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26/09/2014 07:18:00

Il naufragio della famiglia Di Marco. Oggi lutto cittadino a Mazara

Si terranno oggi alle  ore 11 in cattedrale a Mazara del Vallo i funerali di Vito Di Marco, l’uomo deceduto a causa del tragico naufragio dell’imbarcazione “I tre fratelli” ed il cui corpo è stato recuperato dalle unità di ricerca, mentre sono ancora senza esito le ricerche dei due dispersi: Pietro e Daniele Di Marco. 

Il Sindaco di Mazara del Vallo  Nicola Cristaldi ha proclamato per la giornata di oggi,  Venerdì 26 settembre 2014, il lutto cittadino, e rivolge un invito a tutti gli esercizi pubblici e commerciali ad osservare la chiusura in concomitanza con lo svolgimento dei funerali, in segno di rispetto nei confronti della famiglia Di Marco.

Giancarlo Esposito, uno dei due superstiti della tragedia, ha scritto intanto un breve memoriale dove racconta quanto accaduto. Eccolo:

Era lunedi 27 settembre 2014, il gruppo di lavoro ci siamo incontrati nel porto lungo il fiume Mazzaro, nella zona adiacente lo stadio comunale alle ore 20,30. Eravamo io Giancarlo Esposto,Vito Di Marco, Piero Di Marco, Daniele Di Marco e Baldo Giacalone, entusiasti e convinti che doveva essere una bellissima battuta di pesca, anche perché le condizioni meteo erano ottimali. Per me e gli altri un solo obiettivo, poter guadagnare un pezzo di pane e ognuno di noi con un pensiero diverso, pagare la bolletta, fare un po’ di spesa ecc….

Abbiamo iniziato il nostro tragitto uscendo dal porto “zona ponente” per andare in un punto di pesca chiamato zona Giardinella, di fronte Petrosino (Biscione) a circa 6 miglia dalla costa. Siamo arrivati sul posto alle ore 22,30 e abbiamo buttato l’angamo per utilizzarlo come ancora e poter cercare di stare fermi nello stesso posto e aspettare l’orario giusto (ore 02,00) per iniziare la battuta di pesca!!

Dopo aver scambiato due parole tra di noi scherzavamo prendendoci in giro…Daniele uno dei fratelli soffriva un po’ di mal di mare, Pieruccio gli ripeteva a Daniele..stai male? Aspetta, giriamo la barca di prua, e fu cosi che e’ iniziato l’inferno..!! Piero mentre stava tirando salpando l’angamo, la barca iniziò a mettersi sopra il lato sinistro… dopo 5 minuti Vito il padre, seduto a poppa alla mia destra, si e’ alzato di scatto e tenta con il coltello di tagliare immediatamente la cima dell’angamo che veniva tirato dal verricello e con una mano si teneva aggrappato. Da quel momento la barca iniziò ad inclinarsi sempre di più, Vito nel tentativo di tagliare la cima del verricello, inciampa e cade in acqua, i figli Piero e Daniele entrano in confusione, Piero immediatamente mette in folle il motore, subito dopo tutti e due allungano la mano tentando di prendere il padre in difficoltà caduto in mare, la barca immediatamente ribalta su tutto il lato sinistro e viene tirata in fondo dal verricello, quindi si capovolge e istintivamente io Giancarlo, prendo Baldo che era al mio fianco e me lo tiro buttandomi in mare verso la prua.

Continua ancora l’inferno perché le correnti ci hanno allontanato dagli altri. Io e Baldo sentivamo le voci e gridavamo: ”dunni siti picciò… Piero!!! Daniele!!! Vito!!! i due fratelli Piero e Daniele riescono ad afferrare il padre gridando,”papà aggrappati a questo bidone” ed io Giancarlo con la coda dell’occhio ho visto riemergere l’unica ciambella quadra (riemersa dalla barca affondata) lontana circa 400 metri da noi, Baldo sempre al mio fianco aveva ancora gli stivali messi, gli ho gridato: Balduccio togli gli stivali che ti danno peso. Vedendo che Baldo in quel momento riusciva a rimanere a galla e continuando a sentire le voci degli altri, gli ho detto: vado a prendere la ciambella, nuota pian piano verso di me che ritorno, non preoccuparti che io ti guardo lo stesso non ti lascio.!! Con delle bracciate sono riuscito a raggiungere la ciambella e mi dirigo verso Baldo allungandogli la ciambella e gliela metto addosso, vedendo che Baldo galleggiava al sicuro, il mio tentativo ora, era quello di vedere se potevo salvare almeno qualcuno di loro, ma la mia ricerca al buio non ha avuto nessun risultato, solo voci e disperazione.

Nel frattempo la corrente era fortissima e pensando, ho detto a Baldo, con l’esperienza paterna, cerchiamo di andare verso terra, iniziando a nuotare contro corrente e ripetevo a Baldo: dai non preoccuparti che ce la facciamo! In realtà la terra era lontana diverse miglia. Pensai di raggiungere Piero e gli altri ma c’era troppo buio e le correnti ci ostacolavano. CONTINUAVO A RIPETERE PIERO PIERO!!!! CE LA FACCIO VITO NON PREOCCUPARTI CHE CE LA FACCIO !!! VI RECUPERERO’!!! ma niente nuotavo nuotavo e ripetevo a Baldo non moriremo!! E invocavo gridando: Papà papà aiutami!!! E mi sembrava di vedere la terra e continuavo a nuotare, ma la terra si vedeva appena ed era sempre più lontana e stanchissimo, continuavo e insistevo a nuotare guardando Baldo e dandogli schiaffi, per tenerlo sveglio dicendogli: ce la faremo stai tranquillo.

