A Marsala la benzina è cara. Ce ne accorgiamo ogni volta che andiamo a Trapani, ad esempio. La differenza tra i nostri distributori e quelli del capoluogo è di parecchi centesimi, a volte, per alcuni distributori anche venti centesimi.
Chissà cosa ne pensano a Lampedusa. Fare benzina a Lampedusa è impresa ardua. E non per la difficoltà nel rintracciare un distributore, bensì per il prezzo esorbitante del carburante. Presso uno dei due punti vendita presenti nell’isola, entrambi no-logo, il prezzo è infatti il più alto d’Italia.
Come riporta “Quotidiano Energia”, nei giorni scorsi la benzina costava 2,358 euro al litro, un prezzo ben al di sopra non solo della media europea ma anche dei picchi nazionali causa caro accise, un fattore che si ripercuote su tutte le attività locali.
“Evidentemente – spiega Qe – gli impianti privati a marchio proprio dell”isola non riescono ad approvvigionarsi a condizioni normali, soffrendo di una distanza di più di duecento chilometri dalla costa siciliana, che pure è dotata di numerose raffinerie, percorribile solo con mezzi di trasporto estremamente onerosi. Ma basta tutto ciò a giustificazione quando poi, a detta degli isolani, può accadere addirittura che il rifornimento manchi per alcuni giorni?”.
Eppure, nell’isola della Maddalena, nei due impianti a marchio Esso i valori al self service si attestano intorno gli 1,730 euro al litro. “La necessità di consentire prezzi ragionevoli ai numerosi abitanti, civili e militari – commenta Qe -, può avere contribuito a scongiurare quello che invece a Lampedusa è sotto gli occhi di tutti: l’incapacità di mantenere e garantire un servizio ‘pubblico’ senza costringere utenti e turisti a subire una sorta di ‘male necessario’ che sfocia in vessazione”.
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