Si terrà oggi a Trapani probabilmente un nuovo interrogatorio di Don Sergio Librizzi, il prete trapanese, a capo della Caritas Diocesana, accusato di molestie sessuali e concussione. Chiedeva sesso agli immigrati in cambio del suo interessamento per il permesso di soggiorno o l'ottenimento dello status di rifugiato. Come abbiamo raccontato ieri, Librizzi aveva un potere enorme, gestiva direttamente o indirettamente molti dossier, aveva l'ultima parola su tutto e godeva - purtroppo - anche di una rete di complici silenziosi, gente che sapeva del suo "vizietto", ma che si girava puntualmente dall'altra parte. Librizzi ieri nell'interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere ha fatto sapere che intende rispondere alle domande degli inquirenti.
Dalle sue vittime poi don Sergio era solito farsi chiamare “baba” che in ghanese significa “padre, persona rispettabile”. Spulciando nelle centinaia di pagine dell'ordinanza, sono diversi gli episodi che lo riguardano. In una occasione insisteva nelle avance nonostante la “vittima” fosse ferita per un pestaggio subito, lui lo rassicurava: "L’affetto è medicina…curati che ti do l’affetto e ti passa…questo è amore…l’amore è una cosa buona…hai amore? dimmi. Di cosa hai bisogno?..la commissione”.
Un tunisino dopo essersi visto “toccato” chiese all’interprete chi fosse “è un sacerdote un prete cattolico…ma è un prete come il Papa? Non è come il Papa ma ha una importanza minore”.
L'arresto di Don Librizzi mette sottosopra non solo la Diocesi di Trapani ma anche tutto il mondo del volontariato trapanese, impegnato a gestire l'emergenza immigrazione. Il prefetto Leopoldo Falco è stato sentito nell'ambito dell'indagine. Un'audizione durata oltre due ore. All'uscita dal Palazzo di Giustizia il prefetto non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Falco sarebbe stato sentito in relazione all'attività svolta da Librizzi nell'ambito della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale.
Don Sergio vantava amicizie altolocate ed era sempre presente agli appuntamenti che contano. Nell'ultimo periodo sembra che fosse preoccupato per una imminente sostituzione. Ma sarebbe stato talmente preoccupato da contattare un personaggio autorevole.
Gli inquirenti hanno effettuato una perquisizione presso Villa Sant'Andrea a Valderice. Un'attività d'indagine che, precisano dagli uffici giudiziari, non riguarda in alcun modo l'attività svolta dalla cooperativa Badia Grande.
Sono otto le violenze sessuali contestate, le vittime tutti uomini e maggiorenni. Episodi risalenti al 2009, l’ultimo è del maggio scorso. Il sistema per carpire “obbedienza” era sempre lo stesso: “io sono una persona importante, faccio parte della commissione…posso farti avere tutto facile o posso rendere tutto più difficile….tu che mi dai?”.
Durante la perquisizione effettuata nell'abitazione del prelato, attigua alla parrocchia di San Pietro, gli agenti della sezione di pg della Forestale hanno rinvenuto un'ingente somma di denaro. Tuttavia, il procuratore capo, Marcello Viola, ha puntualizzato che, allo stato, il denaro non ha attinenza con l'oggetto dell'indagine. Sono all'esame degli inquirenti i personal computer sequestrati a don Librizzi.