Con il braccio tiravo Baldo, che aveva addosso la ciambella e gli dicevo: vuoi andare da tuo padre? da tua madre? ce la facciamo, tu stasera dormirai a casa dei tuoi, te lo prometto!!! Baldo mi ripeteva: ho le gambe stanchissime e ho freddo. Dopo aver nuotato per ore nel buio intenso, mi si attacca una medusa molto grossa nel polpaccio. Baldo guardandomi è andato nel panico assoluto, io ho stretto i denti, mi sono immerso riuscendo a togliermi la medusa dalla gamba e accusando forte bruciore, ma la rabbia era cosi tanta che recuperai più energia e ricominciai a nuotare. Baldo mi guardava e iniziava a vomitare acqua, era all’estremo delle sue forze, la temperatura del corpo era bassa e si voleva lasciare andare. Continuavo a schiaffeggiarlo e gli gridavo: svegliati! ce la faremo! Lui mi prende la mano stringendomi forte e mi ripeteva: FAI FINTA CHE SONO TUO FIGLIO…TI PREGO PORTAMI A CASA, NON MI ABBANDONARE!!! Gli risposi: ti prometto che Dio e mio padre mi daranno la forza ed io ti porterò a casa dalla tua famiglia. Dopo ore di nuoto e stanchezze estreme, ripetevo continuamente non voglio morire e tu non morirai neanche.

La forza dei miei figli, la forza di mio padre mi ha tenuto forte e a galla… continuavo a ripetermi: dove le prendo queste forze!! Intanto le voci di Vito, Piero e Daniele non si sentivano più. Ho pensato allora che rimaneva una cosa da fare, portare in salvo Baldo l’unico rimasto da salvare. Gli ho tolto la maglia e mi sono appoggiato sulle sue spalle dandogli calore e coccolandolo, dicendogli continuamente: stai tranquillo e non dormire. Dopo ore d’inferno continuo, iniziò a comparire l’alba quindi la luce. La mia forza e speranza di portare Baldo e me stesso vivi, si rafforzò. Verso le 6.00 del mattino anche le mie forze mi stavano abbandonando, la corrente marina e la luce mi fecero notare e confermare che la terra non era vicina, ma all’incirca 56 miglia dalla costa. Poi all’improvviso vedo al largo una boa di reti e dissi subito a Baldo: non dobbiamo andare più verso terra ma verso quella boa e con Baldo aggrappato a me iniziai a nuotare pian piano con la luce dell’alba che mi faceva vedere ancora meglio. L`altro ostacolo fù la nebbia che calò e guardando dritto verso la boa che spariva per mancanza di visibilità, continuo a nuotare verso quella direzione, passato circa mezz’ora, vidi da lontano che la boa apparteneva ad un peschereccio marsalese, inizio a salpare quella boa, quindi le reti… ed io capii che quella sarebbe stata la nostra salvezza.

Iniziai a gridare con la poca voce rimasta e dicevo a Baldo: svegliatiii che ci siamo salvati.. te l’ho promesso!!! L’equipaggio del peschereccio che era a circa 300 metri sentì che gridavo: Aiuto Aiuto… e iniziò a venire verso di noi ed io guardando Baldo che non rispondeva più pensai che non ce l’avrebbe fatta. Nel salire a bordo del natante sollevo Baldo con le poche forze rimaste passandolo al marittimo marsalese che ancora oggi non so il suo nome, ma dovrò capire chi sia per ringraziarlo di persona (un angelo del mare). Salito Baldo tentavano di tirarmi e scivolavo non riuscivo, ma poi riesco a salire e vedo Baldo svenuto, gli ho toccato il polso e il battito cardiaco era lento, gli pratico un massaggio cardiaco ed inizio a fargli la respirazione bocca a bocca, gridando: Baldo svegliati… Baldo svegliati… Baldo!!!! Schiaffeggiandolo Baldo si svegliò e iniziò a buttare acqua dalla bocca!! Gli ripetevo al capitano: quando arriviamo? Baldo era ridotto malissimo, io ero stanco ma stavo bene. Erano le ore 8,30 del mattino quando il capitano marsalese dà subito l’allarme alla Guardia Costiera e alle barche in zona.

Arriviamo al porto (biscione-giardinella) non ricordo! Li, abbiamo trovato l’ambulanza e dopo 5 minuti, la Guardia Costiera che ci mette in salvo e ci porta all’ospedale di Marsala. Dopo un ora mi alzo dalla barella dell’ospedale e mi faccio dimettere per tornare subito in Capitaneria di Porto a Mazara e arrivato li, riesco a scoprire che l’allarme era già stato dato da un altro peschereccio in zona ed era un imbarcazione che io da lontano vidi passare “HANNO SENTITO LE MIE GRIDA, MA NON SI FERMARONO A VEDERE DOV’ERAVAMO IO BALDO E GLI ALTRI… sono andati invece a terra a telefonare alla Guardia Costiera di Mazara e dicendo di aver sentito voci. Uscì una motovedetta della Capitaneria di Porto di Mazara ma non sapeva quale tratto di mare controllare.

Io Giancarlo Esposto insieme agli altri dico con forza che se lo Stato darebbe più aiuto noi di sicuro non saremmo cosi spaventati e pieni di pensieri per sopravvivere e guadagnare forse 50 Euro rischiando pure la morte.