Il decreto "Sblocca Italia" con il quale il Governo Renzi intende dare un input alle opere pubbliche incompiute in Italia è stato ben accolto, perchè sono tante, soprattutto al Sud, le infrastrutture cominciate e mai finite, o le opere pubbliche di primaria importanza che attendono da anni di essere completate. Purtroppo, però, oltre la propaganda politica, c'è qualcosa che non va, perchè in Sicilia il decreto sbloccherà ben poco. Per l'isola ci sono a disposizione un miliardo e 160 milioni di euro di risorse comunitarie. Ma rimarranno solo sulla carta. Nel decreto Renzi vengono individuate 96 opere pubbliche da finanziare, certo. Ma di queste, solo 14 sono cantierabili. Per le altre è tutto in alto mare. La fonte è autorevole: il sottosegretario Giuseppe Catiglione. Con l "Sblocca Italia", infatti, viene «attivata la procedura di esercizio del potere sostitutivo del Governo anche con la nomina di appositi commissari straordinari e la revoca dei finanziamenti, a valere sulle risorse già individuate dalla Delibera Cipe n. 60/2012, destinate ad interventi per i quali, alla data del 30 settembre 2014, non risultino essere stati ancora assunti atti giuridicamente vincolanti e per i quali risultino accertati obiettivi impedimenti di carattere tecnico-progettuale o urbanistico». In pratica il decreto potrebbe essere un boomerang, perchè il governo da un mese di tempo per cantierare il possibile, dopodichè i soldi si perdono. E secondo i dati che lo scorso febbraio la Regione aveva comunicato i progetti prossimi all'affidamento dei lavori erano «pari a un importo complessivo, per l'intera regione, di 232 milioni di euro, equivalente solo a circa il 20% dell'intero importo stanziato dal Cipe per la Sicilia».
Racconta Castiglione, ex presidente della provincia di Catania, che «la maggior parte dei progetti pronti si riferisce a opere ricadenti in provincia di Palermo», mentre «sui 610 milioni assegnati al Catanese, la percentuale di progetti prossimi alla gara è del 4%, pari a 21,7 milioni».