Una tartaruga Caretta Caretta ha nidificato la scorsa notte, intorno alle ore 1,30, nella spiaggia di Tonnarella a Mazara del Vallo. E' stata rilevata grazie alla segnalazione di alcuni cittadini, presenti casualmente sulla spiaggia, che hanno contattato il WWF tramite il locale Distaccamento dei Vigili del Fuoco. Dopo aver deposto le uova, la tartaruga è ritornata in mare sotto lo sguardo ancora sorpreso dei presenti. Sul posto sono intervenuti immediatamente volontari e personale del WWF che hanno prima delimitato l’area e successivamente realizzato le necessarie protezioni a difesa del nido.
Una Caretta caretta che depone le uova sulla spiaggia di Tonnarella è ormai evento non raro, l’ultimo nido infatti risale al 2012, due anni fa. Il nido si trova non lontano dall’area di grande interesse naturalistico, la zona umida sito Ramsar di “Capo Feto” .
“Un evento eccezionale” ha dichiarato Paolo Casale responsabile del Progetto Tartarughe di WWF Italia “che lascia ben sperare e conferma la necessità di continuare nell’impegno per la tutela delle tartarughe marine nel Mediterraneo”.
Il nido dal momento del ritrovamento è monitorato dai volontari del WWF del “Progetto Tartarughe” in collaborazione con la Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo.
“Un sincero ringraziamento” ha dichiarato il Presidente dell’Associazione WWF Val di Mazara Salvatore Rallo “ va a Antonino Bonsignore che ha tempestivamente provveduto a segnalare l’evento, alla Direttrice della Riserva Naturale Integrale e Oasi WWF Lago Preola e Gorghi Tondi che ha coordinato i primi interventi, al Nucleo Provinciale delle Guardie Volontarie WWF e a tutti coloro, volontari e personale WWF che si stanno adoperando per la tutela del nido”
TARTARUGA MARINA DA SALVARE
La tartaruga marina è tra i tesori più preziosi del nostro mare. Delle 7 specie di tartarughe marine che vivono nei mari di tutto il mondo, la Caretta caretta, la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) frequentano anche il Mediterraneo, che ogni anno ospita almeno 7.200 nidi di Caretta caretta.
Appena nate, le piccole tartarughe scavano assieme la sabbia verso la superficie, poi corrono freneticamente verso il mare, dove nuotano ininterrottamente anche per tre giorni, in modo da raggiungere al più presto il mare aperto. Gran parte dei piccoli finiscono vittime di predatori presenti in gran numero sia sulla spiaggia che nelle acque vicino la costa.
Pur essendo perfettamente adattati alla vita marina, questi animali sono ancora legati alla terraferma per una sola ma fondamentale fase della loro vita: la riproduzione. Nella maggior parte delle specie le femmine depongono di notte, in modo da evitare le alte temperature del giorno che potrebbero risultare fatali. Lo sforzo richiesto per la riproduzione è notevole e può durare anche diverse ore. In una buca preparata con cura nella sabbia la femmina depone un centinaio di uova che, se tutto va bene, si schiudono circa due mesi più tardi.
Dopo alcuni anni trascorsi in mare aperto, i giovani della maggior parte delle specie si avvicinano alle coste e iniziano a frequentare i fondali bassi: sono ormai abbastanza grandi da non dover più temere quei predatori ai quali sono scampate da piccoli. Raggiunta la maturità sessuale, stimata tra i 15 e i 30 anni di età, le tartarughe compiono periodicamente spostamenti anche di migliaia di chilometri per raggiungere i luoghi di riproduzione che, perlomeno in alcune specie, sono gli stessi dove sono nate. Ciò non avviene necessariamente ogni anno e può variare a seconda della specie e del sesso; di solito la femmina si riproduce ogni 2-3 anni, con 2-4 deposizioni per volta.
Molti aspetti della biologia delle tartarughe sono ancora poco chiari, principalmente a causa delle difficoltà di studiare animali che vivono in mare. Ciò rende più difficile valutare appieno i loro problemi e trovare le opportune soluzioni per risolverli. Tutte le specie di tartarughe marine sono considerate in pericolo di estinzione: dopo decine di milioni di anni gli oceani rischiano di perdere per sempre alcuni dei loro ospiti più affascinanti.
Sulle spiagge italiane si contano circa 30-40 nidi di Caretta caretta ogni anno, concentrati in Calabria e Sicilia. Ma oggi tutte e sette le specie sono considerate a rischio estinzione e la causa principale è l’impatto con le attività umane, a partire dalla pesca accidentale. In tutto il Mediterraneo si stima che ogni anno più di 130.000 tartarughe vengano catturate accidentalmente negli attrezzi da pesca, di cui oltre 40.000 non sopravvivono. Mentre in Italia la pesca accidentale colpisce più di 20.000 esemplari all’anno. A queste vanno aggiunte le migliaia di tartarughe che ingoiano sacchetti di plastica scambiandoli per meduse, che vengono colpite dalle imbarcazioni mentre galleggiano per scaldarsi al sole, i piccoli appena nati che finiscono sulle strade disorientati dalle luci artificiali di coste sempre più urbanizzate, i nidi distrutti dai mezzi meccanici utilizzati per la pulizia delle spiagge e da un’attività turistica incontrollata.