L’Ente Luglio Musicale Trapanese ha un nuovo consigliere delegato e direttore artistico. Ricoprirà entrambi i ruoli Giovanni De Santis, che fa anche un po’ parte della storia dell’Ente Luglio, perché fu fondato da suo nonno.
Con me la mia famiglia vive da tre generazioni il “dramma” della musica.
L’Ente Luglio è una delle più importanti istituzioni del nostro territorio, un dispensatore di cultura. Ma sta vivendo momenti burrascosi. L’ex consigliere delegato Gino Bosco se n’è andato tra le polemiche relative alla gestione. Ha già avuto modo di vedere le carte, i conti dell’Ente Luglio?
Sì. Il Luglio non sta benissimo. E’ stato fatto un lavoro da Bosco per tamponare le falle. Ma sconta un decennio di gestione da sottogoverno. La svolta culturale che deve riguardare il teatro in genere, e in particolare l’Ente Luglio, è quella di tenere fuori la politica che ha portato degli enormi danni. I teatri sono delle aziende, devono essere gestiti come tali, e con l’obiettivo della diffusione della cultura.
Sono sempre entrati in scena altri criteri nella gestione della cultura.
Un mio vecchio professore sosteneva che “i manager industriali possono gestire soltanto industrie, i manager di cultura e spettacolo possono gestire qualsiasi tipo di azienda”. Resto d’accordo con lui. L’impresa di spettacolo è quella più difficile da gestire. I criteri della politica non possono essere applicati per un teatro. Non la vedo negativamente però all’Ente Luglio, perché probabilmente ci vuole un periodo di crisi per cambiare il modello di pensiero.
Marrone D’Alberti, che era stato contattato dal sindaco di Trapani Vito Damiano per gestire l’Ente Luglio, ha detto “non capirò mai perché se si deve operare al cuore si chiama un chirurgo cardiologo e se si deve dare un incarico si guarda ad altro”. E lo dice in riferimento al fatto che non ha trovato un punto d’incontro con il sindaco a proposito di nomine e modo di lavorare nel Luglio. Lei l’ha trovato un punto d’accordo con Damiano?
Non era nelle mie prospettive andare a gestire il Luglio. Io provengo dagli Amici della musica di Trapani, che è una associazione più piccola ma caratterizzata da una altissima efficienza che l’ha portata a livelli internazionali. In questo momento avrei potuto avere l’interesse di non occuparmi del Luglio Musicale. Ma c’è un rapporto di tipo etico e familiare con il Luglio, sto quasi facendo un danno agli Amici della Musica. Dopo una titubanza iniziale ho accettato l’incarico chiedendo al sindaco di poter avere carta bianca, di poter gestire il Luglio in libertà amministrativa e artistica. Il sindaco è stato di larghe vedute e mi sento supportato. Su questo siamo d’accordo.
Nelle parole di Marrone D’Alberti sembra esserci un puntino di polemica nei suoi confronti.
A me piace lavorare non fare polemiche. Nella cultura, essendo un bene immateriale che non occupa spazio, c’è spazio per tutti ma non deve essercene per le polemiche. Chi conosce veramente le organizzazioni di spettacolo sa che al di sotto di certi budget non puoi permetterti una certa articolazione organizzativa. Nei teatri con un budget di 10 milioni di euro l’anno, ad esempio, i direttori artistici finiscono per diventare dei compratori di spettacoli. Le faccio l’esempio degli Amici della Musica: hanno da 42 anni un direttore artistico,mio padre, che è laureato in giurisprudenza, ma avendo passato una vita nell’organizzazione di spettacoli teatrali ha una grande esperienza che lo ha portato a fare il talent scout. Questo sconfessa l’equazione musicista - direttore artistico, non deve essere necessariamente un musicista, ma capire di musica e di mercato musicale, di come si scoprono gli artisti, di turnè.
Marrone D’Alberti è un bravissimo musicista. Crede che non sarebbe stato in grado di gestire il Luglio?
Ho visto musicisti eccelsi che erano pessimi didatti e direttori artistici. Come ho visto direttori artistici formidabili che erano medici. Lo spettacolo è un organismo dinamico che richiede elasticità mentale. Il bilancio del Luglio Musicale è ridotto al lumicino, a 700 mila euro, di cui 500 mila di partita corrente. Significa che ho 200 mila euro per la programmazione. Il precedente direttore artistico che aveva i titoli, ha programmato l’Aida, Tosca, e Carmen. L’Aida è l’opera più costosa per allestimenti scenici. Ed è una scelta che secondo me non sta né in cielo nè in terra. Bisogna essere ancorati alla realtà.
Lei è stato consigliere comunale a Trapani. E uno dei problemi che ha Damiano è proprio il dialogo con il consiglio comunale. Dice che anche su questi temi non c’è collaborazione ed è stato lasciato solo sull’Ente Luglio, come sulla Fardelliana. Come si fa a convincere il consiglio comunale ad appassionarsi su questi temi?
Aprendosi alla città. La prima cosa che ho fatto è convocare il personale. Gli ho detto che il saper fare è il patrimonio dell’ente. Però dobbiamo cambiare mentalità. Il Luglio Musicale deve essere amato dalla città e non essere più considerato un carrozzone mangiasoldi. Il rapporto con la città e con l’amministrazione deve essere questo: io non devo avere i soldi perchè esisto, ma per fare fino a quando saprò fare. Quindi dobbiamo proporre un progetto artistico e di prospettiva, appetibile. Il denaro deve essere a servizio del progetto e non viceversa.