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23/09/2014 06:15:00

Ryanair, Bongiorno: "Guai a tirarsi indietro. Pubblico e privati facciano la loro parte"

C’è molta incertezza sul destino dell’aeroporto di Trapani-Birgi. I sindaci dei comuni trapanesi si sono accorti soltanto adesso che Ryanair ha tirato un pacco, diminuendo i voli. Gregory Bongiorno, presidente di Confindustria in provincia di Trapani, quanto è difficile programmare, fare delle scelte, degli investimenti nell’economia trapanese, con questa incertezza? Non c’è soltanto l’aeroporto, ma anche il Porto di Trapani, quello di Marsala.

 

E’ tutto collegato. Gli imprenditori fanno degli investimenti nell’ambito delle loro aziende, mentre gli enti locali sono chiamati a fare investimenti di portata più complessiva. Si chiama principio di sussidiarietà: mettere i cittadini e le imprese nelle condizioni di poter fare economia. Purtroppo la Sicilia è agli ultimi posti in questo, non riesce ad attrarre capitali stranieri. Se parliamo di turismo ad esempio, che è un settore in cui ci sono grandi investimenti da poter effettuare. Per fare un piccolo albergo, se non si hanno certezze di medio termine, avviare una attività del genere diventa rischioso.

 

Ci confrontiamo, però, con una classe politica che non ragiona nel medio termine, 5 anni, ma nel brevissimo termine, pochi giorni. Il fatto che la maggior parte dei comuni della provincia di Trapani non hanno ancora versato i soldi per il contratto con la Ryanair fa capire che non ci si può neanche fidare più del partner politico.

 

I sindaci della provincia di Trapani sono stati tirati per la giacca a sottoscrivere questo accordo co-marketing. Le casse dei Comuni sono sempre più vuote, anche a causa dei minori trasferimenti di Stato e Regione. Alcuni Comuni hanno deciso di mettere la tassa di soggiorno per finanziare il contratto. I Comuni non hanno però bilanci di previsione approvati, anche se siamo a fine settembre, altri non hanno incassato la tassa di soggiorno. Quindi hanno delle difficoltà. Mi preoccupa che qualche sindaco possa ripensare all’accordo sottoscritto e non rispettarlo.

 

Anche perché l’accordo è più una sorta di “patto tra gentiluomini”, come lo definì il Prefetto, sta tutto alle buone intenzioni degli amministratori. Il sindaco di Trapani, Vito Damiano, dice: “però i soldi li devono tirare fuori anche i privati, ad esempio gli imprenditori del settore turistico-aòlberghiero, che sono quelli che più beneficiano della presenza della Ryanair a Trapani”. Si finisce sempre per chiedere i soldi ai privati?

 

Su questo sono stato molto chiaro. Capisco le mille difficoltà dei Comuni, ma guai ad avere tentennamenti e tirarsi indietro, perché salterebbe il banco.

 

Cosa suggerisce lei?

 

Di mantenere l’impegno, poi gli imprenditori in qualche modo devono fare la loro parte.

 

Come?

 

Ad esempio organizzando voli charter, sostenendo i costi per promuovere il territorio, partecipare a fiere. Però l’accordo con Ryanair deve essere rispettato, e devono essere pagate queste fatture che arrivano alla Camera di Commercio. Bisogna che imprenditori e amministratori capiscano che il mondo dei vettori aerei è cambiato. Silvano Cassano, il nuovo amministratore di Alitalia-Etihad ha detto che se gli enti locali sono interessati della presenza di Alitalia nei loro territori devono fare delle proposte, altrimenti non avranno problemi a lasciare quelle rotte. Ed è quello che sta accadendo a Palermo, Catania, dove sono saltate molte tratte.

 

Come sta facendo la Ryanair a Trapani.

 

Questi vettori aerei, compresa Ryanair, la pensano in questo modo: “se a me questa tratta non conviene, o c’è qualcuno che mi dà dei soldi per colmare il gap, o la chiudo”. Quello di Trapani non è un grande scalo, come Malpensa, Linate e Fiumicino, ma un piccolo aeroporto che va sostenuto un po’ da tutti, pubblico e privato. La ricetta sta nel mezzo. La regione ha comprato le quote, i comuni devono rispettare l’accordo, i privati devono fare la loro. Altrimenti non si va avanti.