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06/10/2014 07:52:00

Sesso e ricatti. Dopo la chiusura del processo Imart a Marsala parla Giuseppe Aleci

Gentile Direttore,

 Le scrivo in merito alla vicenda giudiziaria conclusasi in questi giorni con la mia parziale condanna e alla quale è stato dato ampio spazio sulla sua testata.

Ho sempre avuto e continuo ad avere rispetto e fiducia nell’operato dei Giudici e della magistratura, ciò non toglie che io ritenga profondamente ingiusta la mia condanna: io non ho mai estorto danaro, non l’ho neppure chiesto, io mi sono limitato a contattare gli avvocati dei vip citati nel libro di Lea di Leo ai quali ho avanzato “proposte commerciali”.

Non riesco a comprendere come sia possibile che la mia condotta -che è sempre stata identica- sia stata ritenuta lecita in taluni casi: Dallan, Battaglia, Reginaldo e Squarcia (tentate estorsioni per le quali il Tribunale mi ha assolto con formula piena) ed illecita in altri (Fabio Galante e Matteo Branciamore).

Evidentemente la “realtà” che finisce nei processi non sempre corrisponde a quella “reale” come non corrisponde a quella televisiva.

Le riporto una frase che mi ha colpito molto e che ha pronunciato, durante la sua deposizione, il giornalista e autore de Le Iene Giorgio Squarcia “Io con il montaggio posso fare tutto, io posso far vincere il Premio Nobel ad Aleci per la pace o posso farlo andare in galera ... Tutto dipende da come viene montato”.

Per concludere vorrei pubblicamente ringraziare la mia famiglia, il mio avvocato e tutte le persone che in questi anni mi sono state vicine e hanno creduto nella mia onestà, è proprio per loro che continuerò a lottare con l’assoluta certezza di riuscire, prima o poi, a dimostrare la mia innocenza.

 

Come diceva Epicuro: "In generale la giustizia è uguale per tutti, perché è utile nei rapporti sociali; ma in casi particolari, e a seconda dei luoghi e delle condizioni, risulta che la stessa cosa non è giusta per tutti".


Un caro saluto

Giuseppe Aleci