Sono 53 le fattorie sociali che operano in Sicilia. La maggior parte si trova nelle provincie di Messina, Catania e Siracusa: un trend sempre in crescita. In tre anni sono quasi triplicate: nel 2007 erano solo 9, nel 2010 ne sono state censite 25, nel 2012 ben 18 in più, nel 2014 sono 53. La crescita è indicatore di una particolare vivacità di una parte delle imprese agricole eticamente orientate e di alcuni soggetti del terzo settore disponibili a sperimentare nuove forme di welfare partecipativo, territoriale e di prossimità. I dati del 2014 degli iscritti alla Rete delle fattorie sociali Sicilia – Forum regionale dell’agricoltura sociale, rilevano oltre alle 53 aziende agricole, anche 30 associazioni no profit e cooperative coinvolte, a vario titolo, in attività di agricoltura sociale. Quest’ultima ha ampi margini di sviluppo e proprio delle possibilità di crescita occupazionale e del Disegno di legge regionale già all’Ars e dei progetti educativi e di inclusione sociale si parlerà venerdì 18 luglio a Custonaci contrada Castelluzzo (Agriturismo Castelluzzo e Baglio Don Bartolo) dalle 9.30 alle ore 18 nel workshop organizzato dalla Rete Fattorie sociali Sicilia - Forum nazionale agricoltura sociale e dall’AIAB Sicilia. L’introduzione dei lavori è affidata a Salvatore Cacciola, presidente regionale della Rete delle Fattorie sociali. Saranno presenti il Capo di gabinetto dell’assessorato alla risorse Agricole ed Alimentari dott. Antonio Parrinello, Filippo Salerno (Agronomo, componente Consiglio Esecutivo AIAB Sicilia e referente provinciale) e Alfio Furnari (Presidente regionale AIAB Sicilia) Le relazioni saranno svolte da Donatella Natoli (Medico – Fattoria Sociale CADO’ – Gioiosa Marea), da Claudia Cardillo (Educatrice, Presidente coop. Sociale Energ-etica, Catania) e da Mauro Priano (Casa laboratorio S. Giacomo – Sambuca di Sicilia). Seguiranno dei laboratori progettuali condotti dagli esperti. Nel pomeriggio sono previsti gli interventi sulle buone pratiche di agricoltura sociale con gli interventi di Ammoscato Filomena (Fattoria Sociale Augustali (Alcamo) Spezia Ippolita (Fattoria Spezia - Buseto Palizzolo), Sandra Invidiata (Fattoria Invidiata – Collesano), Valentina e Maria Morello (Az. Agr. “Acque di Palermo – Roccapalumba. Concluderà i lavori il dott. Fabrizio Viola (dirigente dell’Assessorato regionale alle roorse agricole ed alimentari).
La crescita delle realtà di agricoltura sociale in Sicilia è particolarmente significativa, afferma Salvatore Cacciola; la vivacità culturale e l'innovazione dell'A.S. stanno caratterizzando il nuovo sistema del welfare locale. Siamo invece preoccupati che l'originalità delle Fattorie Sociali siciliane rischia di non essere recepita dall'attuale proposta di legge in discussione all'ARS. Il lavoro di rete ed integrato con il sistema dei servizi sociali e sanitari, la collaborazione con il terzo settore e le istituzioni scolastiche o con il circuito penitenziario, con le aree di marginalità sociale devono trovare nella nuova normativa uno spazio e un riconoscimento adeguato. Ci preoccupa, continua Salvatore Cacciola, che la fatica di chi attiva processi di inclusione per soggetti svantaggiati non trovi il giusto ascolto nella discussione sulla normativa. Chiediamo, infine, a tutte le forze politiche e di rappresentanza del sociale e del mondo agricolo di partecipare al dibattito ed alle istituizioni e di ascoltare le novità che emergono dai territori. Non basta una legge come quella sugli agriturismi che faccia diventare le fattorie sociali una riserva per gli indiani, abbiamo bisogno di una norma semplice da applicare che fotografi e sostenga le realtà che in Sicilia attualmente sono impegnate per fare crescere un'agricoltura bio-sostenibile e a lottare contro l'emarginazione e le mafie.