Il commissario straordinario della Casa di Riposo Giovanni XXIII di Marsala dice che non ci sono più soldi. Prima però sosteneva che andava tutto bene, grazie agli immigrati e ai soldi che arrivano dal Governo per l'accoglienza che l'Ipab dà. Si volevano vendere anche gli immobili, ma ora dice che la legge non lo permette. Ci sono anche i lavoratori che aspettano diverse mensilità. Osvaldo Angileri, sindacalista della Uil, come stanno le cose?
I lavoratori dal 2012 ad oggi vantano un credito che è arrivato a 25 mensilità.
Ma ogni tanto vengono pagati.
Sì. Aspettano 5 mensilità del 2012, 13 del 2013, e 7 del 2014. Gli hanno dato degli acconti. Ma non si può andare avanti così.
Quante persone lavorano alla Casa di Riposo?
Meno di 50.
Il commissario Ignazio Genna però diceva che le cose andavano benissimo grazie all'accoglienza agli immigrati.
Ma non mi risulta.
Perchè?
Nella presentazione del bilancio il commissario ha detto che così come è strutturata la casa di riposo non è possibile procedere a un eventuale risanamento. Prima di Ignazio Genna c'era Giovanni Riggio, che è durato solo 3 mesi.
Dice che era scomodo?
Non lo so.
Riggio è un funzionario regionale. Genna ha una matrice più politica, alle passate amministrative era candidato a sostegno di Giulia Adamo.
Era molto brillante Riggio.
E Genna?
Non ho avuto il piacere di poter discutere con lui di alcune cose. C'è stato uno scambio solo scritto. Una volta aveva l'intenzione di indire bandi per una nuova graduatoria. Come si può fare una nuova graduatoria se ce n'è una in corso? Non si può fare.
Gliel'avete spiegato al commissario?
Sì, è una violazione. Ci possono essere danni erariali.
A proposito di soldi. Quanto prende il commissario al mese?
1.300 euro. Ma la responsabilità oggettiva è della pubblica amministrazione che dovrebbe nominare il consiglio di amministrazione che è a costo zero.
Lei lo farebbe il commissario di una struttura come quella?
No. E per un semplice motivo. Nel tempo è stata adottata una politica di disintegrazione della Casa di Riposo. La gente appena sente parlare del Giovanni XXIII ha un rigetto.
E come se ne viene fuori? Da tanti anni ormai si trascina in questa situazione precaria.
Va avanti così. Adesso aspettano 400 mila euro, ma servono solo per tamponare. Siamo un mare in tempesta.