E' stata presentata dal Movimento Cinque Stelle un’interrogazione al presidente del Consiglio e al ministro dell’Interno sui casi di voto di scambio che hanno condizionato le elezioni amministrative ad Alcamo nel 2012: “Genera preoccupazione - scrivono i grillini - sia la lunghezza dei tempi giudiziali che di verifica; nonchè l'atteggiamento assunto da esponenti politici locali, molto vicini all'ex senatore Papania, che farebbero equivocamente intendere di avere influito e di potere ancora influire nel procrastinare i tempi giudiziali in modo da far giungere decisione a mandato sostanzialmente completato”.
Sono 40 le sottoscrizioni, primo firmatario Giarrusso, all'interrogazione presentata dai Senatori del M5s ed indirizzata al presidente del Consiglio e al ministro dell'Interno riguardante il voto di scambio ad Alcamo.
Nell'interrogazione vengono ripercorse tutte le tappe relative all'annosa questione delle elezioni amministrative del 2012: l'elezione del Sindaco Bonventre per soli 39 voti di scarto; il ricorso avverso il risultato elettorale da parte dello sconfitto; l'avvio di due processi penali, l'uno per associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio, l'altro per voto di scambio; le due pronunzie di inammissibilità del ricorso da parte del TAR e del Consiglio di giustizia amministrativa; ed infine, successivamente alla conoscenza dei documenti delle indagini penali, il ricorso per revocazione, discusso avanti il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana nel corso dell'udienza del 5 febbraio 2014. Proprio il C.G.A., con decisione del 5 febbraio 2014, sulla base dei documenti sopravvenuti, ha disposto la verifica delle schede di 35 sezioni elettorali onde accertare la presenza di segni di riconoscimento sulle schede votate in favore di Bonventre e, quindi, accertare quale sia l'effettivo risultato dell'elezione a sindaco. Il Consiglio ha delegato il Prefetto di Trapani ad effettuare il controllo delle schede, assegnando il termine del 30 settembre 2014 per riferire sull'esito ed ha rinviato il procedimento all'11 dicembre 2014, quindi a distanza di quasi un anno.
“Genera preoccupazione – affermano i senatori Cinquestelle - sia la lunghezza dei tempi giudiziali che di verifica anche in occasione di procedimenti elettorali, urgenti per legge; nonché l'atteggiamento assunto da esponenti politici locali, molto vicini all'ex senatore Papania, che farebbero equivocamente intendere di avere influito e di potere ancora influire nel procrastinare i tempi giudiziali in modo da far giungere decisione a mandato sostanzialmente completato”.
Risulta agli interroganti che autorevoli funzionari del Comune di Alcamo darebbero per certa una richiesta di proroga da parte del prefetto. Nell'interrogazione i 40 Senatori del M5s chiedono di sapere: “se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto; se siano a conoscenza di quale sia il motivo per cui il prefetto di Trapani, malgrado sia trascorso più di un mese dalla pubblicazione della sentenza, non abbia dato avvio al controllo delle schede elettorali al fine di dissipare ogni possibile dubbio circa un'eventuale sopraggiunta richiesta di proroga che, a parere degli interroganti, si profilerebbe come un danno nei confronti di una comunità in attesa di conoscere l'esito di una vicenda che potrebbe aver alterato i principi su cui si fonda la democrazia”.
“Ad Alcamo, una città del ‘regno’ di Matteo Messina Denaro, c’è ormai da più di due anni un sindaco, Bonventre, eletto con soli 39 voti di scarto. Per quella elezione è stato rinviato a giudizio l’ex senatore del Pd Papania accusato dalla magistratura di avere comprato i voti necessari alla elezione di Bonventre. E’ uno scandalo ed una vergogna senza pari che lo Stato, nelle sue varie articolazioni, non riesca a far prevalere la legge, il diritto e la giustizia”. Lo dichiara in una nota Mario Michele Giarrusso, senatore del Movimento 5 Stelle.
