Ai ferri corti lo erano già. Ma la bandiera siciliana ammainata di Vito Damiano ha dato il là a una serie di polemiche che poi, inevitabilmente, ha finito per coinvolgere anche il suo predecessore, Mimmo Fazio. E ormai a Trapani è un continuo botta e risposta tra il primo cittadino e quelli che una volta erano suoi alleati. Un po’ con Ruggirello, un po’ con Fazio. Sotto il fuoco incrociato, Damiano regge il colpo, fa passare il fine settimana e risponde al suo predecessore che gli aveva assegnato il “primo premio del concorso faccia di bronzo”. Il tema del contendere è la situazione economica del Comune di Trapani e delle istituzioni a cui partecipa. Come la Fardelliana, come il Luglio Musicale.
“Damiano – attacca Fazio riferendosi al bilancio – si attribuisce meriti che non ha e smentiti da fatti e documenti. Afferma che la sua amministrazione ha risanato il comune. Ma di cosa sta parlando? Ancora del violato patto di stabilità per pagare opere pubbliche realizzate ed impegni con le imprese? Perfino la sanzione per lo sforamento del patto di stabilità di cui tanto ha blaterato è stata annullata da una sentenza della Corte Costituzionale. Sul consuntivo 2011 Damiano – continua Fazio – ha detto e continua a dire falsità. La verità è che s’è inventato un risanamento inesistente per nascondere la sua incapacità e la sua totale assenza dai temi che interessano la città”. Secondo l’ex sindaco, oggi consigliere comunale e deputato regionale, “il bilancio consuntivo 2013 che porta un avanzo di amministrazione per competenza di 5.681.319,90 euro e che dimostra l’incapacità di spendere il denaro della collettività. Vorrei ricordare che se c’è un avanzo di amministrazione è perché in bilancio c’è una disponibilità di somme che non sono state utilizzata per i servizi che avrebbero dovuto essere resi ai cittadini, come accaduto per esempio per le luminarie natalizie mai collocate, a fronte di entrate frutto dei sacrifici di tutti i trapanesi che hanno pagato i tributi comunali. Damiano non solo non è stato in grado di programmare, – continua duro Fazio- ma in sovrappiù ha pretesto dalla collettività trapanese somme che non erano necessarie, vale la pena ancora ricordare la TARES (a proposito non doveva partire entro il primo quadrimestre il servizio di differenziata porta a porta?). La capacità di una amministrazione è quella di riuscire a chiudere il bilancio in pareggio, questa si chiama oculata e seria programmazione: i trasferimenti insieme ai prelievi effettuati devono essere pari alle somme occorrenti a erogare i servizi e ad effettuare gli investimenti. Se c’è forte differenza questa, appunto, si chiama avanzo di amministrazione, che viene accantonata e sulla base della attuale normativa non può essere utilizzata o utilizzata solo parzialmente. Ciò sta a dimostrare il danno che i cittadini hanno ricevuto, da una parte perché non si sono visti erogati i serviti dall’altra sono stati chiamati a fare sacrifici inutili. Le affermazioni del sindaco Damiano sono il tentativo di allontanare i cittadini dalla verità, ma i numeri del bilancio consuntivo stanno lì, ad inchiodarlo alle sue responsabilità ed alla sua incapacità amministrativa che non sta nelle dichiarazioni degli avversari politici o dei deputati regionali ma nella considerazione generale dei trapanesi nei suoi confronti”.
E ieri è arrivata la risposta di Vito Damiano, in questo batti e ribatti che ormai dura da giorni, e che stanno rendendo ancora più infuocata questa estate. La nota è in realtà a firma del Comune di Trapani. Eccola qui:
Il Comune di Trapani ritiene doveroso, nei confronti della cittadinanza, diffondere il seguente comunicato di chiarificazione sui propri conti e sulle manovre attuate per fronteggiare le gravi conseguenze che i tagli ai trasferimenti statali e regionali avrebbero potuto comportare.
La pubblicazione di tali chiarimenti vuole altresì allontanare il sospetto, adombrato da taluno irresponsabile, che l'Amministraione sia indifferente o incapace della gestione finanziaria dell'Ente.
