Sono stati ben 256 emendamenti presentati al disegno di legge su «Disposizioni programmatiche e correttive per l'anno 2014» all'Ars. Un provvedimento di soli 9 articoli con un impegno di spesa di appena 136 milioni di euro. Molto meno del necessario, ma giustificata soltanto dall'esigenza di pagare gli stipendi dei dipendenti di enti, teatri e società regionali, oltre che avviare al lavoro gli operai stagionali della forestale e dell'antincendio e dei Consorzi di bonifica. La commissione Bilancio, presieduta da Nino Dina, ha lavorato fino a tarda sera per rispettare il calendario dei lavori d'Aula deciso dalla conferenza dei capigruppo che prevede l'approdo all'Ars del provvedimento in giornata e la discussione generale. Quindi, interrompere per dare la possibilità di presentare eventuali emendamenti, per riprendere l'esame dell'articolato martedì prossimo.
Tra gli emendamenti presentati c'è quello del presidente della Commissione Affari istituzionali Antonello Cracolici (Pd) che propone di imporre uno stop agli stipendi d'oro dei burocrati regionali. La norma proposta da Cracolici fissa a 200mila euro lordi annui il tetto massimo per la retribuzione. L'emendamento arriva nel pieno delle polemiche sul compenso del segretario generale dell'Ars, che guadagna circa 500mila euro all'anno.
L'alto numero di emendamenti presentato è stato stigmatizzato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta: «Abbiamo presentato una norma secca. Non una manovra, ma un'anticipazione del documento finanziario che dovremo fare dopo il consuntivo. Sarebbe irresponsabile caricarla di emendamenti, una follia. Dobbiamo pagare gli stipendi, c'è un'emergenza sociale che bisogna risolvere».
Per l'Inda (Istituto nazionale del dramma antico) sono previsti 345mila euro, mentre dovranno essere trovate le risorse per la costituzione del Fondo di rotazione per la gestione degli impianti idrici di Palermo e Siracusa dopo il fallimento delle rispettive società alle quali era stato affidato il servizio.
Per Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia, «la drammatica situazione finanziaria della Regione impone responsabilità e rigore».