E adesso si gioca a carte scoperte. Il Pd e Mimmo Fazio, separatamente, hanno presentato le loro mozioni di sfiducia al Sindaco di Trapani, Vito Damiano. Per il Pd è una prova di forza dopo il buon risultato elettorale, nella speranza di riuscire, per la prima volta nella storia della città, ad andare al governo. Per Fazio è l'attacco finale contro il candidato che lui stesso aveva voluto, ha fatto eleggere, e ha rinnegato subito dopo le elezioni.
L’obiettivo di Fazio è chiaro. “Damiano deve andare a casa. Io mi candido a sindaco. Ci metto la faccia. Non intendo sostenere altri. Mi è bastato già una volta”.
Chi firma la mozione di Fazio, accusato da altri consiglieri comunali di muoversi per interesse personale? La sua mozione porta con sé quattro firme e un'altra è in arrivo. Ai due consiglieri del suo gruppo, Uniti per il Futuro, Peppe Ruggirello (1953) e Franco Ravazza, si sono aggiunti l'indipendente Nino Bianco e il consigliere di Forza Italia Francesco Salone. A lui si aggiunge il suo capogruppo Vito Mannina. Sono sei consiglieri, pochi. Servono infatti 12 firme, il doppio. L'onorevole incontrerà tutti i consiglieri proponendo loro di firmare la mozione: “Non ho pregiudizi. Con alcuni ho già parlato, con altri lo farò nelle prossime ore”. Fazio ha poi voluto rimarcare un punto: «Non c'è nulla di personale. Il sindaco Damiano è un camaleonte.
E, ricordiamo, servono 20 voti per approvarla.Su questo Fazio non è preoccupato: “Si voterà a scrutinio palese e così ognuno di noi si assumerà le proprie responsabilità”.
L’obiettivo di Fazio è di riunire la sua mozione di sfiducia a quella del Pd. In questo senso ci sono dei rumor a Trapani che vorrebbero Mimmo Fazio vicino al gruppo di Articolo 4, a sua volta federato con il Pd. La vicenda non è commentata da Fazio, che precisa: “Ho trasmesso la bozza al Pd. Sarebbe ridicolo presentarne più di una. Nella mozione non c'è alcun accenno a preamboli politici. Sono 24 pagine di addebiti amministrativi e di errori commessi da questo sindaco”.La mozione, definita, «tecnica», mette in discussione l'operato del sindaco Damiano in tutti i settori dell'amministrazione: gestione del sistema idrico e della raccolta dei rifiuti, vertenza Tares, tassa di soggiorno, fruizione del Bastione dell'Impossibile e di Torre di Ligny, Campo Aula, scuola «Buscaino Campo», vendita del Lazzaretto, patto di stabilità, enti e consorzi, opere pubbliche e ufficio stampa «fantasma». Nega, comunque, ogni patto elettorale con il Pd, l’ex Sindaco.
I democratici - a differenza di Fazio - puntano all'aspetto politico della loro mozione. «Damiano - dichiara il segretario cittadino Francesco Brillante - è una espressione autorevole del centrodestra trapanese, in continuità di egemonia in questa città». Per il Pd Mimmo Fazio non può proporsi come «salvatore della Patria». Per il capogruppo Enzo Abbruscato “Damiano sbaglia a pensare che il silenzio che si registra in città sia consenso. I cittadini la sfiducia l'hanno già data».
Su cosa punta la mozione Pd? a vicenda Tares, la gestione delle società partecipate con gli stessi metodi dell'amministrazione precedente, l’aumento dei costi dei rifiuti dai 10 ai 14 milioni di euro, le vicende interne ai vigili urbani.
Il consigliere Grignano la definisce “un’operazione verità”.
Il Pd non ha intenzione, al momento, di firmare la mozione di Fazio. Ed è alle prese con una vicenda interna, perchè il consigliere Ninni Passalacqua si è rifiutato di firmare la mozione.
Potete scaricare il testo integrale della mozione di sfiducia del Pd cliccando qui.