Nel 2013, poco prima che fosse presentata in Consiglio comunale la bozza di bilancio, lo Stato aveva determinato i trasferimenti (fondo di solidarietà comunale) in favore del Comune di Trapani, tenendo conto del gettito stimato dei fabbricati di categoria D di totale sua pertinenza ad aliquota base del 7,6 per mille, in € 12.722.200,44 e la quota del gettito Imu che il Comune doveva versare allo Stato in € 2.982.647,50.
Al tempo stesso era stato precisato che nel caso in cui ci fosse stato un minor gettito delle somme che i cittadini avrebbero versato per i fabbricati di categoria D direttamente allo Stato, questo avrebbe provveduto a rettificare, entro il 31 marzo 2014, il trasferimento di € 12.722.200,44 in favore del Comune di Trapani e la somma di € 2.982.647,50 che invece il Comune di Trapani doveva allo Stato, con ripercussioni ovviamente sul conto consuntivo che doveva essere approvato dal Consiglio comunale entro il 30 aprile 2014.
Non riuscendo il Ministero a quantificare il gettito Imu dei fabbricati di categoria D ed a rideterminare il fondo di solidarietà comunale entro la data prefissata del 31 marzo 2014, con l'art. 7 del D.L. 6 marzo 2014, n. 16, convertito con modificazioni nella legge 2 maggio 2014, n. 68, è stato differito al 30 giugno 2014 il termine per l'approvazione del conto consuntivo 2013, specificando che nel caso in cui nel 2013 non fosse stato possibile impegnare integralmente le eventuali somme da restituire allo Stato, queste potevano, per la parte residua, essere previste nel bilancio 2014.
Solo il 24 giugno 2014, il Ministero dell'Interno ha reso noti i dati definitivi del fondo di solidarietà che per il Comune di Trapani è stato quantificato in € 9.418.494,29, anzichè in €
12.722.200,44. Al tempo stesso è stata rideterminata in € 4.448.979,05, anzichè € 2.982.647,50, la quota del gettito Imu che il Comune deve versare allo Stato.
Quindi, il Comune di Trapani, ad esercizio finanziario ormai da tempo chiuso, da un lato, si è visto ridurre le entrate (fondo di solidarietà comunale) di € 3.303.706,15 (€ 12.722.200,44 - € 9.418.494,29), dall'altro, si è visto aumentare la spesa (quota del gettito Imu da trasferire allo Stato) di € 1.466.331,55 (€ 4.448.979,05 - € 2.982.647,50), con un ammanco complessivo di € 4.770.037,70 (€ 3.303.706,15 + € 1.466.331,55).Solo l'attenzione e la lungimiranza dell'Amministrazione hanno evitato il peggio, ossia il consolidamento della spesa corrente ad un livello superiore alle possibilità dell'Ente, forte della comunicazione ufficiale del Ministero, dimostratasi solo il 24 giugno 2014 largamente infondata. Inimmaginabili sarebbero state le conseguenze per il Comune, che ha registrato il più alto margine di errore negativo rispetto a tutti gli altri enti, se le somme in argomento, anzichè essere accantonate, fossero state spese. Nella migliore delle ipotesi, l'Amministrazione avrebbe dovuto trovare nel 2014 la somma da restituire allo Stato di € 4.770.037,70 riducendo magari una spesa consolidata nel 2013 di ulteriori € 4.770.037,70, con effetto dirompente sul rispetto del patto di stabilità. Prudenzialmente, dopo attenta valutazione, anzichè provvedere a spendere le somme ufficialmente comunicate dallo Stato, l'Amministrazione comunale si è preoccupata di accantonare, già in sede di predisposizione del bilancio 2013, per la successiva restituzione allo Stato, la somma di € 4.400.000,00, corretta in sede di predisposizione del conto consuntivo, per non gravare sui difficili equilibri di bilancio (nel 2014, la manovra Renzi ha ulteriormente aumentato i già programmati ulteriori tagli dei trasferimenti dello Stato rispetto al 2013 e anche la Regione ha previsto consistenti riduzioni dei fondi in favore degli enti locali) e sul patto di stabilità del 2014, nella somma di € 4.770.037,70, che giustifica ampiamente la riapprovazione del conto consuntivo da parte della Giunta in data 27 giugno 2014.