Sta diventando un grafomane, il Sindaco di Trapani, Vito Damiano. Dopo aver scritto, senza esito, una lettera a Rosario Crocetta, adesso ci riprova con il Ministro Lupi. Il tema questa volta è l'autorità portuale a Trapani. Il ministro dovrebbe essere un po' in imbarazzo. Era venuto a Trapani, a casa del senatore Antonio D'Alì (giustamente, gli incontri si fanno a casa, non al Comune o in una sede pubblica) a promettere grandi cose per il porto. E invece adesso Trapani si trova probabilmente accorpata - come autorità portuale - con Palermo, anche se D'Alì dice che la notizia è infondata.
Dopo la riunione con i parlamentari del territorio e i responsabili delle principali istituzioni tenuta per scongiurare l’assoggettamento del porto di Trapani a quello di Palermo come voluto dall’ipotesi di riforma presentata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, il sindaco Damiano ha inviato una nota ufficiale a Roma con la quale si chiede di garantire l’autonomia del porto trapanese. La riforma della legge 84 del 1994 tende, infatti, a ridurre il numero delle attuali Autorità portuali per accorpamento. Il primo cittadino, in sostanza, ha avanzato al Governo due proposte: la prima sarebbe l’approvazione del disegno di legge che è in discussione alla Commissione Trasporti del Senato che prevede l’istituzione dell’Autorità portuale a Trapani “per la sua posizione baricentrica nel Mediterraneo, centro di traffici internazionali, con una propria identità commerciale e crocieristica in continua espansione”. In alternativa, la proposta venuta fuori dalla riunione con la deputazione trapanese e i rappresentanti istituzionali, punta a garantire a Trapani “sia all’interno di una Autorità o di un Distretto, una governance locale con la partecipazione delle rappresentanze istituzionali e imprenditoriali del territorio, in modo da garantire il ruolo, l’autonomia e la dignità economica e sociale di ogni realtà portuale”.