In una lettera aperta dalla sintassi un po' balbettante il Sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, spara a zero sul Pd, il suo partito, e sulla decisione del segretario cittadino del partito, Simonte, di aprire un tavolo di confronto con il deputato del Psi Nino Oddo. "Se continuate così - è la sintesi della confusa lettera di Tranchida - mi dimetto e mi ricandido a Sindaco".
Tranchida se la prende con il segretario cittadino dei democratici Gianrosario Simonte e con l'assessore Daniela Toscano: "Se il Pd ericino rompe l'alleanza programmatica anche in previsione delle paventate indicibili intese per il futuro prossimo venturo, non ho difficoltà a dimettermi entro settembre, dopo il bilancio, per poi ritornare dagli elettori, cominciando da quelli del Pd, dicendo loro, non solo che io non li ho traditi, ma invitandoli ad esprimere poi in primavera un giudizio su chi vuole nuovamente affossarli e farli tornare indietro". Per Tranchida il passato, le elezioni del 2007 e del 2012, non è superabile e con Oddo non potrà mai esserci un'alleanza: "Tale passato non può essere archiviato taluba rasa per meri tornaconti elettorali tuoi o della Toscano, o di qualche possibile mandatario o proconsole da Roma, Palermo o dintorni di Trapani. Da tempo e grazie alle lotte di tanti non siamo più feudo e terra di conquista". Picchia duro ancora sul Psi e ci finisce di mezzo anche il sindaco di Trapani Vito Damiano. Per mettere in evidenza quella che considera una evidente incoerenza politica, Tranchida ricorda al Pd che i socialisti di Oddo sono stati "alla corte dell'inutile sindaco Damiano". Fa poi riferimento al sostegno al candidato sindaco di Mazara Vito Torrente, indicato come "uomo di Giammarinaro".
"Sappi -ha aggiunto all'indirizzo di Simonte - al pari che la mia pazienza ha un limite e di certo non intendo tradire la gente che ci ha e mi ha dato fiducia".