Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
03/10/2014 17:45:00

Riflessioni sulla produzione poetica di Antonino Contiliano

Quest’anno (2014), la studiosa e ricercatrice Francesca Medaglia ha pubblicato due lavori saggistici sulla produzione di Antonino Contiliano: il primo è “Asimmetrie ibride nella critica di Antonino Contiliano” (CFR) e il secondo è “Il ritmo dei tempi in Antonino Contiliano” (Francesca Medaglia, Il ritmo dei tempi in Antonino Contiliano, Empirìa, Roma, 2014).
Questo secondo lavoro riguarda la produzione poetica dell’autore marsalese, e copre, antologicamente, l’arco di tempo che va dalla prima pubblicazione (Il flauto del fauno) fino ad oggi. Un arco temporale che comprende sia opere personali che collettive e “anonime”.
I “topoi dei tempi” – “il tempo dell’eros, il tempo dell’impegno sociale e politico, il tempo della famiglia, il tempo delle ibridazioni, il tempo della terra madre, il tempo del classico, il tempo del poeta, il tempo della scrittura collettiva, i tempi del tempo ” – de “Il tempo del poeta” sono le articolazioni in cui Francesca Medaglia seziona la “sperimentazione” pluriennale del poeta marsalese.
In quarta di copertina, dell’ampia analisi della stessa Medaglia, si può leggere:
“ [...] Antonino Contiliano coglie la duplice natura della maledizione del tempo, che assilla la società contemporanea: da una parte il tempo sottratto agli individui, ai loro amori, alle loro storie, ai loro viaggi, alle loro radici ed alla loro socialità condanna il singolo all’infelicità e ad una grigia solitudine impersonale; dall’altra l’intera società umana si trova coinvolta in un’assurda rincorsa collettiva nei confronti del tempo dell’economia e dei bisogni materiali, artificialmente, mediaticamente de-terminati e subliminarmente propagandati, che condurrà inevitabilmente ad una deflagrazione collettiva, psicologica e materiale (una sorta di bug millenaristico) dagli esiti caotici difficilmente pronosticabili. [...]”.
Il volume porta, sempre a cura della stessa Francesca Medaglia, anche una "Intervista ad Antonino Contiliano”.
In stralcio, qualche passo estrapolato dalla riposta alla domanda inerente la scrittura poetica collettiva e “anonima”, cui A. Contiliano si dedica da tempo:
“La scelta della scrittura poetica a ‘quattro mani’ è stata, ed è, la decisione di rompere con la sola scrittura individuale e insieme un confrontarsi con le altre singolarità sociali e il loro specifico essere molteplice, e ciò anche sul versante del linguaggio poetico e della sua tecnologia (non certamente monologica e aprioristicamente circolare e chiusa come è quella degli algoritmi digitali della lingua informatica). Significa, pluralità e molteplicità in divenire, praticare una molteplicità di forme linguistiche e culturali, linguaggi meticciati, percezioni caosmiche [...], un’avanguardia impegnata (una politicità dell’estetica e della poetica di nuova generazione, come accade nella costruzione dei diritti di terza e quarta generazione del vivente e delle biodiversità) del “noi” poetico ibrido e migrante come un soggetto collettivo impegnato open source e free, il quale già ha a disposizione il comune e collettivo sapere del general intellect poetico ai quattro punti cardinali di questo nostro pianeta terra. [...]. In questo contesto, affatto fantastico, del nostro vivere sociale e culturale odierno, non è allora possibile ipotizzare che il soggetto collettivo della scrittura poetica, anti e ‘a quattro mani’ possa essere ripensato nei termini di una nuova avanguardia ribelle [...]. Forse, è pensabile che già sia operante e in rete (www.retididedalus.it), e si propone ancora con il nome di “Noi Rebeldía” [...]. Il suo nuovo textum poetico, collettivo e anonimo, lanciato in rete, invita così il “grosso” dei naviganti poeti a fare rete”. Il suo titolo è “L’ora zero”. Anche questo lavoro, comprendente altri testi, è di imminente pubblicazione (dal www all’edizione cartacea) per i tipi di CFR.
 

di Giacomo Cuttone