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01/07/2014 06:40:00

Sesso con gli immigrati, Don Librizzi nega tutto. Ma le intercettazioni sono imbarazzanti

 Nega tutto monsignor Sergio Librizzi, il direttore della Caritas di Trapani arrestato la settimana scorsa perchè avrebbe chiesto prestazioni sessuali ai migranti in cambio del suo interessamento per l'ottenimento dello status di rifugiato o del permesso di soggiorno. Librizzi ha risposto ieri per oltre due ore alle domande dei pubblici ministeri.
Alla presenza del suo difensore, l'avv. Donatella Buscaino, mons. Sergio Librizzi ha negato ogni addebito. Gli inquirenti gli contestano di avere abusato di otto migranti.  Per sei mesi gli investigatori hanno pedinato e intercettato il prete. Una microspia, collocata a bordo della sua auto, avrebbe registrato i suoi incontri con le vittime e i presunti abusi.  Ma il prelato nega tutto. "Le conversazioni sono imbarazzanti, ma non è mai successo nulla". Per gli inquirenti, invece, il tono delle frasi è inequivocabile, soprattutto quando il sacerdote dice agli immigrati d'essere in grado di fare ottenere loro i permessi di soggiorno, ma in cambio devono assecondare le sue voglie.

Si faceva chiamare dalle sue vittime “baba” don Sergio Librizzi: in ghanesesignifica padre, persona rispettabile. “Pensa a essere amico buono, amico buono, cosi i tuoi i problemi sono i miei. Hai capito… Io come mi chiamo? Simpatico”. E poi, dopo la risposta: “No, mi devi chiamare Baba, è più bello Baba. Dove vuoi andare? Dove ti piace... A casa tua”.

Pretende che le prestazioni cui costringe i giovani stranieri siano ammantate da un apparente scambio di frasi amorose e gesti di affetto. E se la vittima di turno, costretta a esausire le sue richieste per ottenere il permesso di soggiorno, non è abbastanza partecipe, provvede a richiarmarla.
Per gli inquirenti mons. Sergio Librizzi avrebbe abusato del suo ruolo di componente della Commissione territoriale. Un'altra intercettazione: ”Ascolta… ieri ho detto al presidente prendi le carte di E. e decidiamo. E abbiamo deciso, hai capito... Quindi ora tra qualche giorno, la questura ti deve fare il permesso di soggiorno, hai capito? Il problema è che le tue carte erano ferme, perchè c'era la Svizzera, hai capito? l problemi che c'erano in Svizzera. Quindi io ho detto al presidente, togli i problemi della Svizzera e diamo subito positivo, hai capito?”.

Un altro frammento:

Don Sergio: …Questo è amore… l’amore è una cosa buona… hai amore?
Interlocutore: Da quando ti ho incontrato…
Don Sergio: Dimmi. Di cosa hai bisogno?
Interlocutore: La commissione.

Alle vittime avrebbe detto di essere in grado con una sola parola di fare ottenere loro il permesso di soggiorno ma anche di farli rimpatriare nel Paese d'origine. Un quadro grave, quello che emerge dalle carte dell'inchiesta. Eppure, quando si è ritrovato davanti ai pubblici ministeri mons. Librizzi ha negato ogni cosa. Una chiusura netta e decisa che, per il momento, rende inultili ulteriori interrogatori da parte degli inquirenti. Le indagini intanto vanno avanti  nel massimo riserbo. Gli investigatori stanno sentendo testimoni. Sono in corso accertamenti volti a ricostruire il contesto in cui è maturata la vicenda. Uno dei punti più delicati da chiarire è se altri erano a conoscenza dei fatti e non hanno fatto nulla per fermare mons. Sergio Librizzi. Dagli atti dell'inchiesta sembrerebbe di sì. Secondo il gip Cersosimo il sacerdote avrebbe avuto coperture importanti:

“Dalle indagini è emerso come fatto inconfutabile e notorio come il Librizzi sia detentore di una posizione di grande potere e che lo stesso sia strettamente legato ai soggetti più potenti di Trapani nonché gestore di fatto dei centri di accoglienza e del sistema di cooperative connesso. Librizzi risulta essere unico ed incontrastato dominus di una complessa e articolata rete di cooperative, ipab e società attraverso le quali gestisce in regime monopolistico non solo i centri di accoglienza per extracomunitari ma anche l'intero universo del lavoro ad esso collegato generando e gestendo risorse e lavoro. Librizzi è al vertice di una ricca fiorente e incontrastata holding finanziata con denaro pubblico che gestisce per intero il business dell’assistenza ai migranti. È risultato che si è mosso sempre con determinazione per ostacolare e danneggiare i pochi coraggiosi che hanno avuto la forza di tentare di opporsi alle sue reiterate malefatte con intimidazioni minacce vere e proprie aggressioni condotte talvolta poste in essere da appartenenti alle forze dell’ordine i quali hanno invitato i soggetti che si erano rivolti loro a non sporgere denuncia e di mettere tutto a tacere con il chiaro effetto di creare intorno al Librizzi l’aura di soggetto intoccabile e impunibile”.

Ad alcune delle presunte vittime sarebbe stato consigliato di tacere e di non mettersi contro l'allora direttore della Caritas. Monsignor Sergio Librizzi era considerato una persona potente. Ma era davvero così? La difesa per il momento mantiene il massimo riserbo.