Altro che favorire i disoccupati. Ieri si è riunita la Commissione Elettorale di Mazara del Vallo per nominare i 200 scrutatori per le prossime elezioni. E, come al solito, hanno avuto la meglio i raccomandati, in un clima di grandi polemiche, che ha richiesto anche l'intervento della polizia. Questo è il racconto che ne fa su www.primapaginamazara.it il giornalista Francesco Mezzapelle:
Si è riunita la Commissione elettorale, composta dai consiglieri comunali Vito Gancitano, Filippo Gabriele, Giacomo Mauro e dal vice sindaco Pietro Ingargiola. La seduta aperta doveva iniziare alle 9, così come indicato nell'ordinanza sindacale diramata per la sua convocazione, però diversi cittadini, fra i quali diversi attivisti del Movimento 5 Stelle, hanno lamentato la porta chiusa della stanza dell'ufficio elettorale; all'interno si registrava un entrare ed uscire dei componenti della stessa Commissione ma anche di altri consiglieri comunali. Insieme ad altri colleghi, cittadini, attivisti M5S, e qualche consigliere comunale, vedi Gianluca Messina e Michele Reina, abbiamo insistito al fine di potere rendere pubblica –così come previsto dalla legge- la seduta aprendo la porta della stanza, ci hanno detto che si stavano svolgendo "operazioni preliminari".
Vi sono stati momenti di tensione con lo stesso vice sindaco Pietro Ingargiola che ha minacciato di cacciare tutti fuori qualora vi fossero state polemiche sull'operato della Commissione. Ingargiola ha letto la legge che consente alla Commissione di procedere alla nomina degli scrutatori, qualche dubbio è rimasto ai cittadini presenti quando lo stesso vice sindaco, a nome della Commissione, ha detto di voler procedere alla nomina di studenti e disoccupati presenti nell'albo comunale degli scrutatori dove registrati ben 7.199 di iscritti. Ingargiola ha infatti sottolineato che, scorrendo l'albo, i nominativi dei disoccupati e studenti sarebbero stati presunti dalla data di nascita. In pratica ci chiediamo: come potevano essere presunti i nomi di disoccupati e studenti senza una lista già in possesso dei singoli componenti della Commissione? Da lì è nato un alterco fra lo stesso Ingargiola ed il consigliere Messina che ha avanzato dei dubbi sulle modalità di scelta degli scrutatori da parte della Commissione. Messina, insieme ad altri consiglieri comunali intervenuti ha richiesto l'effettuazione del sorteggio dei nomi; la Commissione non è però ritornata indietro sulla propria decisione ed ha continuato imperterrita a sostenere il metodo della nomina.Sono arrivati anche alcuni agenti del Commissariato che hanno però sottolineato come la loro presenza fosse finalizzata al mantenimento dell'ordine pubblico, al rispetto della legge senza però potere entrare nel merito del criterio di scelta dei nomi.
Così, in ritardo e con un clima di alta tensione, è iniziata la nomina degli scrutatori: ogni componente della Commissione citava un numero di iscrizione all'albo o il nome di uno scrutatore, quattro per ogni seggio, dal primo al cinquantesimo.L'operazione non è stata priva di sorprese e stupore da parte di tutti i cittadini presenti, fra i quali anche noi. Inizialmente i componenti della Commissione si sono esibiti nella difficile operazione di ricordare nome o numero dello scrutatore nominato, memoria da fare invidia anche al padre della "mnemotecnica", cioè Raimondo Lullo, filosofo spagnolo del Medioevo.
Così si è proceduto per la nomina degli scrutatori dei primi tre/quattro seggi; poi però la memoria non ha accompagnato più gli stessi quando in occasione della nomina di uno scrutatore l'attivista M5S ha gridato alla vergogna in quanto era già a conoscenza (avendolo scritto nella sua agenda) della nomina; la cosa si è ripetuta più volte nel corso della mattina con altri cittadini già a conoscenza di nomi di scrutatori.
Così è avvenuta una sospensione con momenti di grande concitazione. I componenti della Commissione per circa un decina di minuti si sono riuniti in un'altra stanza adiacente. Quando sono rientrati di fronte alle lamentele, il vice sindaco Ingargiola ha proceduto a raccogliere il nome di cinque donne che si dicevano disoccupate ed ha assicurato loro di nominarle nella sua lista sottolineando però di non pretendere il voto. Insomma un atto alquanto discrezionale al fine di potere eliminare dubbi sul suo operato; alcuni uomini anch'essi disoccupati hanno chiesto spiegazioni del perchè di tale scelta riservata solo a quelle donne presenti.
Sono così ricominciate le operazioni di nomina e sono cominciati ad intravedersi i primi "pizzini" o i telefonini dove scritti i nominativi degli scrutatori da scegliere: giochi di sguardi, un continuo nascondersi di foglietti fra le maniche e sotto quaderni e pc.
Ci chiediamo: se la scelta del metodo nominativo è avvenuta secondo legge perché allora i singoli componenti non hanno mostrato la loro lista con i nomi ben evidenti degli scrutatori da scegliere? Avrebbero certamente mostrato ben più trasparenza, quella che fin dei conti chiedono i cittadini, piuttosto che continuare una pantomima che certamente non ha giovato alla loro immagine.