttiva di Papania, Leonardo De Blasi e gli altri si sarebbero adoperati per reperire voti in favore dell'allora candidato sindaco Sebastiano Bonventre, dietro la promessa di somme di denaro. I fatti sono oggetto di un'altra indagine che vede coinvolto, tra gli altri, anche l'ex senatore Papania. Da questa inchiesta è scaturito anche un secondo filone. Secondo gli inquirenti, gli imputati, facendo leva sul fatto di essersi adoperati, assecondando la richiesta di Papania, avrebbero fatto pressioni allo stesso per ottenere posti di lavoro. Leonardo De Blasi si sarebbe anche recato in un'occasione sotto le finestre della segreteria politica dell'allora senatore, in via Roma, ad Alcamo, gridando al suo indirizzo che, ove non avesse fatto assumere il figlio Giuseppe presso la Aimeri Ambiente, gli avrebbe procurato dei danni. Gli imputati hanno chiesto di definire le loro posizioni con rito abbrevato. Leonardo De Blasi ha beneficiato della riduzione di un terzo della pena.
Intanto c'è attesa per gli sviluppi dell'indagine per voto di scambio che vede coinvolto Papania. Nelle settimane scorse è stato notificato sia all'ex parlamentare che agli altri indagati l'avviso di conclusione delle indagini. Papania e gli altri avranno venti giorni di tempo per produrre nuovi documenti, chiedere accertamenti o sottoporsi ad interrogatorio. L'ex senatore s'è dichiarato fiducioso e sicuro di riuscire a dimostrare la sua completa estraneità ai fatti contestatigli dagli inquirenti. «Con questa storia - ha ribadito - non c'entro niente».