“E questo è ancora più grave se accade in terra di mafia – prosegue – dove tutti adesso dicono sottovoce che Bonventre sarebbe coperto e godrebbe di protezioni altolocate che gli consentirebbero di proseguire il suo illegittimo mandato, malgrado la magistratura ritenga la sua elezione gravemente viziata dai brogli. Ma vi è di più. Il giudice amministrativo ha ordinato una verifica dei voti da oltre un mese incaricando di questo la prefettura ed il funzionario a ciò preposto, invece di precipitarsi a verificare il rispetto delle legge, ha pensato bene di andare in ferie”.
“Questa è l’Italia di Renzi – aggiunge – Una Italia dove Bonventre può sbeffeggiare i cittadini che si sono rivolti allo Stato per avere giustizia, rassicurando i suoi sodali che rimarrà tranquillamente in carica sino alla fine del suo mandato”.
“Ancora più grave però, che trascorra addirittura un mese intero – prosegue Giarrusso – dopo che il giudice amministrativo ha ordinato la verificazione delle schede, senza che l’organo preposto alla verificazione (il Prefetto di Trapani) abbia mosso un dito. La Prefettura di Trapani, interrogata sul punto, ha confermato di avere ricevuto il 20 giugno 2014 la sentenza del giudice amministrativo che ordinava la verifica dei voti (alla ricerca dei voti contrassegnati dolosamente e quindi nulli) e che sino ad ora nulla è stato fatto per dare esecuzione alla suddetta sentenza”.
“Risulta poi che il funzionario prefettizio che sarebbe stato delegato alla verificazione sia andato addirittura in ferie, alla faccia della lotta per la legalità che viene sbandierata ai quattro venti ad ogni manifestazione contro la mafia – aggiunge – Nella terra di Matteo Messina Denaro, lo stato invece di contrastare il voto di scambio, va in ferie. E nessuno paga!”.
Ecco di seguito la replica del sindaco Sebastiano Bonventre, affidata a una nota:
“In uno stato di diritto la giustizia viene esercitata nella sedi preposte e si esprime con le sentenze. Due sentenze dei tribunali amministrativi hanno già respinto i ricorsi presentati dalla controparte. La sopravvenuta revocazione della sentenza tuttavia ha stabilito modi, tempi e procedure idonee alla verifica delle schede elettorali ponendo quale termine il 30 di settembre e fissando l’udienza finale per il giorno 11 dicembre. Queste sono decisioni della magistratura e ritengo vadano rispettate. Non rispondo in merito al voto di scambio perché al di la’ della posizione rispettabile della Procura di Trapani questo episodio e’ tutto da dimostrare e ciò avverrà in una aula di tribunale in data già fissata e mi permetto di far notare come comunque il sottoscritto non sia neppure indagato nella vicenda.
Ritengo altamente lesiva della mia dignità umana, professionale e politica ogni accostamento alla mafia e, nel dubitare che il sen. Giarrusso saprà difendersi evitando di cautelarsi adducendo prerogative parlamentari indicando anche chi siano le personalità altolocate che mi proteggono, annuncio sin da ora querela per diffamazione.
Il sen. Giarrusso potrà facilmente verificare l’esistenza di intercettazioni telefoniche operate dalla DIA di Palermo ove soggetti inseriti nell’organigramma mafioso invitano espressamente a non votare per la mia coalizione bensi’ per quella del mio avversario nel turno di ballottaggio.
E se poi volesse ancora studiare le genealogie di alcuni candidati delle liste a me contrapposte e approfondire alcune loro attività professionali capirebbe forse di avere perso una ottima occasione per tacere.
Il mio operato va valutato sui fatti e mi si dovrebbero indicare circostanze in cui si sia mancato di trasparenza o si sia potuto anche vagamente supporre un comportamento illecito.
Potrò anche non essere capace ma credo di aver sempre agito al di sopra di ogni interesse personale che non perseguo neppure godendo di retribuzione per il mandato di sindaco avendo da tempo azzerato per me ogni indennità di carica.
Posso garantire di non essere legato ad alcuna poltrona e ad alcuna carica e non resterei un istante di più in caso di documentata presenza di voto di scambio anche perché nella vita di tutti i giorni, nella mia professione di medico e docente universitario, e’ difficile per fortuna avere a che fare con persone come il sen. Giarrusso che fanno della sterile propaganda oggetto di pseudoverità.
Con amarezza e disgusto”.