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25/07/2014 03:42:00

Le conseguenze delle dimissioni di Giulia Adamo

di Leonardo Agate - Dai comunicati stampa del Comune abbiamo appreso con sicurezza che il sindaco Giulia Adamo ha presentato le dimissioni al segretario generale Bernardo Triolo, aprendo così la via al commissariamento del Comune da parte dell'Assessorato regionale. Il commissario regionale, che dovrà sostituire il sindaco e la giunta, guiderà le sorti della città fino al prossimo turno elettorale utile, che dovrebbe collocarsi, secondo gli esperti, in una domenica di aprile - maggio 2015.
Di fronte alla condanna per concussione e alla sospensione dalla carica di sindaco per diciotto mesi, il sindaco aveva davanti a sé una scelta cornuta: 1. Non dimettersi e aspettare il trascorrere dei diciotto mesi di sospensione, durante i quali il vice sindaco, Antonio Vinci, avrebbe amministrato la città al suo posto. Se Adamo avesse fatto ricorso in Cassazione contro la condanna, avrebbe avuto pure la tenue speranza di una nuova decisione a lei favorevole, che l'avrebbe restituita alle sue ordinarie funzioni sindacali. 2. Dimettersi ed avviare la procedura di commissariamento regionale, interrompendo la sua sostituzione da parte del vice sindaco.
Le due possibilità di scelta di Giulia Adamo avrebbero avuto conseguenze diverse. Ora che la scelta é stata effettuata, non é inutile, per capire, analizzare più a fondo cosa sarebbe successo se il sindaco non si fosse dimesso.
Durante la sospensione del sindaco al Comune tutto sarebbe continuato con la sola sostituzione di un nuovo esecutivo. Vinci avrebbe indossato la fascia tricolore, e il suo partito, il Pd, avrebbe retto la città.
Vinci ha avuto la possibilità di fare una buona esperienza amministrativa in questi oltre due anni di amministrazione Adamo. Da vice sindaco é stato nella stanza dei bottoni, ed ha sostenuto l'amministrazione lealmente, anche quando si é trovato a disagio per le decisioni prese dalla maggioranza. Ma ha assicurato che non l'ha fatto per timore di ritorsioni del sindaco (leggi: per timore di essere estromesso dalla giunta), bensì per spirito di appartenenza al partito, che appoggiava Adamo, e alla maggioranza di cui faceva parte. In assenza di prove contrarie c'é da credergli. Se quest'uomo, quindi, ha questa serietà politica, sarebbe stato conveniente vederlo all'opera, senza avere addosso le costrizioni del sindaco sospeso. Non avrebbe più dovuto far buon viso a cattiva sorte condividendo scelte che non gli andavano giù. Avrebbe ormai potuto amministrare a suo modo, emendando l'amministrazione dai suoi errori. Alla fine della procedura della sospensione sindacale, avremmo potuto costatare se era davvero il sindaco Adamo la mala bestia dell'amministrazione, o se, sostituita lei, non si fossero verificati miglioranti.
Intanto sarebbero passati diciotto mesi, e i cittadini avrebbero potuto meditare su quanto avvenuto durante gli ultimi anni a partire dalle ultime elezioni amministrative della primavera del 2012. Sa sarebbe, quindi, andati alle nuove urne con più cognizione di causa, e accertando se tra i vecchi amministratori ci fossero persone valide da rieleggere.
Ora che la decisione del sindaco dimissionario é stata presa, non potremo più capire se era lui a contrastare la retta amministrazione, o se invece era la punta di un iceberg, e la materia che stava sotto era della stessa composizione della punta.
Si andrà, quindi, al commissariamento del Comune, e già é aperta la campagna elettorale per quella domenica tra aprile - maggio 2015. Senza avere avuto modo di valutare se questi consiglieri comunali e gli assessori, svincolati dal legame con Giulia Adamo, meritassero di essere ancora eletti e nominati. Senza una reale valutazione degli attuali politici, andremo allegramente incontro al rischio di eleggerne di peggiori.