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07/05/2014 11:54:00

Alcamo, arrestato il boss Diego Melodia. Per lui condanna definitiva a 17 anni

Nel pomeriggio di ieri è stato arrestato dai Carabinieri di Alcamo MELODIA Diego classe 35, detto anche o “consa seggie” uno dei capostipiti dell’omonima famiglia mafiosa alcamese e ritenuto al vertice del Mandamento tra gli anni 2006 e 2008 prima del suo arresto. Il provvedimento di carcerazione eseguito dai carabinieri di Alcamo su ordine della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Palermo – Ufficio Esecuzioni Penali a seguito del rigetto del ricorso in Cassazione lo condanna definitivamente a scontare una pena di 17 anni e 3 mesi.
La pena inflitta a Melodia, trae origine dall’indagine “Cemento Libero” che gli investigatori dell’Arma di Alcamo avevano condotto di concerto con la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo proprio in quegli anni in cui il Melodia Diego aveva assunto un ruolo di vertice nella cupola mafiosa alcamese, attività d’indagine che portò all’emissione di undici misure cautelari, oltre a 10 avvisi di garanzia ed al sequestro di un impianto di produzione di calcestruzzo, la «Medi Cementi s.r.l.» del valore 1 milione di euro.
In quell’indagine, i Carabinieri avevano compreso come nell’alveo della potente articolazione mafiosa di Alcamo, attraverso metodologie comportamentali tutte riconducibili alle modalità operative di Cosa Nostra, i membri della famiglia Melodia e soggetti affiliati, ponevano in essere una serie di condotte finalizzate ad imporre sistematicamente il pizzo ad imprese, commercianti ed a consentire alla Medi Cementi S.r.l. (riconducibile alla famiglia Melodia) proprietaria di un impianto di produzione di calcestruzzi sito in C.da Furchi di Alcamo, di raggiungere ben presto una posizione di assoluta egemonia del mercato nell’intero territorio di competenza del mandamento mafioso.
L’attività d’indagine consentiva di accertare come il tessuto connettivo di Cosa Nostra alcamese, sebbene depauperato di importanti accoliti detenuti, si fosse tuttavia rigenerato, attingendo da un nutrito substrato di soggetti fino a quel momento non sottoposti a misure restrittive e dunque in grado di muoversi liberamente sul territorio e per mezzo dei quali venivano portati avanti gli interessi della famiglia mafiosa.
Diego Melodia ha da sempre rivestito un ruolo di spicco all’interno di Cosa Nostra alcamese incaricato dal sodalizio di occuparsi negli anni ’90, della individuazione e selezione delle vittime delle estorsioni, padre dell’altrettanto noto Ignazio classe 67, anch’egli definitivamente condannato per partecipazione all’associazione mafiosa e nonostante la giovane età, tratto ripetutamente in arresto ed a lungo detenuto.
Il fratello di Diego, Nicolò inteso “Cola” classe 24, è padre di Antonino classe 59, reggente del mandamento alcamese per alcuni anni fino al 95 e da allora in carcere in quanto colpito da condanne a pesanti pene detentive e di Ignazio classe 55, detto “il dottore” per la professione medica svolta, successore di Antonino, anch’egli riconosciuto uomo d’onore e condannato ad altrettanto pesanti pene detentive per associazione mafiosa ed estorsione attualmente sottoposto alla Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di Soggiorno nel Comune di Alcamo.
Nel corso dell’indagine “Cemento Libero” oltre ai due importanti ed autorevoli membri della famiglia Melodia, Diego ed Ignazio, era poi emersa la figura di Pirrone Liborio, alias “Popò”. Imprenditore già gravato da precedenti penali, risultato essere stato coinvolto in ambigui rapporti con l’associazione mafiosa e ciò fondamentalmente in ragione dell’attività imprenditoriale nel settore del calcestruzzo da egli svolta.
Oltre a PIRRONE, l’attività investigativa permise di far luce anche sul profilo criminale di tre fratelli alcamesi, Giorgio, Salvatore e Stefano REGINA, anch’essi gravati da precedenti penali, ritenuti a disposizione del sodalizio mafioso e di volta in volta utilizzati come bracci operativi per commettere attività delittuose a favore dell’associazione, nonché per contattare vittime di estorsioni e potenziali acquirenti di calcestruzzi ai quali l’associazione mafiosa faceva giungere il preciso ordine di rifornirsi presso la Medi Cementi.
Tra il 2010 ed il 2011 sono arrivate le condanne in primo e secondo grado che vanno dagli 8 ai 20 anni di carcere, tra cui, appunto, quella inflitta a Melodia Diego che ora a seguito della dichiarazione d’inammissibilità del ricorso con cui si è pronunciata la Corte Suprema di Cassazione è divenuta definitiva.