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21/04/2014 16:23:00

Storia della Lega Italiana per il Divorzio: il nuovo libro di Domenico Letizia


Edito dalla Europa Edizioni, è pronto per il “mercato” il nuovo libro di Domenico Letizia, classe 1987, di Maddaloni, “Storia della Lega Italiana per il Divorzio‏”, un testo completo ed esaustivo che illustra e spiega il percorso che ha portato alla Legge sul divorzio e le reazioni che ha scatenato. Un libro rivolto, in particolare, ai giovani delle ultime generazioni, per i quali è difficile immaginare una realtà in cui un matrimonio è per la vita. È altrettanto difficile è concepire come non fosse ipotizzabile un’unione al di fuori del matrimonio. Domenico Letizia analizza con precisione e competenza la storia delle numerose proposte di legge sul divorzio, prendendo in considerazione i suoi presupposti storici e seguendone gli sviluppi dal novecento fino all’approvazione della legge italiana del 1970 e del referendum del 1974. Un saggio accuratamente scritto e documentato, per comprendere appieno una questione che ancora oggi continua ad essere al centro di numerose polemiche.
Letizia lo dedica a tutti coloro, di ogni schieramento, che si battono per quelle libertà disattese e calpestate. E rivolge un particolare ringraziamento alla professoressa Laura Guidi “che ha seguito con paziente attenzione i lavori e lo sviluppo di questa sua ricerca” e all’avvocato Fabio Massimo Nicosia, “che mi ha insegnato a conoscere il pensiero liberale e libertario nelle sue infinite sfaccettature”.
La prefazione al libro è di Carlo Romano, che evidenzia, tra le altre cose, come “la battaglia per il divorzio, maturata in uno stato di cose dove era politicamente centrale la Democrazia Cristiana, significava portare il discorso sulla libertà ma, anche, in una appropriata dimensione antropologica, rivelare il paese”. E che, dunque, “la ricostruzione storica che Domenico Letizia fa dell’associazionismo e dei movimenti dell’opinione pubblica che portarono all’introduzione del divorzio in Italia, va letta anche in questo modo”.
Il libro parla dei primi movimenti divorzisti in Italia e della Lega divorzista di Torino alle Politiche del 1958, dell’istituzione e della nascita della Lega Italiana per l’istituzione del divorzio (LID), sorta nel 1966 per iniziativa della sezione romana del Partito Radicale, al fine di coordinare i movimenti d’opinione favorevoli al divorzio a seguito di una tavola rotonda che si tenne il 12 dicembre 1965 e che diede vita al “nuovo sodalizio che si propone di organizzare dibattiti per il superamento della concezione anacronistica e coercitiva del matrimonio e della famiglia, esigendo l’istituzione del divorzio in Italia per poter risolvere situazioni familiari gravi e drammatiche”.
<La Lid – scrive Letizia - fu un esempio molto interessante, anche perché poco frequente nella storia italiana, di associazione politica nata per conseguire un obiettivo specifico e limitato che arrivò a farsi conoscere non soltanto da coloro che la componevano. Destinata a sciogliersi una volta raggiunto l’obiettivo, fu aperta a tutti i cittadini interessati alla sua specifica battaglia, indipendentemente dalla loro appartenenza politica. Qualora gli associati fossero appartenuti a questo o a quel partito politico, non avrebbero rappresentato il loro partito, ma soltanto loro stessi>.
Nel volume vengono descritti anche il primo congresso della LID e la Legge “Fortuna”.
Pochi giorni prima che si costituisse la Lid, infatti, Loris Fortuna colse l’occasione di un dibattito sulla giustizia per intervenire alla Camera, perorando la causa della sua proposta di legge. Fortuna, se non pensava ancora al successo della sua iniziativa, voleva almeno suscitare un dibattito nella sede più adatta, la Camera. Il periodo appena precedente al gennaio 1967, il mese in cui giunse la prima pronuncia a favore della costituzionalità della proposta Fortuna da parte della commissione preposta, vide molti importanti quotidiani indipendenti pronunciarsi a favore del divorzio, tra questi La Stampa, La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Secolo XIX e Il Messaggero.
Analizzata anche la discussione della Legge al Senato e quanto verificatosi con l’intervento del radicale Mellini, sul fronte divorzista, che provocava l’indignazione della Chiesa, riportando pubblicamente alcune cifre relative agli annullamenti e alle dispense del matrimonio concesse dalla Sacra Romana Rota. Dispense quasi tutte concesse a un “ristretto ceto di privilegiati”, come una specie di “divorzio di classe”, e nella maggior parte dei casi a stranieri piuttosto che a italiani, mentre gli annullamenti delle classi più povere sarebbero stati inferiori al 23 per cento.
Infine il risultato: il 1° dicembre 1970, nei pressi della Camera dei deputati, l’On. Loris Fortuna, in Piazza Montecitorio e l’On. Antonio Baslini e Marco Pannella, in Piazza del Pantheon, annunciarono ai manifestanti che la legge sul divorzio era stata approvata. Il divorzio era diventato legge a tutti gli effetti.

Non manca nel libro una dichiarazione commossa di Marco Pannella nel ricordare il trentennale della storica vittoria sul divorzio ottenuta dai Radicali nel referendum del 12 maggio 1974: “La lotta che vincemmo trent’anni fa sul divorzio è del tutto analoga a quella che ci aspetta per il referendum sulla procreazione assistita: anche in questo caso, se gli italiani avranno un minimo d’informazione sulla nostra proposta, vinceranno i Radicali e vincerà l’intero Paese”.
La postfazione del libro è di Diego Sabatinelli:
“Sono passati oltre quarant’anni dalla legge che introdusse il divorzio in Italia, più di venti dalla modifica che abbreviò da cinque a tre anni il periodo della separazione legale obbligatoria per poter chiedere il divorzio. Lo scenario sociale, culturale e antropologico del nostro Paese è profondamente mutato in questo decennio; si è compreso che il decorso del termine triennale obbligatorio, piuttosto che rinsaldare la comunione di vita dei coniugi, ormai discioltasi, peggiora i rapporti personali tra marito e moglie, rappresentando un ulteriore trauma per la eventuale prole…
… E’ necessario sommare alla lunga, complicata e costosa procedura italiana, la cronica lentezza della nostra giustizia civile, anomalia che l’OSCE fa emergere attraverso dati che evidenziano una durata media per le cause di divorzio nei tribunali italiani di 582 giorni, che si aggiungono ai tre anni obbligatori di attesa previsti dalla legge…
… Riformare la procedura per ottenere il divorzio consentirebbe di alleggerire il carico della giustizia civile, già gravata e rallentata da un numero ingestibile di processi, in modo tale da poter considerare la riforma del divorzio equivalente a una vera e propria amnistia…
… La C.E.I. interviene ancora pesantemente a gamba tesa ogni volta che si parla di rivedere la norma, e il risultato parlamentare ottenuto è quasi sempre lo stesso. La mancata calendarizzazione della proposta di riduzione dei tempi obbligatori della separazione durante l’ultima legislatura, approvata in commissione Giustizia alla Camera e mai approdata in Aula grazie a un vero e proprio ostruzionismo ne è una prova evidente. E nuovamente, come quarant’anni fa, si risponde con le vecchie armi della nonviolenza: sciopero della fame, referendum e mobilitazione quando e dove è possibile”.
J.C.