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14/06/2014 06:10:00

Il buco alla Diocesi di Mazara, la difesa di Mogavero: "Solo 4 milioni di euro"

 Dopo le rivelazioni del settimanale "Panorama", che accusa il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, di aver causato un buco in Diocesi di 6 milioni di euro, arriva la replica del diretto interessato tramite una nota stampa:

1. È prassi ormai consolidata quella di rendere noto il bilancio annuale della Diocesi al presbiterio diocesano, preventivamente esaminato dal Consiglio per gli affari economici e dal Collegio dei consultori secondo le disposizioni canoniche. Questo è avvenuto nello scorso mese di maggio per l’esercizio 2013. Le notizie diffuse dal settimanale erano, pertanto, già a conoscenza del presbiterio e, non possono, perciò, rappresentare un “caso” perché i dati relativi al rendiconto della gestione economica sono stati tutti puntualmente comunicati e chiariti.

2. In merito al presunto asserito “buco” di circa 6 milioni di euro, questa notizia è priva di fondamento. Nel bilancio è inserito l’importo di 4.402.604 che costituisce l’ammontare di due mutui, rispettivamente un mutuo chirografario di 3.692.360 presso Banca Prossima e di 728.144 euro per mutuo ipotecario presso Banca Unicredit. Come si può evidenziare dal dettaglio del debito si tratta di un finanziamento erogato da istituti bancari e non di un “buco” finanziario. Se così fosse si sarebbe dovuto registrare un equivalente ammanco di risorse. I due mutui contratti sono serviti a rinegoziare un precedente mutuo erogato da Banca Intesa tra il 2006 e il 2008 e per aggiornamenti dei prezzi nei cantieri di costruzione delle tre nuove chiese: Matrice di Pantelleria, San Lorenzo in Mazara del Vallo e San Giuseppe in Gibellina.

3. A riguardo della costruzione delle tre nuove chiese si fa presente che la deliberazione relativa alla loro costruzione è stata adottata anteriormente all’inizio del ministero episcopale di monsignor Domenico Mogavero, il quale ha solo portato a compimento quanto già deciso localmente e finanziato dai competenti organi della Cei. Si puntualizza altresì che la Cei – coi fondi dell’8 per mille destinati in sede nazionale alla nuova edilizia di culto – ha finanziato anche i lavori d’abbattimento della vecchia chiesa. L’intera costruzione della chiesa a Pantelleria è costata 5.195.900 euro, di cui a carico della Diocesi 1.946.290,39 euro.

4. La Diocesi ha dato vita con la Provincia Regionale di Trapani all’associazione “Centro Mediterraneo di Studi Interculturali Cemsi – Onlus”, istituita nel 2008 per svolgere attività di ricerca, formazione e dialogo tra i popoli e le religioni del Mediterraneo. I due partners hanno concorso al finanziamento delle attività con uno stanziamento annuale di 100 mila euro ciascuno, in contanti e/o attraverso fornitura di servizi.

5. Quanto all’Opera di religione “Monsignor Gioacchino Di Leo”, la Diocesi ha trasferito nel 2013 la somma di 9.400 euro, motivata con l’espletamento di attività legale intesa a contestare il titolo di proprietà di immobili acquisiti per usucapione.

6. Per quanto riguarda il bilancio del Seminario vescovile registra ad oggi solo un debito di 17.067 euro.

7. In merito al collegamento tra la pubblicazione del rendiconto economico della Diocesi e l’incontro del Papa con il Vescovo, si fa presente che tale incontro è avvenuto dietro richiesta del Vescovo presentata al Santo Padre nel mese di febbraio e che l’incontro è stato fissato per il 6 giugno nello scorso mese di marzo. Non sussiste, dunque, nessuna connessione tra i due fatti.

A margine di quanto contenuto nel superiore comunicato, il Vescovo dichiara: «Sottoporrò all’esame di un esperto contabile da me nominato la documentazione dell’ultimo quinquennio al fine di verificare la gestione economico-finanziaria della Diocesi e l’accertamento di eventuali responsabilità».

La storia  fa riviviere, quasi ironia della sorte, quello che era successo nella vicina diocesi di Trapani, la cui gestione era finita sotto indagine da parte del Vaticano dal giugno 2011, quando era partita una “visita apostolica” guidata proprio da Mogavero, responsabile della Cei per gli Affari giuridici, incaricato di fare chiarezza su un’inchiesta che avrebbe coinvolto proprio l'allora vescovo Francesco Miccichè e su una serie di dissidi interni alla curia in seguito alla sospensione a divinis di un giovane prete, ex direttore amministrativo della curia e per anni braccio destro di Miccichè.
Ironia della sorte, ora c'è il rischio di commissariamento della diocesi di Marzara. Lo stesso che Mogavero aveva invocato durante la sua visita a Trapani. Anche in questo caso, però, il vescovo pare aver puntato il dito contro l'economo della diocesi, monsignor Franco Caruso, al quale non è stato più rinnovato l'incarico.