A fronte di un crollo del 4% del Pil al Sud, il doppio rispetto al resto del Paese, l'agricoltura è l'unica attività economica che ancora "resiste" nel Mezzogiorno. Nel 2013 il calo è stato infatti dello 0,3% del valore aggiunto contro il -2,4% nel centro Nord, mentre nell'industria e nei servizi si è registrato un crollo: -8,3% e -3,1%, rispettivamente.
Per quanto riguarda il numero degli occupati, sempre nell'agricoltura meridionale, il calo è stato dello 0,9%.Quasi un'impresa agricola su 3 è nata negli ultimi 10 anni, mentre il 6,9% dei titolari ha meno di 35 anni ed è alla guida di 54.480 aziende. Di queste - secondo un'analisi elaborata dalla Coldiretti - opera in attività multifunzionali: dall'agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione del latte in formaggio, dell'uva in vino, delle olive in olio, ma anche produzione di pane, birra, salumi, gelati e cosmetici.
Nel Sud si concentrano circa i due terzi delle coltivazioni biologiche nazionali con quasi la metà delle imprese agricole e il 10% del territorio è coperto da parchi e aree protette. Un patrimonio che, secondo la Coldiretti, «rappresenta una chance formidabile per generare nuovo sviluppo e opportunità occupazionali se viene dato valore al rapporto con il territorio, in un sistema integrato che coinvolge tutti i protagonisti, dall'agricoltura all'industria, dalla finanza al commercio fino al turismo, in stretta connessione con le risorse storiche, archeologiche, culturali ed ambientali di cui il Sud è ricchissimo».