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20/10/2014 06:40:00

Stipendi, viaggi gratis ad amici, la base che si spacca. I pasticci europei dei 5 Stelle

Alla fine che ne è stata di quella storia dello stipendio dei parlementari europei del Movimento 5 Stelle? Quella che ha fatto infuriare gli attivisti, con il gruppo pentastellato in Europa che non voleva restituire una parte dell’indennità, cosa che succede regolarmente a Roma.
I 17 eurodeputati grillini, dopo giorni di polemiche, hanno deciso di devolvere 1000 euro mensili delle loro indennità personali “al sostegno di iniziative e servizi che facilitino il rapporto di cittadini e piccole medie imprese con l’Unione Europea”.
I parlamentari europei possono arrivare a percepire fino a 19 mila euro lordi al mese. C’è lo stipendio di 8000 euro lordi al mese, la diaria di 304 euro al giorno corrisposti solo quando gli eurodeputati sono nelle sedi europee. Poi ci sono 4299 euro per le spese generali come telefono, computer, attività degli uffici. E ovviamente i rimborsi alle spese di viaggio. A questi soldi si aggiungono 21 mila euro del fondo che serve per assumere collaboratori e che è gestito direttamente dall’Europarlamento. Ha dovuto battagliare l’alcamese Ignazio Corrao, capodelegazione del Movimento, quando è venuto fuori che il gruppo non avrebbe toccato gli stipendi. Rispondere alle critiche degli attivisti sul blog. La base grillina non ha gradito i tentennamanti degli eurodeputati nel restituire parte dello stipendio, anche davanti a quello che facevano gli “indignados” spagnoli del Podemos che hanno deciso di trattenere dal lauto stipendio solo 2000 euro. I commenti sul blog di Grillo dei simpatizzanti la dicono lunga sul pasticcio combinato dalla delegazione europea.
“Le nostre indennità sono più basse di quelle italiane, e calcolate in modo diverso. Dobbiamo solo trovare un modo di donare questi soldi senza che qualche strano organismo tra 5 anni venga a chiederci la restituzione di migliaia di euro” diceva a Repubblica Corrao, spiegando anche che le spese da sostenere, in Europa, sono più alte rispetto a quelle dei parlamentari italiani. E per regolamento non era prevista la restituzione, perchè le regole del Parlamento europeo sono più stringenti. La delegazione grillina si era comunque impegnata a dare mille euro al mese all’ufficio di comunicazione guidato da Claudio Messora, che adesso è stato smantellato dopo l’ennesima baruffa. Dal Blog di Grillo gli eurodeputati hanno spiegato come funziona il sistema delle retribuzioni europee e promesso che devolveranno 1000 euro al mese a uno speciale fondo.
Un po’ come avviene in Italia, con il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese in cui deputati e senatori grillini versano una parte delle loro indennità. A chi vanno questi soldi? Panorama sostiene che c’è qualcosa he non va. Che ne abbiano usufruito aziende vicine a Beppe Grillo e Casaleggio. Questo è quanto scrive il settimanale.

Insomma, siamo davanti a quello che i censori pentastellati definiscono un belconflitto di interessi e non proprio un esempio di trasparenza. Quasi 3 milioni dei soldi versati dai parlamentari al Fondo per le piccole e medie imprese (Pmi), infatti, sono andati ad aziende partecipate da persone che sedevano con Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio nel Think tank group della Confapri, una conferenza permanente di esperti delle attività produttive.
Prima delle elezioni del 2013 e dell’ingresso dei grillini in Parlamento, Grillo e Casaleggio figuravano tra i fondatori di quel think tank. La Confapri è un’associazione di un’ottantina di imprenditori, guidata da Massimo Colomban e Arturo Artom. E anche prima della contribuzione dei parlamentari varie aziende avevano beneficiato del Fondo di garanzia. Tra settembre e novembre 2012 due società partecipate da membri del think tank, la Farmac Zabban guidata da Gino Zabban e la Expo Venice vicina a Massimo Colomban, che ne è socio di minoranza attraverso la Scp, ottengono garanzie di 500 mila e di 283 mila euro.

In europa i 5 Stelle sono arrivati con grandi intenzioni e trasferire a Bruxelles l’operazione “fiato sul collo”. Se poi c’è l’opportunità di ospitare amici e parenti a spese dell’eurocontribuente, la si può cogliere al volo. E vaffa all’antipolitica e la lotta ai privilegi per qualche giorno. Tra questi c’è ad esempio la possibilità di portare in gita, ogni anno, a Bruxelles fino a 110 persone. Un benefit di ogni europarlamentare, e a spese dell’Ue. Vitto, alloggio, e viaggio. Bene. In teoria serve per far conoscerele istituzioni europee agli studenti. Ma a volte sugli aerei ci finiscono amici e parenti. Ecco cosa scrive Il Fatto Quotidiano:

È successo così che una parlamentare del Movimento 5 stelle, Daniela Aiuto, carina, grandi occhi, una foto con Beppe Grillo in curriculum, abbia già accompagnato in Europa 50 persone. Di scolaresche neanche l’ombra. La questione è stata anche sollevata e discussa nel consiglio regionale dell’Abruzzo, sua regione d’origine, ma senza grande successo. Appunto perché la norma è molto vaga. Così la ragazza, tra i tanti villeggianti che poteva scegliere, ha preferito l’ex sindaco Pdl di Lanciano Filippo Paolini, al quale la Corte d’Appello de L’Aquila ha appena confermato la condanna per falso ideologico. “È vero, sono andato. Ma non sono più sindaco da tre anni né tesserato del Pdl. Ho votato Daniela Aiuto insieme a tutta la mia famiglia. La conosco per motivi personali in quanto sono l’avvocato del suocero”. Ovvero il padre del marito dell’europarlamentare pentastellata Maurizio Pozzolini, che ha coordinato i Giovani Liberisti Indipendenti della Provincia di Chieti dichiarandosi da sempre vicino alle posizioni del centrodestra. La neodeputata Aiuto, però, si difende. Questi sarebbero attacchi personali senza fondamento da parte di chi non conosce le regole: “Non si tratta di ‘gite’, ma di giornate di studioall’interno del parlamento stesso per avvicinare i cittadini alle istituzioni comunitarie”. E ancora: “Per quanto riguarda le prime visite già effettuate (50 persone, ndr) ho pensato che si potesse aprire una finestra più ampia sul parlamento per tutto l’Abruzzo. Ho quindi invitato qualche rappresentanza dell’imprenditoria locale, dei professionisti, dei cittadini comuni e, naturalmente, degli attivisti…”.

In questi giorni alcuni attivisti del Meetup di Marsala sono partiti per Brxelles, sono andati a trovare gli europarlamentari. Anche ad Ignazio Corrao. Tutto pagato dal Parlamento? "Quando mai - dicono- abbiamo pagato tutto di tasca nostra".